La nuova coa­li­zione

Dalla due giorni dei Frentani si esce con tante idee e proposte. Dal reddito di dignità all’occupazione delle case sfitte. Ora la sfida è declinare e lanciare le campagne sul territorio

Due giorni per comin­ciare una sfida. Senza sapere ancora se e come fun­zio­nerà. Della Coa­li­zione sociale si può dire tutto tranne che sia una cosa già vista.

Stampa e media hanno cer­cato di para­go­narla ad esempi lon­ta­nis­simi fra di loro. Si va dalla Leo­polda di Renzi ad un Social club di vetero comu­ni­sti attem­pati. Modelli così diversi e oppo­sti tra­di­scono la dif­fi­coltà degli osser­va­tori — tutt’altro che disin­te­res­sati — nel com­pren­dere un nuovo modo di fare poli­tica. Come tale non richiu­di­bile in modelli pas­sati o già visti.

Se, final­mente, Mau­ri­zio Lan­dini sem­bra essere riu­scito nell’impresa tita­nica di far capire a tutti che non si tratta di un par­tito, la dif­fi­coltà a com­pren­derne obiet­tivi e pra­ti­che acco­muna chiun­que ne abbia com­men­tato lo svol­gi­mento, in pri­mis i poli­tici che ten­tano di deni­grarla. Per­ché «fac­ciamo paura», sostiene il segre­ta­rio della Fiom.

Più dif­fi­cile è invece capire e giu­di­care cosa sia real­mente la Coa­li­zione sociale. Della due giorni al cen­tro con­gresso Fren­tani di Roma si è usciti con grande entu­sia­smo e voglia di met­tersi al lavoro sul ter­ri­to­rio. Sen­ti­menti che però non hanno sciolto i dubbi e le per­ples­sità di buona parte degli stessi partecipanti.

Gli orga­niz­za­tori si riten­gono comun­que «più che sod­di­sfatti». «Per numero di par­te­ci­panti, per qua­lità degli inter­venti e delle pro­po­ste uscite e per la stessa moda­lità dello stare insieme non pote­vamo atten­derci di meglio», fanno sapere, chie­dendo l’anonimato pro­prio per dare un senso di uni­cità e non di appar­te­nenza alle sin­gole orga­niz­za­zioni che hanno ade­rito. E sot­to­li­neando l’età media assai bassa degli inter­ve­nuti — tra­mite la scheda fatta com­pi­lare ad ogni par­te­ci­pante — e il fatto che solo il 40 per cento era un lavo­ra­tore a tempo inde­ter­mi­nato, per­cen­tuale che scon­fessa chi si aspet­tava una mag­gio­ranza di dele­gati Fiom. «Su 1.087 par­te­ci­panti molti quo­ti­diani hanno citato solo Scal­zone e Piperno, che fra l’altro non hanno par­lato. È come cer­care un ago in un pagliaio, siamo lusi­gnati da tanta ricerca ma avremmo pre­fe­rito un ascolto vero della discus­sione e delle pro­po­ste», rispondo gli organizzatori.

La pra­ti­cità richie­sta da chi gestiva i quat­tro gruppi ora dovrà essere tra­sfe­rita nelle città di pro­ve­nienza — se ne con­tano 80 — dei par­te­ci­panti. Il rischio — che molti paven­tano — che a livello di ter­ri­to­rio chi è meglio orga­niz­zato (Fiom, Arci o cen­tri sociali) mono­po­lizzi i temi e le pra­ti­che è rispe­dita al mit­tente. «La Coa­li­zione — ragio­nano gli orga­niz­za­tori — non è sol­tanto una rete di allenze fra orga­niz­za­zioni, se fosse così sarebbe una cosa vec­chia e già vista. I veri pro­ta­go­ni­sti della Coa­li­zione sociale dovranno essere coloro che non sono riu­sciti a venire a Roma ma che ci hanno con­tat­tato per poter par­te­ci­pare». Per que­sto viene data grande impor­tanza alla piat­ta­forma sul sito coa?li?zione?-sociale?.it che sarà imple­men­tata a breve per met­tere in rete tutti coloro che vor­ranno partecipare.

La richie­sta di «corag­gio» lan­ciata tra le ova­zioni da parte di Ste­fano Rodotà è l’altra carat­te­ri­stica che con­trad­di­stin­guerà la Coa­li­zione sociale. E le cam­pa­gne e le pro­po­ste che sono state lan­ciate lo con­fer­mano. Red­dito di dignità, ridu­zione dell’orario di lavoro, occu­pa­zioni, beni e spazi comuni, rige­ne­ra­zione delle fab­bri­che e delle peri­fe­rie sono i temi su cui impe­gnarsi da subito sul ter­ri­to­rio. «Sul red­dito di dignità si parte dalla pro­po­sta por­tata avanti da Libera e dalla cam­pa­gna “Mise­ria Ladra”: pun­tare ad una forma non cari­ta­te­vole che per­metta però ad ogni indi­vi­duo di rifiu­tare il ricatto di dover rinun­ciare a diritti in cam­bio di un lavoro». Ma — ci ten­gono a sot­to­li­neare — non c’è una gerar­chia di cam­pa­gne e il red­dito di dignità non la più importante.

Per que­sto anche l’appuntamento lan­ciato da Lan­dini per «un primo mag­gio dei diritti da tenere in autunno con una grande mani­fe­sta­zione nazio­nale» non si esau­rirà nella sola richie­sta dell’introduzione del red­dito di dignità o cit­ta­di­nanza, la cui pro­po­sta peral­tro non è ancora stata formalizzata.

Assieme a que­sta ven­gono citate la bat­ta­glia sull’impatto cli­ma­tico, sulla ricon­ver­sione e auto­re­cu­pero delle fab­bri­che e degli spazi pub­blici, all’allargamento della mobi­li­ta­zione con­tro la Buona scuola all’università, al tema della for­ma­zione per­ma­nente e della cultura.

Un pro­gramma poli­tico. Che la Coa­li­zione sociale lot­terà per por­tare al cen­tro del dibat­tito e del con­fronto con tutte le forze poli­ti­che. «Non solo a sini­stra». Lan­dini dixit.

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