Blocco Studentesco – Micciacorta https://www.micciacorta.it Sito dedicato a chi aveva vent'anni nel '77. E che ora ne ha diciotto Tue, 10 Sep 2019 07:38:15 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.4.15 CasaPound e Forza Nuova oscurati dai social: «Diffondono odio» https://www.micciacorta.it/2019/09/casapound-e-forza-nuova-oscurati-dai-social-diffondono-odio/ https://www.micciacorta.it/2019/09/casapound-e-forza-nuova-oscurati-dai-social-diffondono-odio/#respond Tue, 10 Sep 2019 07:38:15 +0000 https://www.micciacorta.it/?p=25645 Internet. Facebook e Instagram cancellano gli account delle due organizzazioni. Oscurati anche i profili dei leader Iannone, Di Stefano, Fiore e di molti militanti

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Casa Pound

È successo poco prima delle 17 di ieri: gli account di CasaPound e di Forza Nuova sono spariti da Facebook e da Instagram, i due social network che fanno capo a Mark Zuckerberg. «Le persone o le organizzazioni che diffondono odio o attaccano gli altri sulla base della loro identità non trovano posto su Facebook e Instagram – spiegano da Facebook – Gli account che abbiamo rimosso violano la nostra policy», affermano secchi dagli uffici del colosso digitale. La presidente dell’Anpi Carla Nespolo esulta: «Siamo molto contenti, nei social network non può essere consentita la violazione della Costituzione». La tempistica non stupisce quelli che conoscono Facebook e ne studiano il funzionamento. Ieri era lunedì, e pare che sia in questo il giorno della settimana che i dirigenti di Facebook fanno il punto sulle novità in termini di policy e regole da rispettare. Di solito, dal pomeriggio parte la cancellazione dei contenuti considerati inconciliabili con il social network. Così si spiegherebbe la coincidenza del provvedimento con la manifestazione di piazza Montecitorio durante la quale destre ed estreme destre hanno contestato la fiducia al governo Conte. Il colpo di spugna sulla propaganda delle organizzazioni neofasciste da parte di Facebook non è inedito: solo qualche mese fa era toccato a gruppi neonazisti statunitensi, prima ancora era stata la volta Alba Dorata in Grecia o il British National Party in Inghilterra. Da CasaPound lamentano la chiusura a strascico delle pagine di centinaia di militanti. Tra quelle rimosse ci sono quelle dello storico leader di CasaPound Gianluca Iannone e del segretario Simone Di Stefano. Sono state rimosse anche le pagine di organizzazioni collaterali ai partiti neofascisti, che si presentano come operanti nel volontariato o nel settore della protezione civile. La pagina di CasaPound Italia aveva circa 250 mila seguaci. I dati di un anno fa elaborati da Patria Indipendente, rivista dell’Anpi, svelano alcune caratteristiche delle pagine rimosse. Ne emerge che attorno a CasaPound e Forza fino al 2018 ruotavano circa 800 pagine a organizzazione, che corrispondono a circa 450 mila post totali diffusi nel primo caso e 380 mila nel secondo. Per il ricercatore Elia Rosati, che a CasaPound ha dedicato un libro, «Facebook è uno strumento essenziale per il radicamento territoriale». Di solito l’insediamento in un nuovo contesto non viene annunciato online direttamente dal logo con la tartaruga stilizzata ma appunto da pagine collaterali di utenti privati o organizzazioni giovanili quali Blocco Studentesco. «Abbiamo attivato i nostri avvocati. Qualcuno ha dato l’ordine di farci fuori», dichiara il consigliere municipale di Ostia Luca Marsella di CasaPound, che era solito usare lo streaming Facebook per lanciare le sue invettive. Ultimamente ce l’aveva coi migranti che vivono nell’ex Colonia Vittorio Emanuele. «Risponderemo con più piazza e più reclutamento», dice il fondatore di Forza Nuova Roberto Fiore invocando un ritorno alle vecchie maniere. Ma ormai è quasi impossibile tracciare un confine netto tra reale e virtuale, tra le mobilitazioni per strada e la loro amplificazione via social, come si è visto in occasione delle campagne contro l’assegnazione di casa popolari ai migranti. Bastava qualche militante per una foto e dei video da diffondere. Adesso sarà un po’ più complicato. * Fonte: Giuliano Santoro, il manifesto

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I fascisti di Blocco studentesco contro l’Anpi in un blitz a un liceo di Roma https://www.micciacorta.it/2019/02/i-fascisti-di-blocco-studentesco-contro-lanpi-in-un-blitz-a-un-liceo-di-roma/ https://www.micciacorta.it/2019/02/i-fascisti-di-blocco-studentesco-contro-lanpi-in-un-blitz-a-un-liceo-di-roma/#respond Sat, 23 Feb 2019 18:08:12 +0000 https://www.micciacorta.it/?p=25250 Il gruppetto avrebbe voluto impedire l'intervento dell'Anpi in un'iniziativa sulle vicende del confine giuliano-dalmata durante la seconda guerra mondiale e intorno alla liberazione dal nazifascismo

