Desiderare, fino al cuore della rivolta

SCAFFALE. “Archivi della Resistenza. Un elogio (o quasi) del digitale”, a cura di Alessio Giannanti e Simona Mussini. Il numero 24 della rivista Il de Martino è dedicato ai dieci anni del collettivo di Fosdinovi

La memoria è un corpo vivo, non potrebbe del resto essere diversamente. Nella sua sporgenza verso il futuro sta il carattere di progetto, di sistemazione non identitaria ma mobile di confronto, scambio e conflitto.
Il rendere conto di questo movimento, che non è muscolare ma del desiderio, è una delle ragioni che profondamente sorreggono attività come quelle del collettivo  Archivi della Resistenza – Circolo Edoardo Bassignani di Fosdinovo. Essersi strutturati negli anni e avere da poco festeggiato i primi 10 della loro esistenza rappresenta invece una incessante passione per la politica, rara e preziosa in questi tempi bui di retorica contro l’antifascismo.

Memoria e passione sono ora consegnate alle pagine della rivista «Il de Martino» (n.24, pp. 143, euro 20) che qualche mese fa ha dedicato un importante numero proprio all’associazione che dal 2004 raduna, mappa e tiene insieme criticamente i momenti cruciali della Lotta di Liberazione nelle province di Massa Carrara e La Spezia.

Si intitola dunque Archivi della Resistenza. Un elogio (o quasi) del digitale, a cura di Alessio Giannanti e Simona Mussini, e porta in allegato un dvd Parole riprese, una videoantologia – a cura di Luca Marchi e Giulia Sorrentino – della durata di circa 4 ore e che raccoglie i film-intervista dedicati alla Resistenza e altri materiali estratti dall’archivio per l’occasione. Il volumetto, con interventi di Paolo De Simonis, Giovanni Contini, Greca Campus, Stefania Ficacci, Giovanni Cerutti, Giulia Jonica Lucà e Sonia Cenceschi, si compone anche delle note tratte da alcuni quotidiani – tra cui c’è anche il manifesto con un articolo di Ivan Della Mea del 2008.

Il collettivo di Fosdinovi, che da 11 anni organizza il festival estivo Fino al cuore della rivolta – in cui alla convivialità si affiancano dibattiti e seminari -, tiene insieme da sempre sia la militanza che la ricerca, due elementi inscindibili che fanno del lavoro di équipe un laboratorio costante in cui ogni fase viene seguita e sperimentata da tutte e tutti.

Dalle interviste ai partigiani e alle partigiane fino alla gestione (dal 2012) del Museo audiovisivo della Resistenza, luogo fortemente sostenuto e voluto da Paolo Ranieri, ciò che emerge di questi «fiancheggiatori della storia» è una perlustrazione della Resistenza (sempre intesa in maniera estensiva) che fa sponda con la storia orale, con la storia che dal basso racconta e suggerisce che la risorsa delle classi non egemoni è la significazione della memoria quando viene pungolata e interrogata, ripresa e ascoltata. Ecco che le interviste e tutto il materiale audio e video assumono i connotati di un metodo che può essere più praticato che studiato a tavolino: quello della presenza che fa sorgere la storia ancora una volta, nella relazionalità che la rimette al mondo. Arrivando fino al cuore della rivolta.

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