La casa che resistette al fuoco repubblichino si arrende a Tremonti

GATTATICO. Per festeggiare la caduta di Mussolini il 25 luglio 1943, la famiglia Cervi portò nella piazza di Campegine una grande tinozza di pastasciutta, da offrire gratis ai compaesani. Una conclamata manifestazione di ostilità  al regime che ben presto portò i sette fratelli a scegliere la resistenza armata al nazifascismo e che nel giro di pochi mesi sarebbe costata la vita a tutti quanti. Per ricordare quell’episodio, la spaghettata del 25 luglio è divenuta un classico alla casa-museo di Gattatico.

GATTATICO. Per festeggiare la caduta di Mussolini il 25 luglio 1943, la famiglia Cervi portò nella piazza di Campegine una grande tinozza di pastasciutta, da offrire gratis ai compaesani. Una conclamata manifestazione di ostilità  al regime che ben presto portò i sette fratelli a scegliere la resistenza armata al nazifascismo e che nel giro di pochi mesi sarebbe costata la vita a tutti quanti. Per ricordare quell’episodio, la spaghettata del 25 luglio è divenuta un classico alla casa-museo di Gattatico.

Ogni sono centinaia le persone che accorrono dall’hinterland reggiano (e non solo) per l’evento. Quest’anno, in concomitanza, ci sarà la serata conclusiva del festival di Resistenza, una rassegna di spettacoli teatrali dedicati al tema della memoria, del lavoro e della cultura popolare. Ma a rovinare l’atmosfera, a ridosso dei festeggiamenti, sono le notizie che arrivano da Roma. Il piano di tagli imposti dalla manovra di Tremonti ridurrà del 15% l’erogazione di 60.000 euro all’istituto sorto nella grande casa colonica della famiglia Cervi. Moltissimo per una struttura in cui il lavoro è svolto quasi esclusivamente da volontari.
«Dovremo diluire nel tempo molte pubblicazioni e diverse attività che avevamo programmato saranno a rischio chiusura», spiega la direttrice dell’Istituto, Rossella Cantoni. Sicuramente bisognerà rimandare a tempo indeterminato il progetto Andare a memoria, pensato per costruire una rete di luoghi della memoria in tutta Italia, dall’ex campo di concentramento di Fossoli al museo della Liberazione di via Tasso a Roma. Abbiamo una struttura che è già ridotta all’osso: tre assunti a tempo pieno, tre part time a rimborso spese e uno stagista, venuto addirittura da Roma. Io e il comitato scientifico non percepiamo denaro per il nostro lavoro».
La storia ha fatto del Cervi un anomalo istituto, che alla ricerca storica lega il tema della memoria, della didattica e della pubblicistica: oltre 5.000 studenti l’anno frequentano « a prezzo politico» laboratori e seminari allestiti su progetti specifici (dal 2009 c’è anche una summer school), mentre fra eventi e visite alla casa-museo i visitatori raggiungono quota 30.000 (metà solo per le celebrazioni del 25 aprile, con tanto di concerto). Tutto a sottoscrizione libera, per la voluta gratuità che ha sempre contraddistinto un luogo così significativo. Un caso unico nel panorama italiano, ora messo a rischio dalla scure calata dal governo, che dai tagli agli istituti culturali risparmierà quattro milioni appena.
Ma la preoccupazione che in queste ore agita uno dei luoghi-simbolo della Resistenza non è solo il decurtamento dei finanziamenti statali, ma anche la riduzione dei trasferimenti agli enti locali, che rappresentano la spina dorsale per casa Cervi. Sono infatti 145 soci dell’ente morale che gestisce la struttura, per lo più istituzioni pubbliche: province, piccoli comuni ma anche grandi città come Torino, Firenze, Milano (dai tempi del sindaco Albertini) e Roma (Alemanno ha appena riconfermato gli stanziamenti dei predecessori). Una norma contenuta nella manovra prevede che non spendano in cultura più dell’20% di quanto fatto finora. «Con un quinto dei fondi a disposizione, molti potrebbero rivedere l’entità dei loro contributi o cancellarli del tutto», prevede la Cantoni. Così, in una miope politica di contenimento della spesa, una casa che ha resistito perfino al fuoco appiccato dai repubblichini nella tragica sparatoria che portò all’arresto dei Cervi, rischia ora di rovinare per poche «briciole».

0 comments

Leave a Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Sign In

Reset Your Password