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Una dozzina di esponenti dell’organizzazione denominata «Blocco studentesco», una sorta di branca giovanile di «Casapound», ha fatto irruzione ieri mattina nel liceo Giordano Bruno, in zona Casal Boccone a Roma. Il gruppetto avrebbe voluto impedire l’intervento dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi) in un’iniziativa sulle vicende del confine giuliano-dalmata durante la seconda guerra mondiale e intorno alla liberazione dal nazifascismo. L’incontro faceva parte del progetto «Italia-Jugoslavia. Per non dimenticare» promosso dal Comune di Roma. «Nonostante il dibattito sia stato momentaneamente disturbato dall’irruzione di un gruppo di estranei è positivamente proseguito come previsto» fanno sapere dalla scuola. Gli esponenti del Blocco hanno srotolato una striscione e urlato degli slogan al megafono. Avrebbero anche dato dell’«assassino» al relatore che in quel momento stava intervenendo. «Tali personaggi, con fare aggressivo e intimidatorio – afferma l’Anpi – volevano impedire la continuazione dell’iniziativa per imporre la loro distorta e irreale visione della storia. Si ringraziano gli studenti, i docenti, i relatori e il dirigente scolastico che con fermezza e intelligenza hanno isolato i fascisti e li hanno costretti ad allontanarsi dalla scuola». Sull’aggressione è intervenuta anche Claudia Pratelli, assessore Scuola e pari opportunità del III municipio: «Solo due giorni fa al liceo Benedetto da Norcia due ragazzi erano stati malmenati dalla stessa organizzazione di estrema destra. La scelta del governo di tollerare l’occupazione di Casapound suona come un’ambiguità inaccettabile. Per quanto ci riguarda sia chiaro che non c’è spazio né tolleranza alcuna nelle nostre scuole e in questo territorio per atti di violenza o per le organizzazioni fasciste». Il riferimento è alla notizia dei giorni scorsi secondo cui il ministro dell’Economia e delle Finanze (Mef) Giovanni Tria avrebbe scritto una lettera a Virginia Raggi sostenendo che la liberazione della sede dei «fascisti del terzo millennio» non è una priorità, in quanto non è a rischio crollo e non presenta problemi dal punto di vista igienico-sanitario. Tria ha poi smentito di aver inviato questa missiva, sostenendo che il Mef ha richiesto lo sgombero ma è la Prefettura, che come è noto dipende dal ministero dell’Interno, a decidere. «Mentre discutevamo sono entrati questi ragazzi con fare squadrista – racconta un docente presente al’iniziativa – Gli abbiamo detto di andarsene, che lì non potevano stare, ma si sono trattenuti comunque una decina di minuti. Alcuni studenti sono sembrati spaventati, c’erano anche dei minori, mentre altri volevano reagire. Dei colleghi li hanno trattenuti invitandoli a mantenere la calma. Alla fine anche alcuni alunni che potevano avere simpatie di destra non hanno apprezzato l’arroganza. Credo che l’irruzione abbia ottenuto l’effetto opposto a quello desiderato». * Fonte: Giansandro Merli, IL MANIFESTO

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La Capitale delle destre https://www.micciacorta.it/2016/03/la-capitale-delle-destre/ https://www.micciacorta.it/2016/03/la-capitale-delle-destre/#respond Fri, 18 Mar 2016 08:35:08 +0000 https://www.micciacorta.it/?p=21518 nella variegata «galassia nera» della Capitale, c’è un mondo fatto di sigle, luoghi fisici o virtuali, simbolismi, date cerchiate sul calendario. Un sottobosco popolato di vecchi camerati e di giovanissimi neppure maggiorenni

