Roma, sgomberati e caricati aspettando Sal­vini

L’occupazione di Santa Maria del Popolo sgomberata ieri mattina. Cariche nel pomeriggio in piazzale Flaminio. Oggi la Capitale sarà divisa in due: la Lega con Casa Pound in piazza del Popolo, i «Mai con Salvini» partono invece da Piazza Vittorio

Piazza del popolo ieri era stata ridotta ad un recinto mili­ta­riz­zato. Camio­nette di cara­bi­nieri e poli­zia ne hanno sigil­lato tutti gli accessi. Que­sto è il risul­tato della pre­senza di Sal­vini che oggi mani­fe­sterà in que­sta piazza insieme a Casa Pound, men­tre i movi­menti, cen­tri sociali e la sini­stra cit­ta­dina con l’Anpi, Sel, il Roma Pride e l’Associazione Giu­ri­sti Demo­cra­tici sfi­le­ranno dalle 14 da piazza Vit­to­rio fino a via dei Baul­lari vicino a Campo dei Fiori.
Di solito distratto e affol­lato da turi­sti, sin dalle undici di ieri il Tri­dente è stato inve­stito dalle pro­te­ste con­tro il lea­der leghi­sta. I movi­menti della casa si sono atti­vati su due fronti. Il primo è stato quello di piazza di Spa­gna dove un cor­teo è stato bloc­cato poco dopo l’uscita del lungo tun­nel che porta alla linea A della metro­po­li­tana. Un altro gruppo è riu­scito ad entrare nella chiesa di Santa Maria del Popolo da un’entrata late­rale. Tra i ban­chi gli atti­vi­sti e i migranti hanno sro­to­lato uno stri­scione «Mai con Sal­vini, Mai con Renzi, Respin­gia­moli», men­tre altri si sono arram­pi­cati fino al tetto dove sono riu­sciti ad esporre altri stri­scioni con gli slo­gan della cam­pa­gna «Mai con Sal­vini». L’intenzione era quella di tenere l’occupazione sino all’inizio della mani­fe­sta­zione leghi­sta di oggi.

Il blitz con­tro il lea­der leghi­sta ha spinto la finanza ad entrare nella chiesa e a sgom­be­rare gli occu­panti. Non era mai acca­duto, con­si­de­rando anche pre­ce­denti occu­pa­zioni come quella rea­liz­zata alcuni mesi fa dai movi­menti della casa nella basi­lica di Santa Maria Mag­giore con­tro il piano Casa di Lupi. Una donna stra­niera di 65 anni ha avuto un malore. Alcune testi­mo­nianze sosten­gono che abbia rice­vuto un colpo durante lo sgom­bero. È uscita dalla chiesa in barella. «La resi­stenza di ieri è stata un primo segno della rab­bia cre­scente con­tro Sal­vini e Casa­pound — si legge in un comu­ni­cato dei movi­menti — Inac­cet­ta­bile il com­por­ta­mento di poli­zia e finanza che hanno vio­lato ieri un luogo sacro. Altro che acco­glienza! Anche la curia porta la respon­sa­bi­lità di que­sto scempio».

«È stato uno sgom­bero pesante – ha detto il capo­gruppo di Sel in Cam­pi­do­glio Gian­luca Peciola — È grave che si usi vio­lenza per garan­tire alla Lega la mani­fe­sta­zione di oggi. È evi­dente che Sal­vini porta ten­sioni a Roma. Ci mobi­li­te­remo insieme alle forze demo­cra­ti­che e anti­fa­sci­ste della città con­tro il raduno della Lega. Sarà una mani­fe­sta­zione paci­fica e demo­cra­tica oppo­sta a quella tetra di Piazza del Popolo».
In attesa di esporre le sue ragioni sul pal­co­sce­nico media­tico che anche ieri sera gli è stato offerto, da Milano il lea­der della Lega ha con­fuso una vio­lenza che non c’è stata, se non quella sui mani­fe­stanti, con la nega­zione del diritto al mani­fe­stare dei suoi con­te­sta­tori: «Mi aspetto una ferma con­danna di ogni tipo di vio­lenza, di squa­dri­smo rosso da parte di Renzi, Marino, Bol­drini, Alfano, di tutti i chiac­chie­roni – ha detto — «Que­ste scene da quarto mondo — ha aggiunto Sal­vini — por­te­ranno più gente. Se ci sono dei vio­lenti, uno Stato nor­male li isola, li allon­tana e, se serve, li porta in galera».

