25 aprile

Resistenza

25 aprile. In nome dell’anticomunismo, l’Italia repubblicana impedì l’epurazione nella magistratura, nelle forze dell’ordine e nell’esercito, proteggendo i criminali di guerra all’estero. Il codice Rocco è solo un esempio di questa eredità avvelenata

Ven­ti­cin­que aprile settant’anni dopo. Il filo rosso della memo­ria è il tenue rac­cordo che ha attra­ver­sato que­sti sette decenni rima­nendo uguale a se stesso

25 aprile. In Italia, il «crollo del Muro» è stato l’episodio usato per demonizzare l’antifascismo. E per equiparare i «rossi» ai «neri»

Oggi la memo­ria dei pro­ta­go­ni­sti di allora, dei par­ti­giani della mon­ta­gna, dei caduti, dei depor­tati, di coloro che ci resti­tui­rono dignità e libertà, è una memo­ria offesa

25 aprile. L’attacco contro la Costituzione si scatena perché la nostra società è passiva, privata di soggettività, estranea alla politica di cui non si sente, e non è, più protagonista

Verso il 25 aprile. Massimo Ottolenghi, una vita lunga 100 anni (a giugno), militante di Giustizia e Libertà. Durante la guerra organizzò nelle Valli di Lanzo e a Torino, una rete di soccorso per ebrei e perseguitati

Molti di quei giovani rifiutano di arruolarsi nell’esercito di Salò, e una parte di essi affluisce in montagna e dà vita alle prime bande partigiane

Si stra­parla di blocco navale mili­tare. Dimen­ti­cando il mas­sa­cro del 1997 della Kater I Rades — 108 alba­nesi affo­gati, donne, bambi e vec­chi — spe­ro­nata da una nave mili­tare ita­liana nel 1997

A 70 anni dalla Liberazione non possiamo smettere di essere partigiani

Secondo l'assessore Chiara Bisconti dopo l’Expo si potrebbe col­lo­care l’Albero della Vita in piaz­zale Loreto. L'ANPI non ci sta

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