X come Xavier

Alfabeto brasileiro

Se non avete mai sentito parlare di «psicoscrittura» o «psicografia», accostandovi alla vita e opere di Chico Xavier (Francisco Cà¢ndido) potrete capire. Chico, nato nel 1910, anch’egli in Minas Gerais (qui già  presentato come lo Stato più «interessante» di tutto il Brasile), morto nel 2002, è stato il più celebre medium brasiliano, ma a detta degli ambienti spiritisti, il più grande di tutti i tempi. In effetti, in Brasile me ne parlano anche studenti e professori che nulla hanno a che fare con questi ambienti. E sono proprio queste conversazioni ad avermi incuriosito.

Alfabeto brasileiro

Se non avete mai sentito parlare di «psicoscrittura» o «psicografia», accostandovi alla vita e opere di Chico Xavier (Francisco Cà¢ndido) potrete capire. Chico, nato nel 1910, anch’egli in Minas Gerais (qui già  presentato come lo Stato più «interessante» di tutto il Brasile), morto nel 2002, è stato il più celebre medium brasiliano, ma a detta degli ambienti spiritisti, il più grande di tutti i tempi. In effetti, in Brasile me ne parlano anche studenti e professori che nulla hanno a che fare con questi ambienti. E sono proprio queste conversazioni ad avermi incuriosito.
Il nome di Xavier, viene immediatamente accostato all’opera Nosso Lar («La nostra dimora»), un esempio di libro «dettato»: nel caso tale Andrè Luiz. Ne è stato tratto un film (lo si trova in rete, sottotitolato in italiano), che racconta la vita dopo la morte, con una certa capacità di suggestione. Si sperimenta, insomma, la «quarta dimensione», che, a ben vedere, è quella della classica utopia: il luogo che non c’è, ma anche il luogo ove si vive bene. Come gli spiritisti alla Kardec (a cui ho dedicato la lettera K del nostro Alfabeto), Xavier – più lontano dall’ortodossia cattolica – disegna una città utopica: non la ciittà celeste, di agostiniana memoria, ma città degli umani, che, in quanto essi sono comunque a somiglianza degli dei, è anche città divina. Si è collocato l’utopia di Xavier nell’ottica della ricerca di un Lewis Mumford che racconta la città nella storia, spiegandoci che nei primi esempi di urbanizzazione si trovano, al centro dei villaggi, le fortezze ma anche i luoghi sacri. Il racconto di Xavier-Luz esprime un ideale di pianificazione urbana in cui si rivela un disegno di ordine, di progresso, ma altresì di divina provvidenza: non vi sono malattie, gli abitanti sono sereni, i servizi funzionano… Un ideale da perseguire, in sintesi, che ricorda progetti novecenteschi di igieinizzazione delle città, e per quel che riguarda il Brasile, in particolare di Rio, di cui si interessò un medico progressista e repubblicano, Oswaldo Cruz, che si sospetta sia la vera identità di Andrè Luiz.
Gli autori mediati da Chico sono innumerevoli: sono oltre quattrocento i libri scritti «sotto dettatura», alcuni dei quali hanno fatto epoca, come Brasil, coração do mundo, pátria do Evangelho, apparso in piena Era Vargas, nel 1938, dettato dallo spirito del poeta Humberto de Campos: in esso la missione spirituale attribuita al Brasile si coniuga al disegno di formazione nazionale, quando le politiche pubbliche miravano a imporre una nuova visione della storia brasiliana, la quale, per Chico, è creazione divina, in qualche modo riprendendo e rilanciando il giudizio dei primi europei giunti in questa terra nel sec. XVI, che ne avevano parlato come del «Paradiso terrestre». E in effetti egli vede nella colonizzazione portoghese una «missione cristiana».
Oggi tutto ciò oltre ad avere un enorme pubblico di «consumatori», seguaci dello spiritismo e adoratori di Xavier, da cui è nata una potente religione istituzionale, è oggetto di studio nelle università, stimolo a una robusta produzione editoriale. Anche lo spirito, in fondo, si nutre di materia.

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