«Le lotte fanno l’Europa», due giorni dei movimenti a Bologna

Movimenti. Meeting transnazionale verso il G20 di Amburgo

Dalla «crisi esistenziale» europea al nuovo «disordine mondiale»: è tra queste due polarità che oscillerà la discussione del Meeting transnazionale, che si svolgerà a Bologna da stasera a tutto sabato.
L’iniziativa è di Leila network, la rete che connette centri sociali ed esperienze autorganizzate e associative dell’Emilia-Romagna: Tpo e Labás di Bologna, Casa Madiba di Rimini e LabAq16 e Casa Bettola di Reggio. Il titolo è accattivante: Struggles Make Europe – «le lotte fanno l’Europa» – a ricordare con ironia per i più anziani la sigla del padre dell’Euro, quel Sistema Monetario Europeo che costituì una tappa fondante il processo d’integrazione «dall’alto» del continente.

La sfida è alta: provare a reintrodurre in un contesto italiano che, come altrove, ha visto nell’ultimo anno un effetto di «ri-nazionalizzazione» dei discorsi e delle pratiche politiche, quella necessaria discussione capace di volgere lo sguardo a che cosa accade al di là (e a cavallo) dei confini.

Imminenti appuntamenti internazionali, del resto, la sollecitano: il prossimo 25 marzo il summit del Consiglio europeo, che a Roma celebrerà i 60 anni dei Trattati istitutivi la Comunità (allora) del Carbone e dell’Acciaio, ma discuterà anche e soprattutto di gestione del regime di controllo delle frontiere; tra la primavera e l’estate, gli incontri tematici e generali dei cosiddetti Sette Grandi, ospitati dall’Italia quale presidente di turno; e soprattutto il 6 e 7 luglio ad Amburgo il vertice del G20.

Lo stato presente delle cose, continentale e planetario, farà sì che, dal punto di vista di chi guida i governi dei Paesi membri, questi summit rappresentino, ben al di là dell’autocelebrazione rituale del potere politico, altrettanti momenti per ridefinire e assestare nuovi equilibri globali, dopo l’irruzione sulla scena di Trump (per la prima volta sul suolo europeo) e alla luce delle trasformazioni, economiche e sociali, prima ancora che geopolitiche, che sono intervenute negli anni della «grande crisi».

Allo stesso tempo – affermano i promotori – la situazione impone una ripresa della capacità di mobilitarsi su scala transnazionale: le lotte contro l’austerity (oggi divenuta «norma») e contro la precarizzazione del lavoro (estensione e radicalità del movimento francese contro la Loi Travail insegnano), quelle ambientali contro i cambiamenti climatici, quelle di migranti e solidali per il superamento delle frontiere e una degna accoglienza, quelle delle donne che si preparano allo «sciopero globale» dell’8 marzo, segnalano tutte le potenzialità di una spinta «dal basso» capace di contrastare sia il business as usual delle élite neoliberali, sia le orride pulsioni neo-sovraniste di ogni colore.

Anche perché il risultato è altrimenti lo stesso: «potere e ricchezza per pochissimi, miseria, oppressione, guerra per i molti».

Il ricco programma del meeting (si inizia stasera alle 17 negli spazi universitari di via Zamboni, 38 e si prosegue domani al Tpo di via Casarini, 17/4 – programma completo su www.leila.network – cui parteciperanno, tra gli altri, Loukia Kotronaki del «City Plaza» di Atene, Katerina Anastasiou di Transform!, Sandro Mezzadra, Lorenzo Marsili di DiEM25, Linke, Ums Ganze, Allt åt Alla, ambientalisti di Ende Gelände, No Borders dai Balcani, offrirà un primo momento per come rilanciare un’ambizione costituente al rovesciamento delle tendenze in atto.

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