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Camusso: “Senza il reintegro tensioni sociali fortissime”

Cisl cerca una soluzione anti-abusi. La risposta:”Non basta”.  Si profila uno schema Bonanni per evitare che passino espulsioni discriminatorie Il tentativo della Cgil è quello di creare un asse con Uil e Partito democratico

Cisl cerca una soluzione anti-abusi. La risposta:”Non basta”.  Si profila uno schema Bonanni per evitare che passino espulsioni discriminatorie Il tentativo della Cgil è quello di creare un asse con Uil e Partito democratico

CERNOBBIO – Ipotesi di accordo? Soluzioni per superare il braccio di ferro con il governo? «Non è il momento. Le distanze sono nette e sarebbe ipocrita negarle. Per adesso serve rafforzare la mobilitazione e gli scioperi per premere sul Parlamento e ottenere una modifica del testo. Il principio deve essere chiaro: se un lavoratore è stato ingiustamente licenziato deve aver il diritto di vedersi cancellare quel licenziamento». Susanna Camusso rilancia e apre così la fase due della battaglia sull´articolo 18: dare voce alle piazze d´Italia per convincere la politica che abolire il reintegro per un licenziamento ingiusto significa perdere milioni di voti. E a Elsa Fornero che esprimeva il rammarico per la non piena condivisione della riforma, la Camusso replica: «Il governo aveva tutte le condizioni per non rammaricarsi, le sue sono ora lacrime di coccodrillo».
Quanto allo sciopero generale, sarà anche «fisiologico», come dice Monti, ma c´è da immaginare che i partiti in campagna elettorale avranno un atteggiamento meno distaccato. Le imminenti elezioni amministrative aiutano la fase due. «Ma anche senza elezioni – osserva Camusso – non si sarebbe riusciti ad approvare il testo prima di due mesi. E´ un tempo utile per ottenere le modifiche in Parlamento». Il nodo è sempre quello dei licenziamenti ingiusti di tipo economico: «Se sono ingiusti devono poter essere annullati. In fondo il reintegro è questo. Senza questo la riforma non è accettabile ed è destinata a creare tensioni che rischiano di aumentare nelle prossime settimane. Nessuno si chiede perché ci sono state tante proteste?».
Nella sala del convegno di Confcommercio c´è qualcuno che ha in mente una soluzione diversa dal ritorno al reintegro. É Raffaele Bonanni che alle 10 del mattino esce dalla prima sessione del dibattito con l´animo più sereno del giorno precedente: «Ho parlato con il ministro Fornero e credo che una soluzione si possa trovare», dice il leader della Cisl che spiega: «Bisogna evitare che i licenziamenti ingiusti di tipo economico diventino il canale con cui si giustificano i licenziamenti discriminatori. Un canale in cui passa l´acqua buona e quella reflua».
E´ accettabile lo schema di Bonanni? Davanti alla caffetteria Camusso sorride: «Bonanni ha il difetto di agitarsi molto e di cercare di mettere sempre il cappello alle soluzioni. Ma il suo schema non va bene. Perché il giudice che decide deve poter reintegrare il lavoratore, se riconosce che è stato ingiustamente licenziato. Anche per motivi economici. Se non c´è il reintegro, nemmeno l´intermediazione del giudice è accettabile». Più tardi, dal palco il segretario della Cgil riassumerà così questa posizione: «La modifica dell´articolo 18 non va bene perché introduce una distinzione che rende meno esigibile un principio, come se esistessero livelli di ingiustizia diversi».
Ora comunque la discussione ha qualche settimana in più. Anche il governo si è reso conto che forzare la situazione sarebbe stato controproducente. Le stesse critiche avanzate dalla Cisl confermano che il fronte della protesta va oltre la Cgil. Ma Camusso è prudente, non è ancora il momento di cantar vittoria: «E´ un fatto che anche nella Cisl è emerso un disagio tra gli iscritti. Strutture territoriali hanno partecipato agli scioperi. La Uil è anche più diretta nella critica. Certe posizioni del segretario della Uilm Palombella, e le stesse dichiarazioni di Angeletti chiedono una sostanziale modifica della norma». Passano due ore e Angeletti scrive lapidario sul sito della Uil che «la scelta fatta dal governo non consentirà nessuna approvazione prima delle ferie e forse neanche dopo. Chiederemo ai gruppi parlamentari di apportare le necessarie modifiche».
Sembrerebbe, insomma, una giornata positiva per il segretario della Cgil. Si profila un asse con la Uil e con Bersani sul principio: i licenziamenti ingiusti devono essere annullati e non monetizzati, a meno che non lo chieda il lavoratore. La Cisl sembra invece cercare una strada molto stretta che consenta di evitare il reintegro difendendosi contemporaneamente dagli abusi delle imprese.
Nel parco di Villa D´Este la giornata tutti si incontrano con tutti alla ricerca di un´immagine di concordia nel mezzo dello scontro più duro della breve vita del governo Monti. Camusso non accetta la ricerca di un punto di mediazione a tutti i costi. «Innanzitutto non ho fatto, neanche oggi, incontri segreti, vertici riservati. Non è il mio stile. Non condivido questo metodo. Credo che noi abbiamo ottimi argomenti per ottenere dalla politica e dal governo una modifica sostanziale della riforma. Non capisco quale mediazione sia possibile senza tornare a inserire il reintegro come diritto di tutti i lavoratori ingiustamente licenziati». Eppure questa richiesta era già stata respinta in un vertice tra i leader dei sindacati e il ministro Fornero: «E´ vero, Fornero ci aveva detto che sui licenziamenti economici non ci sarebbe stato reintegro e che non ci sognassimo di trovare una mediazione rivolgendoci al presidente del Consiglio. Ci aveva avvisati: “Su questo punto Monti è molto più cattivo di me”». Così il compito della fase due è quello di far cambiare idea al premier. L´obiettivo degli scioperi delle prossime settimane è quello di riaprire la partita.

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