BUENOS AIRES - Sono state 9 ore di tensione che hanno posto fine a una resistenza di più di 10 anni. Venerdì scorso i figli adottivi della padrona del gruppo mediatico Clarin, Ernestina Herrera de Noble, hanno finalmente acconsentito a farsi prendere campioni di sangue e saliva perché siano messi a confronto con quelli di oltre 210 famiglie di desaparecidos durante la dittatura del '76-'83. ">

Si svela il mistero dei due figli della padrona del Clarin

BUENOS AIRES – Sono state 9 ore di tensione che hanno posto fine a una resistenza di più di 10 anni. Venerdì scorso i figli adottivi della padrona del gruppo mediatico Clarin, Ernestina Herrera de Noble, hanno finalmente acconsentito a farsi prendere campioni di sangue e saliva perché siano messi a confronto con quelli di oltre 210 famiglie di desaparecidos durante la dittatura del ’76-’83.

BUENOS AIRES – Sono state 9 ore di tensione che hanno posto fine a una resistenza di più di 10 anni. Venerdì scorso i figli adottivi della padrona del gruppo mediatico Clarin, Ernestina Herrera de Noble, hanno finalmente acconsentito a farsi prendere campioni di sangue e saliva perché siano messi a confronto con quelli di oltre 210 famiglie di desaparecidos durante la dittatura del ’76-’83.

Le 9 ore sono dovute al fatto che gli avvocati delle due parti si sono dati battaglia su un punto-chiave: che i campioni siano conservati nella Banca nazionale di dati genetici perché possano essere utilizzati in futuro, se si presentassero nuove famiglie di desaparecidos. La posizione ferma assunta dalla giudice Sandra Arroyo Salgado ha convinto i due fratelli ad accettare questa eventualità, prevista dalla legge.
Intanto i campioni presi saranno confrontati con quelli di 200 famiglie, una procedura che ha già consentito di recuperare la vera identità di 104 figli di desaparecidos, molti dei quali furono rubati dagli stessi repressori che torturarono e fecero sparire i loro genitori.
La vera identità di Marcela e Felipe starebbe dunque per venire alla luce. Le Nonne della piazza di Maggio sospettano da anni che loro siano i figli rubati a desaparecidos, come accadde ad almeno altri 400 neonati. Un cumulo di irregolarità già comprovate nell’adozione di entrambi (che non sono fratelli di sangue) e i mille e mille ostacoli frapposti dal Clarin, uno dei gruppi mediatici più poderosi dell’America latina, alimenta i sospetti degli organismi per i diritti umani.
Gli avvocati di Marcela e Felipe e di Ernestina (che ha 86 anni) si sono opposti ostinatamente all’ipotesi che i campioni prelevati venerdì restassero depositati nel Bndg. Ciò che alimenta ancor di più il sospetto avanzato perfino dall’entourage delle Nonne che gli avvocati di Clarin abbiano potuto realizzare il confronto dei campioni per via extra-ufficiale e illegale, verificando che il risultato sia negativo.
Un’ipotesi suffragata dal brusco cambio di posizione da parte di Marcela e Felipe, che si sono opposti ai test del dna per tutto il tempo possibile fin quando, due settimane fa, li hanno inaspettatamente accettati. Una delle perite dei due fratelli è Ana Maria Di Leonardo, l’ex-direttrice del laboratorio genetico che funzione nell’ospedale Durand di Buenos Aires. Tuttavia Estela Carlotto, la leader della Nonne, non crede alla possibilità che Clarin abbia già potuto fare il confronto per via privata, dal momento che sostiene che dati del Bndg sono confidenziali, con controlli incrociati difficili da vulnerare. Il Bndg è un istituto scientifico d’avanguardia e di riferimento mondiale nel campo della restituzione dell’identità a partire dalla genetica.
La probabilità che i due ragazzi siano figli di desaparecidos ma che il risultato sia negativo non è infondata. Da un lato, ci sono famiglie di cui non è rimasta nessuna traccia genetica perché sono sparite al completo: il fatto che non sia rimasto nessun famigliare vivo per parte di madre rende impossibile stabilire l’identità del minore rubato. D’altra parte, ci sono casi di desaparecidos che erano campesinos di estrazione multo umile del nord argentino, le cui famiglie non hanno mai presentato la denuncia della scomparsa dei famigliari.
Poi molti desaparecidos vivevano nella clandestinità prima di essere sequestrati, per cui molti genitori non sapevano che le figlie fossero incinte. Questo per esempio è il caso di Martin Amarilla, il nipote recuperato numero 98.

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