«La marea nera, la guerra e i migranti. Ecco la nostra agenda»

MOVIMENTI Si è concluso a Detroit il secondo Forum sociale Usa. Intervista a Michael Guerrero, uno degli organizzatori

MOVIMENTI Si è concluso a Detroit il secondo Forum sociale Usa. Intervista a Michael Guerrero, uno degli organizzatori
A Detroit si è appena conclusa la seconda edizione del Forum sociale degli Stati Uniti. Tema centrale: l’immigrazione. E, ovviamente, il bilancio della presidenza Obama. Ne parliamo con Michael Leon Guerrero, uno degli organizzatori.
Quali sono le questioni centrali per i movimenti americani in questo momento?
Prima del forum di Detroit abbiamo organizzato un “forum della frontiera” in Messico, dall’altra parte. Ha riunito varie organizzazioni del sud-ovest degli Usa e del Messico, ma è stato anche un forum molto internazionale, con partecipanti da tutta l’America latina. Inoltre abbiamo redatto una dichiarazione di principi che è complementare alla Carta dei principi del Forum sociale mondiale, per precisare i valori dei fori degli Usa, in particolare la scelta di mettere le comunità marginalizzate al centro del processo. Il Forum ha persino agevolato la nascita di nuove organizzazioni, come l’Alleanza nazionale dei lavoratori domestici, che ha svolto un ruolo-chiave nel forum di Detroit, dove hanno organizzato un “Congresso dei lavoratori precari” aperto non solo ai lavoratori domestici ma anche agli stagionali, ai taxisti, agli operai agricoli, in altri termini a tutti i lavoratori che non hanno protezione sociale.
Qual è il bilancio del forum?
Questo è un momento critico per i movimenti: siamo a metà mandato di Obama e non sappiamo che posizione prenderemo, cosa succederà nel 2012. Dobbiamo organizzarci per far fronte alla marea nera nel golfo del Messico, continuare a costruire il movimento anti-guerra, senza parlare delle lotte sociali locali e di ciò che accade in Arizona sull’immigrazione, appunto. E, naturalmente, dobbiamo occuparci dei passi avanti su scala internazionale: come agire, in quanto movimenti nord-americani, su ciò che è accaduto a Cochabamba? Sono quesi i dibattiti attuali. E poi dobbiamo rafforzare i legami con i sindacati. Allo stesso modo, i movimenti ambientalisti e tutti coloro che lavorano sulla giustizia climatica sono ancora troppo poco presenti.
Qualcuno vorrebbe che il prossimo Social forum mondiale si svolga negli Usa.
Le nostre organizzazioni non sono d’accordo su questo. Anche solo per problemi di visto. Numerose organizzazioni non potrebbero venire: dal Messico ma anche da Cuba, per esempio. Non ha nessun senso organizzare un Fsm se alcuni partecipanti non possono venire. È un problema non essere riusciti ad avere una presenza più importante dei movimenti messicani nei fori sociali. Tanto più che ciò che accade oggi in Messico ha un vero impatto mondiale: la Cop16 di Cancun nel prossimo novembre, le lotte dei migranti alla frontiera con gli Usa, ecc. Il Messico è un paese-chiave. Per questo ci chiediamo se non sarebbe opportuno organizzare un Forum sociale nordamericano. Le organizzazioni canadesi sono d’accordo, così come i movimenti statunitensi. E, per la prima volta, i messicani ci dicono che potrebbero organizzarne uno.

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