Ci sono storie che rimangono qualche centimetro sotto terra, mai del tutto seppellite, raramente riportate alla luce. La Repubblica dell’Ossola è stata la più importante repubblica partigiana. Nata il 9 settembre del à 44 e finita 43 giorni dopo sotto i colpi di 14 mila fucili fascisti.
Ci sono storie che rimangono qualche centimetro sotto terra, mai del tutto seppellite, raramente riportate alla luce. La Repubblica dell’Ossola è stata la più importante repubblica partigiana. Nata il 9 settembre del à 44 e finita 43 giorni dopo sotto i colpi di 14 mila fucili fascisti. Una pagina di storia raccontata nel ’ 64 da Giorgio Bocca in Una repubblica partigiana che oggi torna a galla con «Le valli della memoria» , due mostre distinte, ma complementari, per raccontare il tema della memoria. Come si ricorda, o si dimentica, a 66 anni di distanza. Un reportage realizzato l’estate scorsa da Michele Morosi, fotografo milanese di 36 anni. Ci sono monumenti ripresi da lontano in un bosco, muri forati dai proiettili, piante abbandonate davanti alle lapidi. «Ho partecipato alle commemorazioni nelle zone del Verbano e dell’Ossola, ho visto giovani generazioni mettere rose sulle tombe» , racconta Morosi. Venti fotografie esposte dal 7 giugno alla Feltrinelli di Piazza Piemonte 2 a Milano (fino al 30 giugno, ingr. gratuito). Altrettante allestite alla Galleria della Casa della Resistenza, a Verbania Fondotoce (fino al 24 luglio, www. casadellaresistenza. it). «L’idea è mostrare i luoghi dove 43 partigiani vennero uccisi e personaggi della storia a Verbania, occasione per visitare quelle terre e fare un passo dentro a quegli anni» spiega il giornalista Tino Mantarro, 35 anni, che ha curato testi. Foto tristi, scarne, evocative dell’atmosfera di paesaggi di battaglia. Volti tirati e monumenti che ricordano eroi comuni. Un momento di riflessione. La storia sono loro. Senza farsi domande, è troppo facile dimenticare.
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