Coa­li­zione sociale, si parte dal basso

Dalle 10 al centro Frentani di Roma via alla due giorni lanciata da Maurizio Landini. Quattro gruppi tematici e poi la plenaria per fissare le proposte a cui dare gambe sul territorio

Si parte con «una chia­mata dal basso». Un’assemblea aperta a tutti in cui ognuno sarà libero di dare il suo con­tri­buto. Cin­que minuti di inter­vento in cui Mau­ri­zio Lan­dini — sem­pre che decida di par­lare alla pla­tea — o Ste­fano Rodotà — che sarà pre­sente domani — avranno lo stesso tempo di qua­lun­que cit­ta­dino o rap­pre­sen­tante del cen­ti­naio di asso­cia­zioni che hanno già ade­rito. E se par­titi e poli­tici non potranno par­lare a nome delle loro orga­niz­za­zioni, tanti sem­plici mili­tanti del Pd hanno chie­sto di poter par­te­ci­pare e saranno pre­senti («Ci hanno scritto mail almeno una ven­tina di mili­tanti da tutta Ita­lia», fanno sapere gli orga­niz­za­tori). Facendo un bel dispetto ai ver­tici del par­tito del premier.

La Coa­li­zione sociale comin­cia il suo cam­mino que­sta mat­tina al cen­tro Fren­tani di Roma. Quella che negli anni set­tanta era la sede del Pci romano, ora ospita lo Spi Cgil. Le spese dell’affitto delle varie sale per la due giorni saranno coperte da una sot­to­scri­zione tra tutti i par­te­ci­panti. Anche i tanti dele­gati Fiom pre­senti si paghe­ranno di tasca loro il viaggio.

Se l’idea di Coa­li­zione sociale fu lan­ciata da Lan­dini pro­prio dal Mani­fe­sto lo scorso inverno, in que­sti mesi la Fiom ha cer­cato scien­te­mente il low pro­file, evi­tando ogni per­so­na­liz­za­zione con Lan­dini e sovrap­po­si­zione col sin­da­cato. L’ultima assem­blea pre­pa­ra­tiva si è svolta nella sede nazio­nale dell’Arci e anche oggi l’unico sup­porto Fiom dovreb­bero essere il canale You­tube dei metal­lur­gici che ospi­terà lo streaming.

Tutto ciò però non impe­dirà l’assalto media­tico: stampa e media in gene­rale ancora non si capa­ci­tano di come la Coa­li­zione sociale non sarà il par­tito di Lan­dini e oggi tor­ne­ranno alla carica pra­ti­ca­mente solo per que­sto sin­golo motivo di inte­resse. L’intento del lea­der Fiom è invece quello «di ripar­tire dalla par­te­ci­pa­zione per ricreare una cul­tura del lavoro che rimetta al cen­tro il tema dell’estensione dei diritti per cam­biare il paese».

Il modello di par­te­ci­pa­zione è comun­que esat­ta­mente l’opposto di quello uti­liz­zato con “La Via mae­stra”, la grande mani­fe­sta­zione di piazza del Popolo del 12 otto­bre 2013: lì si partì da un appello sot­to­scritto da per­so­na­lità; oggi Giu­sti­zia e Libertà è solo una del cen­ti­naio di asso­cia­zioni che partecipano.

Il pro­gramma è essen­ziale. Non pre­vede alcuna iscri­zione: dopo un inter­vento logi­stico, che spie­gherà la divi­sione in gruppi di lavoro, i pre­senti potranno sce­gliere a quale tema­tica dare il loro con­tri­buto. Due la mat­tina — “Unions!” su lavoro, wel­fare e pre­ca­rietà da una parte e “Eco­no­mia, poli­ti­che indu­striali, cam­bia­menti cli­ma­tici” dall’altra — e due al pome­rig­gio — “Rige­ne­rare le città” su diritto alla casa, cowor­king e mutua­li­smo da una parte e “Saperi e cono­scenza” su scuola e uni­ver­sità dall’altra.

Nei gruppi ognuno con­di­vi­derà con gli altri ana­lisi e pra­ti­che per pro­porre idee e poli­ti­che per cam­biare l’esistente. Tutte le pro­po­ste ver­ranno riu­nite in un report che dome­nica (dalle 10 fino alle 15) verrà discusso in ple­na­ria assieme a come dare gambe alla Coa­li­zione sociale. Sia a livello nazio­nale ma soprat­tutto a livello locale per­ché il tema fon­da­men­tale della Coa­li­zione sociale sarà pro­prio quello del “ter­ri­to­rio”: sul ter­ri­to­rio le pro­po­ste e le poli­ti­che saranno messe alla prova, par­tendo sem­pre dall’idea di favo­rire la mas­sima par­te­ci­pa­zione dei cittadini.

Fra i tanti che a sini­stra guar­dano con atten­zione all’esperimento ieri si è fatto sen­tire Pippo Civati. L’ex par­la­men­tare Pd che ha lan­ciato l’associazione Pos­si­bile non sarà pre­sente «rispet­tando fino in fondo l’autonomia» della Coa­li­zione sociale. L’interesse però si espli­cita nell’auspicio di una futura «col­la­bo­ra­zione» a par­tire da due capi­saldi di poli­ti­che: «red­dito minimo e pro­gres­si­vità fiscale». Detto que­sto però Civati è il primo a tirare per la maglietta la Coa­li­zione. Lo fa con «una domanda» impe­gna­tiva rivolta «a Mau­ri­zio e alla coa­li­zione: riu­sciamo a pro­muo­vere dai nostri diversi punti di vista una mobi­li­ta­zione refe­ren­da­ria che toc­chi alcuni temi nevral­gici della poli­tica attuale e resti­tui­sca sovra­nità alle cit­ta­dine e ai cit­ta­dini?». Senza espli­ci­tarlo parla di refe­ren­dum con­tro il Jobs act e l’Italicum. La (pos­si­bile) rispo­sta sarà la prima mossa poli­tica della Coa­li­zione sociale.

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