Angelo Mai – Micciacorta https://www.micciacorta.it Sito dedicato a chi aveva vent'anni nel '77. E che ora ne ha diciotto Sat, 05 May 2018 07:33:25 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.4.15 La giunta 5Stelle sgombera a Roma l’Angelo Mai https://www.micciacorta.it/2018/05/la-giunta-5stelle-sgombera-roma-langelo-mai/ https://www.micciacorta.it/2018/05/la-giunta-5stelle-sgombera-roma-langelo-mai/#respond Sat, 05 May 2018 07:31:34 +0000 https://www.micciacorta.it/?p=24456 Sigilli allo storico centro culturale, regolarmente assegnato. Il vicesindaco e assessore alla cultura: non sapevo nulla. Dopo le proteste il sequestro viene sospeso per tre settimane

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È sconcertante che il vice-sindaco Luca Bergamo, e assessore alla cultura della città di Roma, non sapesse che ieri mattina il dipartimento al patrimonio ha ordinato di apporre i sigilli, all’Angelo Mai, laboratorio di produzioni teatrali e musicali, spazio regolarmente assegnato, e vincitore di prestigiosi premi come l’Ubu-Franco Quadri, una gemma politica autogovernata e co-produttrice con il Teatro di Roma (Tdr) di spettacoli e progetti coreografici. La motivazione ufficiale è un provvedimento datato il 23 settembre 2016 con il quale il Comune disponeva la riacquisizione dell’immobile contro il quale gli attivisti dell’Angelo Mai fecero ricorso. Bergamo ha detto di avere appreso la notizia dalle agenzie stampa che hanno ripreso i tweet e i video postati da un centinaio di attori, registi, cantanti, attori, cittadini e militanti dei centri sociali romani accorsi subito dopo che vigili, Digos e operai sono entrati senza preavviso. Bergamo ha anche chiesto la «sospensione» del provvedimento di sequestro per «fare le necessarie e opportune valutazioni». Nel pomeriggio è stata concessa per tre settimane. Non ci sono motivi per non credere al vicesindaco della Capitale. Il problema è che un dipartimento agisca senza che il vertice del Campidoglio sappia. È il segno, inquietante, di una politica ispirata a un tacere amministrando dove tutto procede con apparenti automatismi. Non è così: è un sistema di governo in cui i tagli agli enti locali vanno di pari passo con la spinta a privatizzare, gentrificare e monetizzare le risorse a partire dagli immobili. Una strategia feroce che ha travolto gli enti locali, e le giunte romane, in particolare, stritolate dalle richieste della Corte dei conti. È nata da queste premesse la delibera 140 al tempo del centrosinistra (Marino) e perfezionata dal commissario Tronca: il più grande attacco alle esperienze di auto-governo e auto-gestione che Roma abbia mai subìto. In mancanza di una chiarezza su una precedente delibera approvata dalla giunta Rutelli 23 anni fa, a centinaia di spazi sociali il canone è stato ricalcolato al 100%, diversamente da quello «sociale» definito nel 1995. Di punto in bianco realtà come il Celio Azzurro, la casa internazionale delle donne, la scuola popolare di musica di Testaccio, centri sociali come la Torre, atelier come l’Angelo Mai, sono stati considerati «morosi» per milioni di euro. La Roma indipendente si è mobilitata contro la repressione amministrativa per difendere l’immensa ricchezza prodotta dalla cooperazione sociale. Un’epica battaglia grazie alla quale la Corte dei conti ha riconosciuto l’inesistenza del «danno erariale» per il bilancio commissariato della Capitale. L’insonnolita giunta Raggi avrebbe dovuto agire almeno un anno fa, portando a termine il regolamento sul «patrimonio indisponibile» promesso alla rete «Decide Roma» con l’aggiunta di una delibera che avrebbe impedito atti come quello di ieri. Ma non è accaduto. Per essere efficaci le «valutazioni» di Bergamo dovrebbero portare all’approvazione di atti politici concreti, e irreversibili, richiesti tra l’altro dalla sinistra cittadina (Fassina per «sinistra x Roma» e Amedeo Ciaccheri candidato al Municipio VIII). Il Pd cittadino ha attaccato i Cinque Stelle, ma forse ha dimenticato il modo, non brillantissimo, in cui ha affrontato lo stesso problema quando era al governo. La Cgil di Roma-Lazio, con la segretaria Tina Balì, ha chiesto un incontro a Bergamo e una «soluzione idonea» al problema degli spazi sociali. A difesa dell’Angelo sono intervenuti Maurizio Acerbo (Rifondazione) e la senatrice di LeU Loredana De Petris. «Siamo stati saldati fuori Roma» è l’immagine efficace usata ieri da Silvia Calderoni, attrice simbolo dei Motus – una delle compagnie teatrali italiane pià innovative che a Roma fa base all’Angelo Mai. «Noi non chiuderemo mai, sia chiaro» hanno ribadito gli attivisti che hanno costruito un laboratorio dalle macerie di una bocciofila nel parco di San Sebastiano, all’inizio della via Appia antica, vicino alle Terme di Caracalla. FONTE: Roberto Ciccarelli, IL MANIFESTO

