Bella ciao, tornare a Genova G8 senza censure

Cinema. Stasera, giovedì 28, al Piccolo Apollo di Roma, dalle 20.15, un doppio programma col film di Marco Giusti, Carlo Freccero, Roberto Torelli e Maledetta mia di Wilma Labate

L’appuntamento è per sta­sera (ore 20.15) al Pic­colo Apollo di Roma (Via Nino Bixio 80/b, angolo via Con­te­verde) con una serata spe­ciale all’interno del con­sueto ciclo «Rac­conti dal vero», lo spa­zio dedi­cato al docu­men­ta­rio di cui l’Apollo è soste­ni­tore osti­nato a comin­ciare da quella fase indi­spen­sa­bile che è la cir­cui­ta­zione di un film in sala.

In un dop­pio pro­gramma si vedranno Male­detta mia di Wilma Labate e Bella ciao di Roberto Torelli e Marco Giu­sti, il primo la sto­ria di cin­que ragazzi hac­ker, anar­chici, rap­per, poeti, mili­tanti del movi­mento in blico tra il desi­de­rio di rac­con­tarsi e la dif­fi­denza verso la mac­china da presa. Il secondo è stato girato durante il G8 di Genova, e pre­sen­tato alla Semaine de la Cri­ti­que di Can­nes dell’anno dopo in una sala pie­nis­sima, con stan­ding ova­tion. La Rai lo ha pro­dotto, tra gli autori c’è anche Carlo Frec­cero, ma non lo ha mai man­dato in onda per intero né tan­to­meno ne ha per­messo la dif­fu­sione nel cir­cuito festi­va­liero — a Can­nes le domande erano arri­vate numerose.

Forse per­ché timo­rosa della «verità» di quelle imma­gini, che il mon­tag­gio senza com­mento a parte la colonna sonora ideata da Elena Giu­sti, figlia di uno degli autori allora ado­le­scente, mostrano. Ovvero la vio­lenza feroce di quei giorni e la repres­sione messe in atto nelle strade di Genova che avreb­bero segnato per sem­pre una gene­ra­zione e gli anni a venire. E insieme il sen­ti­mento dif­fuso tra chi ne era testi­mone con la tele­ca­mera, Genova è stato anche il luogo più fil­mato, e dove forse per la prima volta non si poetva nascon­dere vista la pre­senza di cen­ti­naia di tele­ca­mere cosa stava acca­dendo, e al tempo stesso non poteva essere mostrato sul ser­vi­zio pub­blico che al con­tra­rio spin­geva per oscu­rare. Nelle imma­gini del film rea­liz­zate dagli ope­ra­tori Rai, in testa a tutti quelli della sede di Genova, e poi dalle pic­cole società indi­pen­denti, rico­strui­sce — caso unico — cosa è acca­duto quei giorni e, appunto, senza censure.

È dun­que un’occasione da non per­dere que­sta serata che vede la pre­senza degli autori, Marco Giu­sti, Carlo Frec­cero, Roberto Torelli, Wilma Labate, per vedere il film final­mente intero — su que­sto gior­nale lo stesso Giu­sti, ricor­dava come il fim è stato sem­pre uti­liz­zato in fram­menti all’interno di altri pro­grammi tele­vi­sivi e mai mostrato nella sua inte­rezza, nono­stante peral­tro la copia fatta per Can­nes fosse in 35 mil­li­me­tri. E al tempo stesso sul Social Forum a Genova, rima­sto un punto di frat­tura nella nostra sto­ria for­tis­simo, coi suoi pro­cessi e le sue troppe asso­lu­zioni, con le ipo­cri­sie di fac­ciata e le sto­rie inghiot­tite dal silen­zio. Il film è molto bello, e com­mo­vente, arriva diretto in una scelta nar­ra­tiva e di mon­tag­gio che non cerca sen­ti­men­ta­li­smi né rico­stru­zioni. La memo­ria delle imma­gini è una cosa complessa.

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