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Trattativa Stato-mafia, interrogato De Gennaro

Trasferta a Roma dei pm siciliani. Sentito anche Ciampi: “Nel ’93 temevo un golpe”.    L’ex capo della polizia ha ripercorso quegli anni di stragi e omicidi

Trasferta a Roma dei pm siciliani. Sentito anche Ciampi: “Nel ’93 temevo un golpe”.    L’ex capo della polizia ha ripercorso quegli anni di stragi e omicidi

ROMA – Le stragi di Capaci e via D´amelio dell´estate del ´92 e la “trattativa” tra Stato e Mafia sono stati al centro di interrogatori di testi eccellenti ieri a Roma da parte delle procure di Palermo e di Caltanissetta che hanno ascoltato il capo dei servizi segreti italiani, Gianni De Gennaro, ex capo della Dia e della Polizia, e gli ex presidenti della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi. E sugli stessi temi anche la Commissione Parlamentare Antimafia ieri ha ascoltato Giuseppe La Greca, ex capo di gabinetto dei ministri della giustizia Claudio Martelli e Luigi Conso. Gianni De Gennaro è stato ascoltato dal procuratore di Caltanissetta Sergio Lari e dai suoi sostituti, nella duplice veste di persona informata dei fatti ed anche come parte lesa dopo essere stato chiamato in causa dal figlio dell´ex sindaco di Palermo, Massimo Ciancimino, come “persona vicina” al misterioso “signor Franco” che sarebbe stato l´anello di collegamento tra la mafia e lo Stato. Una dichiarazione che ha subito provocato l´incriminazione di Massimo Ciancimino per calunnia nei confronti di Gianni De Gennaro.
De Gennaro ha ripercorso quegli anni di omicidi e di stragi, dalla metà degli anni ´80 fino agli anni ´90 quando, prima come dirigente dello Sco e poi da capo della Dia, lavorò costantemente al fianco di Falcone e Borsellino che con le loro inchieste destabilizzarono Cosa Nostra portando tutti i boss al primo Maxiprocesso alla mafia. De Gennaro ha respinto le accuse che gli sono state mosse da Massimo Ciancimino che lo ha indicato come persona “vicina” al “signor Franco” e che avrebbe avuto rapporti con suo padre, l´ex defunto sindaco mafioso di Palermo, Vito Ciancimino. Nel corso del colloquio di De Gennaro con i magistrati si è parlato anche della “trattativa” tra Stato e Mafia e delle recenti dichiarazioni del pentito Gaspare Mutolo che ha riferito di una conversazione, avvenuta nel luglio del 1992, pochi giorni prima della strage di Via D´Amelio, tra Borsellino e alcuni funzionari della Dia ascoltata da Mutolo mentre era sottoposto ad un interrogatorio. In quella conversazione Borsellino, secondo Mutolo, avrebbe espresso il suo disappunto dopo avere appreso di una “trattativa” e di una ipotesi di “dissociazione” proposte dalla mafia. I due funzionari della Dia sono stati interrogati nei mesi scorsi, uno ha confermato l´altro non ha ricordato la conversazione. Agli ex presidenti della Repubblica, Ciampi e Scalfaro il procuratore di Palermo, Messineo, l´aggiunto Ingroia ed il pm Di Matteo hanno chiesto se la decisione dell´ex ministro della giustizia, Conso di non avere rinnovato il carcere duro ad oltre 300 mafiosi dopo le stragi di Capaci e via D´Amelio, era stata “concertata” con loro. Sia Scalfaro che Ciampi hanno negato di essere stati informati della decisione del ministro della giustizia Conso di eliminare il carcere duro ai boss mafiosi nell´ambito di una “trattativa” tra Stato e Mafia della quale, hanno dichiarato, non erano a conoscenza. Ciampi ha però confermato quanto aveva dichiarato in una intervista a “Repubblica” nei mesi scorsi dove sosteneva di avere temuto, dopo le bombe del ´93 di Milano e Roma, la realizzazione di un “colpo di Stato”.

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