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Roma, cultura sotto attacco della giunta Raggi https://www.micciacorta.it/2017/03/23048/ https://www.micciacorta.it/2017/03/23048/#respond Fri, 03 Mar 2017 09:44:04 +0000 https://www.micciacorta.it/?p=23048 Prima il Circolo Gianni Bosio, poi l'Angelo Mai. Ora tocca alla Scuola popolare di musica di Testaccio

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Raffica di provvedimenti. Politica assente dalla vita reale, sotto attacco nella capitale gli spazi della creatività civile. E la giunta si trincera dietro la formula magica e ignava dei «bandi» La questione delle proprietà comunali che a raffica stanno venendo sfrattate dal Comune a Roma, appare sempre più qualcosa di grottesco, se non di insulso. Comunque rivelatore. Ultima in ordine di tempo la Scuola popolare di musica di Testaccio, cacciata dalla sua sede dentro l’ex Mattatoio, con la richiesta di esosissimi arretrati da pagare. Stessa sorte sta toccando a molte iniziative che senza lucro e con finalità culturali sono alloggiate in spazi comunali: va oltre la soglia del ridicolo il caso del Circolo Gianni Bosio, piccola ma decisiva struttura che è luogo di indagine delle radici antropologiche della cultura popolare. Avendo ottemperato allo sgombero intimato qualche tempo fa, proprio per questo motivo ora non può nemmeno concorrere ai bandi per le nuove assegnazioni comunali. Ma è lunga la teoria di luoghi e animatori di creatività “chiusi” a vario titolo dalla forza pubblica: dall’Angelo Mai privato di quello che prima era un prato sdirupato in fondo a Caracalla, all’Orologio sotto i tesori borrominiani, sprangato dopo più di 30 anni dalla commissione che vigila sulla sicurezza. Tutto questo segna una esplosione del bubbone burocratico che Roma governa, dirige, si spartisce, e magari anche si ride. Quella finta, anzi fintissima legalità invocata e sostenuta dai giornali della destra, che va sempre bene data in pasto come fumo confusionale rispetto ai reali problemi, costosi e drammatici. Non a caso molti di questi provvedimenti «perbenistici» e «moralizzatori» sono stati avviati nel periodo del commissario Tronca, fautore di un potere equidistante da tutti, ma certo lontanissimo dai romani e dalla cultura. Il problema è quello dell’assoluta assenza della politica, di ogni colore, dalla vita reale della città. Non c’è uno straccio di rappresentante del potere che avanzi un’idea, mettendoci possibilmente la faccia. Son passati meno di 40 anni, ma sembrano secoli, da quando l’assessore Renato Nicolini studiava con gli uffici comunali dell’avvocatura gli strumenti percorribili per allargare gli spazi della cultura. Ora per gli spazi culturali l’input allo sgombero viene forse dall’assessorato al patrimonio, ma l’assessore «alla crescita culturale» Bergamo, anche vicesindaco, pare trincerato dietro la formula magica e ignava dei «bandi». C’è un bando su ogni cosa, per qualsiasi attività e per ogni postazione: ma i bandi possono rivelarsi un magnifico imbroglio, visto che qualsiasi commissione giudicatrice potrà sempre affermare che al di là del valore dei titoli di ciascuno, Tizio risulterà più adatto di Caio alle finalità che quel bando richiedeva. Ultimo esempio, l’accorpamento di tutti i teatri di cintura nella struttura satura del Teatro di Roma, che li rimetterà a bando, moltiplicando gli aspetti «discrezionali» di ogni scelta. Per tornare alla Scuola di musica oggi sfrattata da Testaccio, salta agli occhi come ancora nessun provvedimento invece sia stato preso sulle molte case che si erano scoperte affittate a prezzi men che simbolici a celebrità a vario titolo e inciucio. E neanche ai ristoranti che prosperano a cari prezzi sul fascino fasullo dei Masterchef. La Scuola popolare di musica è un archivio, vivente e unico, della canzone popolare e politica (benché nata nel 1976 per il jazz). E non è solo cori, banda, ensemble musicali, spesso chiamati a esibirsi anche all’estero (con Giovanna Marini «capobanda»). Ma è soprattutto scuola, in senso letterale, dove molti giovani apprendono le tecniche del suono e della voce, e fanno continuare ad esistere, prezioso, un patrimonio civile che non portando lustrini né affari, da noi non resisterebbe davvero a lungo. SEGUI SUL MANIFESTO

