A Torino scontri tra studenti e polizia anticipano la fine del G7

Torino. Cinque studenti feriti e uno fermato al termine dei tafferugli con le forze dell’ordine

TORINO. Stanco, sotto ogni aspetto, il G7 di industria, scienza e istruzione prosegue il suo cammino verso la conclusione che tutti anelano. Ministri e funzionari governativi vivono barricati nella reggia di Venaria, tra stucchi dorati e blindati delle forze dell’ordine che vigilano sulla loro incolumità. A Torino si vedono poco, anzi non si vedono proprio: se volevano fare un po’ di turismo gli è andata male per ragioni di sicurezza. Si vogliono evitare, dicono gli organizzatori, contestazioni violente, che metterebbero a repentaglio la salute degli ospiti e soprattutto il centro città.

Ma le avvisaglie di quello che molti aspettano quale grande scontro, oggi pomeriggio, ieri mattina sono state irrilevanti. Il rito del conflitto tra forze dell’ordine e manifestanti ha assunto dimensioni così risicate da rendere perfino difficile il lavoro dei video maker, che alla fine del contatto tra studenti e polizia si lamentavano perché avevano in mano appena diciassette secondi di girato. Uno scontro rude, durante il quale alcune decine di ragazzi sono andati a farsi manganellare a mani nude, fronte fotografi, dai poliziotti armadio che li aspettavano. Cinque feriti, un fermo, titoli sui giornali, tutti a casa.

Intorno alla scena che ha catalizzato l’attenzione mediatica circa 700 giovani che si rendono già conto, a quindici anni, che il futuro che loro si prospetta è precario, fondato già oggi sulla povertà incipiente.
Grande attenzione mediatica ruota invece intorno al governo cittadino a cinque stelle, spaccato tra gli entusiasti, i silenti a cui tutto va bene pur di tirare a campare – la maggior parte – e i contestatori che mettono sotto accusa il G7.

Nel pomeriggio di ieri, presso la Cavallerizza Reale, gioiello barocco patrimonio Unesco da anni messo in vendita e occupato, un’assemblea ha tentato di mettere a fuoco gli stessi temi che i ministri e burocrati affrontano nell’agiata reggia di Venaria. Si sono dati appuntamento i «riders» che in tutta Italia portano in giro il cibo delle grandi catene di distribuzione sulle spalle, pedalando sotto ogni cielo. Un incontro partecipato, dato che in un grande cortile si sono dati appuntamento circa cento lavoratori del settore e non solo. Assemblea chiusa ai giornalisti, quindi seria. Al termine una piccola conferenza stampa ha messo in evidenza la volontà di proseguire nella strutturazione di una piattaforma rivendicativa comune. Primi passi verso un soggetto comune, in grado di muoversi a livello legale, come già sta avvenendo con una vertenza contro Foodora che coinvolge sei persone, oggetto un anno fa di vessazione. Ovvero l’origine di una piccola ribellione ai colossi della distribuzione del cibo che prosegue.

I partecipanti, in arrivo da tutta Italia, e qualcuno anche da Parigi e Berlino, hanno messo in evidenza la grave frammentazione che contraddistingue il rapporto di lavoro le condizioni di lavoro usuranti e rischiose, le paghe inadeguate, nonché la stucchevole e perdurante definizione di «lavoretto». Locuzione che, volutamente dicevano ieri i lavoratori, implicitamente apre le porte percettive di un mondo in cui il lavoro non è veramente un lavoro, bensì una specie di passatempo retribuito. Diversi invece hanno testimoniato che il parterre di lavoratori è sempre più composto da espulsi, adulti, uomini e donne, dal lavoro tradizionale, quello subordinato e tutelato che al tempo della competitività assoluta non va più di moda.

La riunione dei «riders», che hanno sdoganato il termine «fattorino», si è tenuta all’interno dell’assemblea fondativa del Clap (Camere del lavoro precari e autonomi) di Torino, parte di un rete che sta sorgendo in Italia. Infatti era presente, oltre ai lavoratori di Foodora, Delivoroo e altri distributori di cibo, il vastissimo mondo del lavoretto sotto ogni forma.

Sia il nuovo Clap torinese, che l’assemblea dei fattorini, si è data appuntamento per un prossimo incontro allargato. I secondi tenteranno di organizzare un’assemblea su scala europea nei prossimi mesi.
Oggi ultimo giorno di vertice, sempre alla reggia di Venaria e ultimo corteo alle due del pomeriggio, nelle strade del quartiere Vallette. Si attende la scontata dichiarazione finale congiunta che invocherà nuova flessibilità, nuova precarietà, per il bene dei giovani.

FONTE: Maurizio Pagliassotti, IL MANIFESTO

qui un video di Fanpage

 

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