Affer­ma­zioni che hanno preso un senso nelle cari­che del pome­rig­gio quando i movi­menti sono tor­nati da un altro lato di una piazza del Popolo ormai for­ti­fi­cata: piaz­zale Fla­mi­nio. Erano più di cin­que­cento a bloc­care la via del Muro Torto. Almeno un cen­ti­naio di cara­bi­nieri e poli­ziotti in tenuta anti­som­mossa erano schie­rati davanti a loro. Cin­que blin­dati di poli­zia e cara­bi­nieri sigil­la­vano l’entrata. La cir­co­la­zione degli auto­vei­coli è rima­sta bloc­cata per ore. Alla mili­ta­riz­za­zione è stato rispo­sto con il blocco della città, spez­zata in due parti.

Il Muro Torto è infatti un’arteria che col­lega i quar­tieri del nord della Capi­tale alla sta­zione Ter­mini e alla Pre­ne­stina e Casi­lina, la parte sud della Capi­tale. Tra gli stri­scioni stesi tra i sema­fori, ce n0’era uno verde con scritte cubi­tali bian­che: «Togliamo di mezzo il mondo di sopra». Lo slo­gan, che ha carat­te­riz­zato l’ultimo periodo delle mobi­li­ta­zioni nella capi­tale, è un’allusione alla teo­ria sul «mondo di mezzo» for­mu­lata dall’ex estre­mi­sta di destra Mas­simo Car­mi­nati a capo della cupola di «Mafia Capi­tale», un’organizzazione che ha saputo lucrare sulla nuda vita dei richie­denti asilo e delle norme sta­bi­lite dalla legge Bossi Fini voluta a suo tempo dalla Lega. «Siamo qui per fer­mare Sal­vini e impe­dire che il fasci­smo e il raz­zi­smo pren­dano piede in Ita­lia», ha riba­dito un atti­vi­sta dal mega­fono, men­tre i migranti si pas­sa­vano di mano in mano diversi mini-gommoni, sim­boli della tra­ge­dia di Lam­pe­dusa. Una donna ha scritto con un pen­na­rello nero sulla pla­stica gon­fia­bile blu:«Salvini fuori dai con­fini». E poi «Mai con Sal­vini» e «mai con Renzi». Per chia­rire, come hanno riba­dito in maniera più estesa con i mega­foni, che lo spa­zio di oppo­si­zione al governo Renzi non è quello xeno­fobo, sovra­ni­sta della Lega che sfila con l’estrema destra.

Dopo un’ora, tra slo­gan, molte ban­diere «Stop sfratti», taze­bao e car­telli con dise­gni più che espli­citi con­tro il fascio-leghismo, i gom­moni sono stati dispo­sti in fila davanti al cor­done schie­rato delle forze dell’ordine. Infine la carica. I mani­fe­stanti hanno alzato i gom­moni davanti agli scudi degli agenti. La rispo­sta è stata ful­mi­nea e bru­tale. Una decina di mani­fe­stanti aveva indos­sato nel frat­tempo caschi e pas­sa­mon­ta­gna. Il pre­si­dio è stato sba­ra­gliato. Nella vee­menza di una carica di pochi istanti si è udita la voce dispe­rata di una donna che ha urlato, ripe­tu­ta­mente, «Basta! Basta!» a squar­cia­gola. Il pre­si­dio è stato disperso, un paio di per­sone pre­le­vate a forza dalla strada sono state fer­mate. Ci sono stati con­tusi sulla via Flaminia.

Il cor­teo si è riti­rato in via di Villa Giu­lia dopo un lan­cio di lacri­mo­geni da parte della celere. Si è ricom­pat­tato e ha sfi­lato in cor­teo per le strade rab­buiate di Roma. Sulle stri­sce pedo­nali di una cor­sia del muro Torto è rima­sta una scritta in rosso: « Sal­vini vattene ».

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