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Priebke, videotestamento: “Fosse Ardeatine per noi fu terribile”

In un messaggio registrato dal suo legale e intitolato ‘Guai ai vinti’, l’ex capitano delle Ss dice: “Non era possibile rifiutarsi, ci fu detto che era un ordine di Hitler, e chi non voleva farlo sarebbe stato fucilato”. E sull’attentato di via Rasella: “Il Gap comunista sapeva che avremmo fatto rappresaglia”
In un messaggio registrato dal suo legale e intitolato ‘Guai ai vinti’, l’ex capitano delle Ss dice: “Non era possibile rifiutarsi, ci fu detto che era un ordine di Hitler, e chi non voleva farlo sarebbe stato fucilato”. E sull’attentato di via Rasella: “Il Gap comunista sapeva che avremmo fatto rappresaglia”

 ROMA – Nel video-testamento registrato poco prima di morire, Erich Priebke parla dell’eccidio delle Fosse Ardeatine e sostiene che si trattava di un ordine al quale “non era possibile rifiutarsi”. Priebke racconta che l’ordine di eseguire la rappresaglia fu dato al capitano Schultz. “Il capitano Schultz – racconta Priebke nel video – fu eletto da Kappler come organizzatore della rappresaglia. Lui era già stato in guerra nel fronte contro i russi ed era più abituato alla morte e alle rappresaglie. Per noi, per me e gli altri, era una cosa terribile”. L’intervista è condotta dal suo legale, Paolo Giachini, nella casa romana del ‘boia’ morto la settimana scorsa a 100 anni. E alla domanda se fosse possibile rifiutarsi, Priebke risponde: “Naturalmente non era possibile rifiutarsi”.

“Schultz – spiega Priebke – prima della rappresaglia disse a tutti: questo è un ordine di Hitler che dobbiamo eseguire e chi non vuole farlo, meglio che si metta con le altre vittime perché sarà anche lui fucilato”. Il video messaggio si conclude mostrando la frase letta da Priebke nel corso dell’udienza del 3 aprile del 1996 davanti al Tribunale militare di Roma: “Sento, dal profondo del cuore – la dichiarazione letta da Priebke e mostrata nel video messaggio – il bisogno di esprimere le mie condoglianze per il dolore dei parenti delle vittime delle Fosse Ardeatine… Come credente non ho mai dimenticato questo tragico fatto, per me l’ordine di partecipare all’azione fu una grande tragedia intima… Io penso ai morti con venerazione e mi sento unito ai vivi nel loro dolore”.

Nel video-testamento, l’intervistatore, che è lo stesso Giachini, prende le mosse dall’autobiografia dell’ex capitano delle Ss, intitolata ‘Vae victis’, cioè “guai ai vinti”, titolo che viene dato all’intera intervista.

Ma Priebke parla anche dell’attentato di via Rasella, che sarebbe stato compiuto apposta dai ‘Gap comunisti’ per provocare la rappresaglia da parte dei tedeschi e ottenere la rivolta della popolazione. “L’attentato di via Rasella – afferma – fu fatto sapendo che dopo l’attentato viene la rappresaglia poiché Kesselring quando ha preso il suo comando in Italia ha fatto mettere sui muri un avviso che spiegava che qualunque attentato contro i tedeschi era punito con la rappresaglia”. “Questo è risaputo – dice ancora Priebke – e loro lo hanno fatto a proposito perché pensavano che una nostra rappresaglia poteva creare una rivoluzione della popolazione”.

Intanto l’avvocato del ‘boia’, intervistato da Oltreradio.it, annuncia: “Abbiamo da pochi minuti preso contatto con il console dell’ambasciata tedesca in Italia che in queste ore si sta occupando della questione in una riunione con l’ambasciatore. Attendiamo notizie dopo la nostra richiesta che la salma sia mandata in Germania”. Poi dice: “Non sono a conoscenza di dove sia in questo momento il corpo di Priebke, e questo è scandaloso. Denunceremo tutto alle autorità competenti”. Infine, “non è vero che Priebke non si è pentito. Il mio assistito si è più volte comunicato e confessato in chiesa. Priebke ha incontrato, in forma privata, i familiari di alcuni caduti delle Fosse Ardeatine”.

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