"Anni fa abbiamo guardato al fenomeno Grillo con simpatia perché era figlio della rabbia dei cittadini italiani, ma la rabbia da sola non basta. Grillo fa finta di non capire l'importanza della realtà europea". Intervistato da Lucia Annunziata a In Mezz'Ora, Alexis Tsipras, candidato per la sinistra europea a presidente della Commissione Ue, non fa sconti a nessun politico italiano, a cominciare dal leader del Movimento Cinque Stelle.
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Alexis Tsipras a In Mezz’Ora: “Beppe Grillo non capisce: la rabbia da sola non basta”

“Anni fa abbiamo guardato al fenomeno Grillo con simpatia perché era figlio della rabbia dei cittadini italiani, ma la rabbia da sola non basta. Grillo fa finta di non capire l’importanza della realtà europea”. Intervistato da Lucia Annunziata a In Mezz’Ora, Alexis Tsipras, candidato per la sinistra europea a presidente della Commissione Ue, non fa sconti a nessun politico italiano, a cominciare dal leader del Movimento Cinque Stelle.

“Anni fa abbiamo guardato al fenomeno Grillo con simpatia perché era figlio della rabbia dei cittadini italiani, ma la rabbia da sola non basta. Grillo fa finta di non capire l’importanza della realtà europea”. Intervistato da Lucia Annunziata a In Mezz’Ora, Alexis Tsipras, candidato per la sinistra europea a presidente della Commissione Ue, non fa sconti a nessun politico italiano, a cominciare dal leader del Movimento Cinque Stelle.

Secondo Tsipras, i nemici da sconfiggere alle prossime elezioni europee sono più d’uno: da un lato c’è il populismo, colpevole di voler “disgregare l’Ue”; dall’altro ci sono le politiche di austerity che hanno fatto solo male al progetto europeo. “Per noi – ha aggiunto Tsipras – l’Europa è il terreno di una lotta di classe”.

Ma il leader greco non fa sconti neanche al premier Matteo Renzi. “Sto seguendo con molto interesse Renzi, che ha dimostrato dinamismo sulle tasse ma che sulle politiche del lavoro rimane ancorato a un nocciolo principale neoliberista. E questo, lo abbiamo visto, non funziona”. “Le scelte autoritarie in stile Renzi vanno a braccetto con le politiche europee. È successo anche in Grecia. Le nostre costituzioni ci proteggono da questi cambiamenti autoritari in stile neoliberista”.

“Siamo riusciti a raccogliere 150mila firme con una legge ingiusta. L’Altra Europa con Tsipras sarà una sorpresa”, ha detto il leader greco. “La nostra scelta di avere questa lista di un’Altra Europa per l’Italia significa che siamo convinti di riuscire a cambiare gli equilibri in queste elezioni europee. Con queste elezioni non si scelgono degli eurodeputati, si sceglie la nostra vita […]. Non dobbiamo perdere questa occasione, la politica dell’austerità, e della disgregazione della coesione sociale, porta a dei vicoli ciechi, è arrivato il momento di dire che è finita”.

“Quello che è avvenuto negli ultimi due mesi in Italia è molto interessante. Siamo riusciti a raccogliere oltre 150mila firme con una legge secondo me è ingiusta. Stiamo guadagnando molti consensi, la nostra lista sarà la vera sorpresa di queste elezioni”, ha aggiunto Tsipras. “Siamo una sinistra che non vuole solo protestare, ma vuole governare per cambiare le vite di tutte quelle persone che oggi fanno una fatica incredibile”.

Riguardo al quotidiano tedesco Der Spiegel, che lo ha definito “il nemico numero uno dell’Europa”, Tsipras si dice onorato del titolo, se ciò vuol dire essere pericoloso per i banchieri e il grande capitale.

Barbara Spinelli, membro della lista L’Altra Europa con Tsipras, ha insistito sullo scopo principale della lista: non solo criticare, ma cambiare l’Europa dall’interno, seguendo i principi del Manifesto di Ventotene redatto dal padre Altiero e da Ernesto Rossi durante il periodo di confino negli anni Quaranta, presso l’isola di Ventotene.

Alla Spinelli anche una domanda sulla polemica sui “professoroni”, accusati dal ministro per le Riforme Maria Elena Boschi di “opporsi al cambiamento”. Un atteggiamento che preoccupa la Spinelli, che vi riconoscere un certo “disprezzo per gli intellettuali”, unito all’impossibilità in questo momento politico di esprimere qualsiasi voce di dissenso o esigenza di confronto.

“Io ho firmato l’appello di Rodotà e Zagrebelsky. L’impressione che mi fa” la polemica del premier Matteo Renzi contro i “professoroni” “è abbastanza triste”. “Si ha l’impressione – spiega – che qualsiasi voce di dissenso rispetto a questa linea della governabilità a tutti i costi, della velocità fine a se stessa, venga combattuta. Chi chiede di discutere viene oscurato, come questa lista L’altra Europa con Tsipras. Ma questo disprezzo verso chi la pensa diversamente, al quale si aggiunge il disprezzo per l’intellettuale, verso chi lavora con la penna, verso il ‘professorone’, è molto populista da parte di Renzi”.

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