Skinhead, ex Msi, antisionisti le amicizie nere parallele dei duellanti del Carroccio

Chi sono gli amici «neri» dei due figli illegittimi della Lega, il partito che un tempo, con il fondatore Umberto Bossi, diceva che i «porci fascisti elettori di An bisogna andare a prenderli casa per casa»?

La Lega Nera li fa e poi (non) li accoppia. Salvini e Tosi. Fratelli coltelli. Con un debole in comune: l’estrema destra. Xenofoba, razzista, antisemita, nazionalista. Sdoganata da Flavio e Matteo con tempi e modi diversi. E atterrata sul Carroccio. Se è vero che Salvini ha imbarcato CasaPound e schiacciando con la sua nuova Lega fasciolepenista l’avversario Tosi, è anche vero che le truppe del «moderato» sindaco di Verona non sono proprio composte da boy scout. O soltanto da «sinceri democratici». Al contrario. In anticipo sui tempi della Lega Nord il borgomastro scaligero i fascisti li ha coccolati, sostenuti. Ci ha marciato insieme e li ha presi per mano dopo il loro lungo apprendistato nel serbatoio del Veneto Fronte Skinhead — destra intollerante, odio ultrà, crociate anti immigrati, concerti nazirock — e delle bande nere legate al Msi. Poi, in cambio di voti, ha provato a renderli (quasi) presentabili. Fino a portarli nelle istituzioni. Scavando appena un po’ sotto la superficie, si scoprono nomi che, come minimo, fanno il paio con i camerati accolti da Salvini in Piazza del Popolo.
Chi sono gli amici «neri» dei due figli illegittimi della Lega, il partito che un tempo, con il fondatore Umberto Bossi, diceva che i «porci fascisti elettori di An bisogna andare a prenderli casa per casa» (per questa frase il Senatùr fu condannato nel ‘98)? Eccoli. Da Verona a Milano. A braccetto con Tosi («è uno stronzo, ha portato i fascisti nella Lega», sempre Bossi) e Salvini. Cortei. Convegni. Rimpatriate. Foto ricordo. Gli “unti” da Tosi: Piero Puschiavo, 50 anni, da Vicenza. Oggi imprenditore, arrestato nel ‘94 per propaganda razzista, fondatore del Fronte (Vfs) e tra i leader delle teste rasate italiane (prima Msi poi Fiamma, da cui è stato espulso). Scoppia la scintilla con la Liga veneta. Il 6 ottobre 2013 a Mantova Puschiavo è alla presentazione della Fondazione Ricostruiamo il Paese di Flavio Tosi. All’assemblea di “Progetto Nazionale”, di cui Puschiavo è presidente, il 25 gennaio 2014 Puschiavo e Tosi raggiungono l’accordo: pieno appoggio alla Fondazione del sindaco da parte del nuovo contenitore della Verona nera. Il segretario della Liga, a differenza di Salvini, è di destra per cultura, origine, ideali. Salvini no, vuole aggregare i movimenti, li cerca, li corteggia tutti. Anche quelli fascisti. Tosi ha sempre seminato il campo dell’estrema destra, ha letto i libri di Pino Rauti. Uomo d’ordine, odia il folklore che Salvini raccatta e rimescola in un frullato dove offre il pass ai neri cresciuti a pane, cinghiate e Mussolini e intanto dialoga coi neomarxisti come il suo filosofo Diego Fusaro e si dichiara No Tav e insieme pro Forconi meridionali. Salvini scopre i fasci. Tosi ce li ha nel sangue. Altro camerata tosiano: Andrea Miglioranzi. Coordinatore di quella lista Civica per Verona (vecchi arnesi missini, destra di strada, Casapound, ex skinhead) che permette a Tosi di stravincere due volte. A metà anni ‘90 Miglioranzi, anche lui esponente del Vfs, anche lui dirigente di Progetto Nazionale insieme a Massimo Piubello (capogruppo lista Tosi in consiglio comunale), è uno dei primi a finire «dentro»: istigazione all’odio razziale. Come il leader romano di Casapound Gianluca Iannone, ha il pallino per il white power rock e coi “Gesta bellica” per anni ha deliziato le platee neofasciste del Nordest con brani come “Il capitano”, dedicato all’ex capitano delle SS Erich Priebke, “8 settembre” («Io sono camicia nera: la mia patria è la mia bandiera») e testi antisemiti e xenofobi come “Tu, ebreo maledetto, giudeo senza patria” o “Furti, droga, musi neri, tutto questo non mi va: Potere bianco, sola possibilità”. Do- po l’insediamento, Tosi ha la non geniale idea di nominare il cantore del Terzo Reich nell’Istituto storico della Resistenza. Oggi Miglioranzi non siede più nel consiglio comunale ma è presidente di Amia, l’Azienda municipale di igiene ambientale. Una poltrona Tosi non la nega a nessuno. Per l’avvocato Roberto Bussinello, già dirigente di Forza Nuova, uno che quando muore Priebke posta su fb un «Capitano ora sei per sempre con i tuoi guerrieri nei Campi Elisi», arriva la nomina nell’organismo di vigilanza dell’Azienda comunale dell’energia elettrica e gas. Tutto si tiene nella nuova Lega nero-verde agitata dal duello Salvini-Tosi. Non sorprende che i camerati di CasaPound siano accolti a brac- cia aperte anche dal primo cittadino di Verona. L’altra sponda, in Veneto come in Lombardia, è Progetto Nazionale. Vi hanno aderito anche Pasquale Guaglianone, ex cassiere dei Nar, milanese, affermato commercialista indagato nel 2012 dalla Dia di Reggio Calabria per lo scandalo del Carroccio e gli investimenti in Tanzania. E poi il suo delfino, Domenico Magnetta. Chi è costui? Ex Avanguardia nazionale, un passato di rapine e eversione, amico e complice (di fuga) del boss di Mafia Capitale e ex terrorista Massimo Carminati, oggi Magnetta conduce una trasmissione a Radio Padania Libera. Da’ voce a commercianti “strozzati” da fisco e Equitalia. E spesso esonda anche sui migranti.
Altri fascisti sedotti dalla Lega lepenista salviniana. Roberto Jonghi Lavarini. Tra i fondatori di Cuore Nero, oggi è l’anima del Progetto Grande Milano. Che aderisce a Progetto Nazionale. Soprannominato “Il Barone Nero”, l’Unione delle comunità ebraiche italiane l’ha denunciato per le sue recenti dichiarazioni antisemite a Le Iene . Eccolo, Lavarini. Anche lui in posa. Prima con Salvini in maglietta bianca «stop invasione ». Poi con Tosi in camicia nera. Bipartisan. O forse no.

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