Obbligo di dimora per la pasionaria dei No Tav Ma lei annuncia: «Non lo rispetterò»

Torino. Indagata dal 2015, ha già disatteso l’obbligo di firma

Dopo venti giorni di attesa Nicoletta Dosio, 73 anni, ha ricevuto dal Tribunale di Torino la comunicazione che è stata sottoposta a ulteriori misure cautelari. La vicenda è nota: nel mese di giugno alla storica militante del movimento No Tav viene imposto l’obbligo di firma presso la stazione dei carabinieri di Susa. A seguito di un’indagine coordinata dalla Digos di Torino relativa a scontri verificatisi nel giugno del 2015, vengono arrestate e poste ai domiciliari nove persone, due sono fermate e portate in carcere: in tutto gli indagati sono ventuno.

Nicoletta Dosio rifiuta tale imposizione con un comunicato dove rivendica il diritto al dissenso e alla libertà. Il caso degli anziani sottoposti a misure cautelari sconcerta la valle che, al di là delle opinioni sul Tav, manifesta solidarietà ai suoi «vecchi» con una imponente fiaccolata. Nicoletta Dosio diventa, ancora una volta, il simbolo di un movimento che rifiuta con metodi non violenti la grande opera per eccellenza e il suo apparato di controllo. Già docente di greco e latino, fondatrice del Liceo scientifico di Bussoleno e Susa frequentato nel tempo da migliaia di giovani, Nicoletta non si è mai recata a firmare in caserma: conduce una vita normale nella sua Bussoleno, dove gestisce con il marito Silvano una osteria.

Il suo caso non esplode mediaticamente come quello della sua coetanea Marisa Meyer di Chiomonte, che viene fotografata mentre, con un bastone, si reca presso la stazione dei carabinieri per firmare ciò che Nicoletta Dosio invece rifiuta. Dopo qualche giorno alla signora Meyer viene revocato l’obbligo di firma, il boomerang mediatico di una donna anziana che si reca con una maglietta recante la scritta «Non ci ruberete il futuro, Notav» viene disinnescato appena possibile.

Il boomerang di Nicoletta Dosio appare invece ben più potente e pericoloso, perché la macchina burocratica pare non volersi fermare. A fronte del suo voluto e reiterato rifiuto di firma, Dosio riceve una ulteriore restrizione. L’aggravamento della misura cautelare è stato disposto dal gip Agostino Pasquariello, ma la donna ha già reso noto di non rispettare anche il nuovo provvedimento restrittivo, che prevede di restare in casa tra le 18 e le 8 del mattino successivo. Misure che l’interessata così commenta: «Come detto fin dall’inizio io non mi piego, di fronte all’ingiustizia non ci si deve arrendere, perché siamo in tanti a volere una giustizia che non sia vendetta e in un paese dove con fatica si risveglia la lotta si deve avere il coraggio di essere liberi abitanti. Amo troppo la mia casa e il mio paese per doverci stare forzatamente: libera sono, libera resto. Per loro avrei “una personalità estremamente negativa, intollerante delle regole e totalmente priva del minimo spirito collaborativo”. Sì, non tollero la loro arroganza, non accetto le regole del potere che vorrebbe l’uomo e la natura proni al suo dominio, non collaborerò mai con coloro che si credono padroni del mondo, della vita di ognuno di noi, del futuro di chi verrà dopo di noi. Mi sento libera e felice».

La vicenda degli anziani soggetti a misure cautelari entra quindi in una, ulteriore, fase delicata per la procura di Torino. Il passo successivo, qualora non si trovi una soluzione che vada al di là della ferrea applicazione della legge, prevede gli arresti domiciliari e successivamente, qualora questi fossero infranti – cosa da Nicoletta Dosio annuncia da tempo – il carcere. Quale pericolo rappresenti questa donna è un mistero.

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