L’esempio irlandese per i paesi baschi

LA TREGUA DELL’ETA
La dichiarazione con la quale l’Eta si è impegnata a un «cessate il fuoco permanente e generale verificabile dalla comunità  internazionale» può dare grande impulso agli sforzi per la pace in quella regione. Ma sarà  necessaria una volontà  politica da parte di tutti i principali attori nella vicenda, in particolare il governo spagnolo, se si vuole cogliere questa possibilità . La dichiarazione dell’Eta è l’ultimo passo di un processo finalizzato a creare le condizioni politiche per un nuovo inizio nei rapporti tra il paese basco e lo stato spagnolo.

LA TREGUA DELL’ETA
La dichiarazione con la quale l’Eta si è impegnata a un «cessate il fuoco permanente e generale verificabile dalla comunità  internazionale» può dare grande impulso agli sforzi per la pace in quella regione. Ma sarà  necessaria una volontà  politica da parte di tutti i principali attori nella vicenda, in particolare il governo spagnolo, se si vuole cogliere questa possibilità . La dichiarazione dell’Eta è l’ultimo passo di un processo finalizzato a creare le condizioni politiche per un nuovo inizio nei rapporti tra il paese basco e lo stato spagnolo.
Insieme ad altri nella comunità internazionale il Sinn Féin è stato coinvolto in continui colloqui con i rappresentanti baschi. Incontri che si sono svolti in Italia e in Europa. In molti nel paese basco hanno dimostrato un interesse per il processo di pace in Irlanda, cercando di cogliere gli insegnamenti provenienti dall’esperienza irlandese per far avanzare il proprio processo di pace.
Il fallimento della tregua dichiarata dall’Eta nel 2006 ha indotto molti ad atteggiamenti di prudenza. Anche se questo può essere comprensibile, non è una giustificazione per porre precondizioni al dialogo. A mio parere è stata proprio l’incapacità di cogliere opportunità e di costruire iniziative a portare il processo di pace irlandese a compiere progressi in tempi più lunghi di quanto non fosse necessario. A volte le discussioni su una parola e sulla sua interpretazione sono state trasformate in pre-condizioni che hanno interrotto il possibile processo di pace. È una cosa da evitare. La dichiarazione di lunedì segue l’annuncio del 5 settembre, nel quale l’organizzazione affermava di avere fermato «l’azione offensiva militare». In quell’occasione l’Eta ha affermato che c’erano nuove condizioni politiche e che era il momento di costruire un contesto democratico per il paese basco. L’Eta ha ribadito il suo impegno per una soluzione democratica che consentirebbe al popolo basco, attraverso il dialogo e la negoziazione, di decidere del proprio futuro. In una seconda dichiarazione ha riconosciuto il contributo positivo di molte personalità di tutto il mondo e ha invitato la comunità internazionale a continuare a essere coinvolta nel processo.
Tutto ciò non è avvenuto per caso ma al termine di un lungo processo di trattative e discussioni tra partiti baschi, sindacalisti e attivisti politici. Migliaia di attivisti sono stati coinvolti. La nuova strategia impegna i partecipanti baschi a usare «mezzi esclusivamente politici e democratici» e cerca di ottenere un cambiamento politico «in una completa assenza di violenza e senza interferenze» e «in conformità con i Principi Mitchell». Questa strategia trova la sua eco nelle dichiarazioni dell’Eta a partire da settembre.
È ora indispensabile che il governo spagnolo risponda positivamente a questa dichiarazione e stabilisca rapidamente negoziati politici inclusivi. Il governo spagnolo deve adottare misure che possano creare un clima migliore e permettere che il processo di pace vada avanti. Arnaldo Otegi dovrebbe essere liberato, le restrizioni imposte agli attivisti politici nel Paese Basco, e in particolare il bando di Batasuna, andrebbero revocate. Questo è il momento per incoraggiare la politica democratica. E sarebbe importante porre fine al regime di carcere duro imposto agli attivisti baschi detenuti e avviasse un programma per affrontare tutte le questioni che riguardano i detenuti e le loro famiglie. I processi di pace sono densi di sfide. Soprattutto per i governi. Ma sono meglio della guerra. E come il processo di pace irlandese dimostra possono avere successo. Anche contro ogni probabilità.
* Presidente del Sinn Fein

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