Guatemala, dalla guerriglia alla lotta politica: la comunità di Nuevo Horizonte

Quello della comunità di Nuevo Horizonte, nel nord del Guatemala, è un racconto di passaggio dalla lotta armata a quella politica

Dopo la fine della guerra civile, le famiglie di alcuni ex guerriglieri hanno fondato la comunità di Nuevo Horizonte, alla ricerca di un luogo in cui vivere in pace e nel rispetto dei diritti umani. Con una particolare attenzione ai contadini e al diritto alla terra. Ecco la loro storia

Quello della comunità di Nuevo Horizonte, nel nord del Guatemala, è un racconto di passaggio dalla lotta armata a quella politica. Una vicenda che attraversa la dolorosa storia recente del Paese fino ad arrivare ai nostri giorni. “Qui a Nuevo Horizonte oggi tutti hanno una casa, i bambini vanno a scuola e abbiamo aperto un centro di salute e una casa di maternità. Abbiamo un centro di diabete e organizziamo attività di informazione ed iniziative sull’uguaglianza di genere”, racconta a Osservatorio Diritti l’ex guerrigliero “Rony” (questo è il suo pseudonimo di battaglia, creato per non essere rintracciato).

Le origini. Nuevo Horizonte è stata fondata nel 1997 da ex combattenti, uomini e donne, del Frente Norte de las Fuerzas Armadas Rebeldes (Far), che avevano partecipato alla guerra civile terminata un anno prima. Una realtà significativa per il Guatemala, dato che il Frente faceva parte della Unidad Revolucionaria Nacional Guatemalteca, uno dei principali protagonisti degli Accordi di Pace firmati nel ’96 con l’allora presidente Alvaro Arzù. Oggi – dopo aver aderito alla guerriglia nel corso degli anni Settanta, subito dopo l’inizio di espropri e massacri diffusi – nella comunità vivono circa 530 persone. “Molti si unirono alla guerriglia perché non videro alcuna possibilità di dialogare con il governo e l’esercito per ottenere i cambiamenti che desideravamo: rispetto del diritto alla vita dei contadini, sviluppo sociale, diritto ad una vita dignitosa e, soprattutto, diritto alla terra che era stata espropriata”, dice ancora Rony.

La guerra civile. In Guatemala gli scontri sono durati 36 anni e hanno provocato morti e sofferenze. Le stime parlano di circa 200 mila vittime, 45 mila desaparecidos e un numero di sfollati compreso tra mezzo milione e 1 milione (comprendendo sia chi è espatriato sia chi è rimasto nel Paese). Contadini e indigeni in particolare, inoltre, sono stati vittime di violenze ed espropri.

La nuova resistenza. Rony racconta che dopo la fine degli scontri “decidemmo di creare una nuova strategia di lotta e resistenza all’interno della Comunità di Nuevo Horizonte, chiamata “Los Contra Poderes”, caratterizzata dalla lotta per ottenere una terra comunitaria, in opposizione alla proprietà privata, dalla diversificazione delle colture per lottare contro la malnutrizione, dalla produzione in linea con la protezione dell’ambiente, dalla necessità di garantire l’educazione ai giovani e dalla riforestazione come apporto al pianeta”.

Dal partito alla lotta per i diritti. In un primo momento la comunità partecipò al partito Unidad Revolucionaria Nacional Guatemalteca nelle richieste di rispetto di diritti dei contadini, degli operai, della popolazione indigena e, naturalmente, degli Accordi di pace. Gli abitanti, infine, decisero di lasciare il partito, continuando però a impegnarsi nella difesa dei diritti umani dei guatemaltechi.

L’articolo integrale di Fabiana Fuschi del Master in Diritti umani e gestione dei conflitti della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che scrive da Nuevo Horizonte (Petén, Guatemala), “Guatemala. Nuevo Horizonte, dalla guerriglia alla lotta politica”, può essere letto su Osservatorio Diritti

Fonte: Redattore Sociale

Foto: Fabiana Fuschi

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