Il ministro della Giustizia, Francesco Nitto Palma
Il sindaco di Lamezia Terme scrive al ministro della Giustizia per segnalare le condizioni infernali della casa circondariale, con il 186% come indice di affollamento. Ma il Guardasigilli risponde: “L’amnistia non è politicamente percorribile, meglio la depenalizzazione”. Risponde Enrico Sbriglia, segretario del sindacato dei direttori di carcere: “Sono vent’anni che ne sento parlare e non è mai successo niente
Il ministro della Giustizia, Francesco Nitto Palma
Il sindaco di Lamezia Terme scrive al ministro della Giustizia per segnalare le condizioni infernali della casa circondariale, con il 186% come indice di affollamento. Ma il Guardasigilli risponde: “L’amnistia non è politicamente percorribile, meglio la depenalizzazione”. Risponde Enrico Sbriglia, segretario del sindacato dei direttori di carcere: “Sono vent’anni che ne sento parlare e non è mai successo niente
ROMA – L’amnistia non è soluzione per il sovraffollamento carcerario: “Non è politicamente percorribile” – dice il neo ministro della Giustizia, Francesco Nitto Palma – ma ci sono “altre strade, tra cui la depenalizzazione”. Il rappresentante del governo ha così risposto al sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, il quale aveva inviato un messaggio al ministro e al Commissario delegato per il Piano carceri, Franco Ionta, in merito alla la gravissima situazione in cui versa la casa circondariale della sua città.
“Apprendo dalla ricerca della Uil-Pa Penitenziari – afferma Speranza nella lettera – che, relativamente ai dati del primo semestre del 2011, l’istituto penitenziario con il più alto indice di affollamento (anche a livello nazionale) continua ad essere quello di Lamezia Terme (186,7%). Del resto tale criticità era nota già da diverso tempo ed è stata più volte segnalata”. “Proprio negli ultimi mesi – dice ancora il sindaco – una delegazione della Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori e le cause dei disavanzi sanitari regionali ha fatto più volte visita ai detenuti del carcere di Lamezia Terme nell’ambito dell’indagine sulla tutela del diritto alla salute fisica e psichica all’interno delle strutture detentive”.
Ma oltre a confermare il sovraffollamento, sono state evidenziate carenze particolarmente gravi in alcuni servizi sanitari. “Come primo cittadino esprimo la mia preoccupazione per lo stato in cui versa la casa circondariale e auspico un intervento per risolvere radicalmente il problema soprattutto per garantire un trattamento umano e dignitoso a chi sconta una pena detentiva. Auspico – ha concluso Speranza – che verranno fatti tutti gli approfondimenti del caso e che venga trovata un’adeguata soluzione per risolvere una situazione drammatica e urgente”.
Non si è fatta attendere la reazione di Enrico Sbriglia, segretario generale del più forte sindacato dei Direttori Penitenziari. “Sono almeno 20 anni – ha esordito – che sento parlare dell’esigenza di ‘sfrondare il catalogo’ delle pene previste dal codice penale. La questione è stata al centro dei lavori di ben quattro commissioniparlamentari, ma non è mai successo niente. Tante dichiarazioni, numerosissimi e accorati annunci, di fatti concreti neanche uno. Nel frattempo però – ha aggiunto Sbriglia – la nave della Giustizia italiana è in fiamme e le parole del ministro suonano come quelle di chi, a cospetto di una nave che va a fuoco e affonda, propone di costruirne delle altre per andare a salvare quella in procinto di sparire”
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