«Il teatro Valle torni alla città»

valle

Roma. Fassina: è chiuso da due anni, ma vanno mantenuti gli impegni presi

«Sono due anni che il Teatro Valle è chiuso e riteniamo che vadano mantenuti gli impegni presi. Il Valle deve essere restituito alla città». Stefano Fassina, candidato sindaco a Roma, ieri è tornato sul luogo della rimozione delle politiche culturali nella Capitale. Dopo la lunga occupazione, durata tre anni e terminata nell’agosto del 2014, il Valle è rimasto chiuso. Tutte le porte di accesso sono state murate, salvo il foyer affittato al Teatro di Roma. Gli accordi presi con la fondazione «Teatro Valle bene comune», costituita dalle ex maestranze, cittadini e attivisti, sono rimasti lettera morta. Il 26 febbraio è stata finalmente conclusa la procedura del passaggio di proprietà del teatro dal ministero dei beni culturali (Mibact) al Comune di Roma. Dovrebbe essere stato risolto il problema causato dallo scioglimento dell’Ente teatrale Italiano (Eti), un tempo proprietario del Valle, cancellato dal governo Berlusconi.

L’incertezza dell’attribuzione è stata una delle cause del rischio chiusura della storica sala romana, sventata dall’occupazione. Da quell’esperienza è nata l’originale proposta di uno statuto per l’autogoverno del teatro e la partecipazione della cittadinanza. È stata anche confermata la spesa di 3 milioni per il restauro, divisa a metà tra Roma Capitale e Mibact. E a febbraio è stato detto che la soprintendenza stava lavorando ai bandi per affidare i lavori. Nel frattempo il teatro resta chiuso.

«Il problema è la gestione – dice Sandro Medici, candidato con Sinistra per Roma – Non bisogna fare gestire questi beni ai mandarini del Teatro di Roma e alla nomenclatura che opprime la vita della città». «Il Valle va restituito alle comunità artistica e sociale che lo ha rimesso in moto» sostiene Giuliana Aliberti, avvocato che ha seguito la creazione della fondazione, candidata nella lista Fassina. «Il teatro appartiene a tutti, è bene che se ne parli, anche se la soggettività del Valle occupato non è coinvolta nella campagna elettorale – spiega Ilenia Caleo, attrice e attivista – Speriamo in un dibattito: vogliamo mostrare le responsabilità politiche del Pd, della giunta Marino, del Teatro di Roma. Hanno fatto promesse non mantenute e depotenziato il percorso partecipato che si era aperto».

You may also like

0 comments

Leave a Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Sign In

Reset Your Password