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«Stronca la vendita della città»: occupato stabile vuoto da 7 anni https://www.micciacorta.it/2016/02/stronca-la-vendita-della-citta-occupato-stabile-vuoto-da-7-anni/ https://www.micciacorta.it/2016/02/stronca-la-vendita-della-citta-occupato-stabile-vuoto-da-7-anni/#respond Sat, 27 Feb 2016 08:23:53 +0000 https://www.micciacorta.it/?p=21411 Diritto all'abitare. Roma, i movimenti della casa e la campagna contro la privatizzazione del patrimonio pubblico: occupazione-lampo di una palazzina nel centro gentrificato della Capitale

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occupazione

"Fermiamo la guerra ai poveri. Gli immobili devono andare all'emergenza abitativa". Dopo La Torre, Corto Circuito, Auro e Marco, Casale Falchetti, Esc, Lab Puzzle anche l'atelier Angelo Mai è a rischio Via Montecatini, angolo via Del Corso. Zona pregiata della Capitale-vetrina. Sette anni fa, prima della mutazione antropologica definitiva di questo spicchio di strada affollato da ristoranti turistici con le tovaglie a poco prezzo e boutique di chincaglierie e souvenir papali, c’era ancora un presidio funzionale: la sede della polizia municipale del primo gruppo. Tre anni dopo i movimenti per il diritto all’abitare sollevarono il caso: la palazzina poteva ospitare le famiglie senza casa, nomadi urbani che occupano e vengono sgomberati, alla ricerca dell’unico bene che può ricostruire una vita. Da allora, nulla. Fino a ieri quando, con un blitz spettacolare, la palazzina è stata occupata dai movimenti della casa che chiedono una «moratoria giubilare» di sfratti e sgomberi. Sotto il governo del commissario Francesco Tronca, sostengono i movimenti, si tende a confondere il caso «Affittopoli» con l’emergenza abitativa, mentre una vastissima quantità di case resta vuota: «Un conto è colpire chi ha preso anche legalmente possesso di un prezioso patrimonio quando potrebbe, con redditi alti, camminare con le loro gambe, un altro è accanirsi contro chi è illegale per necessità ed è escluso da un mercato della casa dai prezzi irraggiungibili». L’azione di ieri si è conclusa dopo mezzogiorno. E altre ne seguiranno, annunciano i movimenti impegnati nella campagna contro la privatizzazione del patrimonio pubblico e degli asili nido comunali previsti dal Documento unico di programmazione 2016–2018 varato da Tronca.

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Angelo Mai a rischio Dopo La Torre, Corto Circuito, Auro e Marco, Casale Falchetti, Esc, Lab Puzzle (con associazioni e sedi di partiti i casi sarebbero 800) ieri l’Angelo Mai ha ricevuto una lettera in cui il Campidoglio commissariato chiede il saldo di un presunto «danno erariale» ravvisato dalla Corte dei Conti. È un preavviso di sgombero. L’immobile, ricostruito dagli attivisti e regolarmente pre-assegnato dall’ex sindaco Veltroni, non è occupato abusivamente, come stabilito in una sentenza della magistratura del 5 aprile 2014. Come negli altri casi si richiede un canone arretrato, anche se non è stata stabilita la sua entità. La delibera 140, varata dalla giunta Marino, rimetterebbe a bando questi spazi a prezzi di mercato. «L’esecuzione di queste ordinanze potrebbe cambiare radicalmente la città, venderla ai privati o renderla un deserto» commentano gli attivisti. *** Chi comanda a Roma: ritratto di una città sotto sgombero e commissariata tre volte

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