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fascisti

ROMA C’è la destra «ufficiale», quella che rifiuta l’etichettatura di «fascista», ma che a seconda dei casi si autodefinisce «sociale», «popolare», «nazionale», «gollista», «lepenista». Poi c’è l’estrema destra, quella che una volta era «radicale», e che oggi viaggia sotto le insegne di CasaPound, Forza Nuova o del «rinato» Movimento sociale italiano. Ma poi, nella variegata «galassia nera» della Capitale, c’è un mondo fatto di sigle, luoghi fisici o virtuali, simbolismi, date cerchiate sul calendario. Un sottobosco popolato di vecchi camerati e di giovanissimi neppure maggiorenni, che si ritrova nelle trattorie dei Castelli romani o nelle curve degli ultrà di Roma e Lazio, tra leader degli Anni di piombo che non hanno ancora passato la mano e nuove leve che vengono soprattutto dalle periferie abbandonate. Un pacchetto di voti consistente, che trovò una forma di «saldatura» in un momento ben preciso: la vittoria di Gianni Alemanno al Campidoglio, il 28 aprile del 2008. Quel giorno, sulla piazza, c’era di tutto. Da Alessandra Mussolini che, quasi in lacrime, pensava agli incroci del destino («ti rendi conto, è il 28 aprile...», cioè la data della fucilazione, ad opera dei partigiani, del nonno Benito), alla bandiera della storica sezione di Colle Oppio, una sorta di rudere in una delle aree archeologiche più importanti di Roma (davanti al Colosseo, a fianco della Domus Aurea , la reggia di Nerone), che nel Dopoguerra venne occupata da alcuni esuli istriano-dalmati ed è diventata luogo di ritrovo per generazioni di militanti ex Msi, poi ex An, ora in Fratelli d’Italia. Al Campidoglio, i sostenitori di Alemanno festeggiarono esibendo il saluto romano e, in quell’immagine, c’era quasi il senso di una «presa»: «Abbiamo espugnato il palazzo d’inverno», dissero i «camerati». Otto anni dopo, quella destra è dispersa in mille rivoli, il grande contenitore di Alleanza nazionale non c’è più e il risultato sono le «sette sfumature di destra» in corsa alle comunali 2016. Di questi candidati, almeno quattro si richiamano — più o meno direttamente — alla storia missina, un tempo si diceva postfascista, della Capitale. I più a destra sono Simone Di Stefano, leader di CasaPound e dei «fascisti del terzo millennio». Di Stefano ci provò anche tre anni fa, racimolando appena 7 mila voti. Ma CasaPound, a Roma, non è solo una forza elettorale. È diventata un «marchio», non solo con il richiamo alla simbologia fascista, ma anche con canzoni, serate al pub, osterie (in una, all’Esquilino, lavora uno dei capi, Gianluca Iannone), l’attività nelle scuole affidata al Blocco studentesco dove per un periodo ha militato anche il figlio di Alemanno. A loro, inizialmente, si era appoggiato Matteo Salvini: CasaPound, nella manifestazione leghista di un anno fa a piazza del Popolo, faceva da servizio di sicurezza. Ora, però, le strade si sono divise e Di Stefano corre da solo. Alle Comunali, c’è anche Alfredo Iorio, leader del «Trifoglio», gruppo che si ritrova nella vecchia sezione del Msi di via Ottaviano, due passi da San Pietro. Da qui veniva Daniele De Santis, «Gastone» per gli amici, che il 3 maggio 2015, prima della finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina, uccise con un colpo di pistola l’ultrà partenopeo Ciro Esposito a Tor di Quinto. Anche via Ottaviano è un luogo simbolo. Perché qui, nel 1975, venne colpito a morte lo studente greco Mikis Mantakas, uno dei «Cuori neri» narrati nel libro di Luca Telese. Roma, infatti, è anche la città del «presente», le braccia tese per ricordare i «martiri» degli Anni di piombo. Paolo Di Nella, Francesco Cecchin, i poveri fratelli Mattei arsi vivi nel rogo di Primavalle. E, naturalmente, la strage di Acca Larentia, 7 gennaio 1978, l’unico posto che riesce ancora a riunire (quasi) tutte le anime postmissine o postfasciste. Da Giorgia Meloni a Francesco Storace, entrambi candidati a sindaco, che ogni anno portano i fiori ai tre militanti missini uccisi (Francesco Ciavatta, Franco Bigonzetti, Stefano Recchioni), fino alle sigle più estreme. Da due anni, gli unici a disertare sono gli ex di Avanguardia nazionale, gruppo degli Anni 70 che si autosciolse un attimo prima di essere dichiarato fuori legge dal governo, ancora capeggiati da Bruno Di Luia, ex stuntman , quello che al funerale di Pino Rauti contestò la visita di Gianfranco Fini. Gli «avanguardisti», si ritrovano a mezzanotte del 6 gennaio sotto quella che chiamano «la stele di Mussolini», l’obelisco del Foro Italico con la scritta «Dux», che la presidente della Camera Laura Boldrini propose di cancellare. Risposta? Una serie di foto su Facebook , a braccia tese. Ernesto Menicucci

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Studenti aggrediti da militanti di Casa Pound https://www.micciacorta.it/2016/01/studenti-aggrediti-da-militanti-di-casa-pound/ https://www.micciacorta.it/2016/01/studenti-aggrediti-da-militanti-di-casa-pound/#respond Sat, 30 Jan 2016 09:28:12 +0000 https://www.micciacorta.it/?p=21239 Rione Alto, via Foria, piazza Garibaldi sono le tre zone di Napoli prese di mira da Casa Pound e Blocco Studentesco, l’organizzazione collaterale che agisce nelle scuole superiori

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casa pound

NAPOLI Aggrediti con martelli e mazze da baseball da militanti di Casa Pound: due ragazzi ieri mattina sono finiti al pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli con tagli profondi alla testa e trauma cranico-facciale. Tutto è iniziato alle otto: una decina di militanti di Casa Pound si sono presentati all’ingresso del liceo Vittorini, al Rione Alto, per volantinare materiale di Blocco studentesco. Un ragazzo di 15 anni, riconosciuto come «di sinistra», viene prima accerchiato e poi colpito violentemente da un pugno alla testa che gli fa perdere i sensi. All’aggressione seguono nuove minacce, mentre il volantinaggio prosegue. L’aggressione è così veemente che, con i martelli, spaccano la vetrina di un ferramenta per impadronirsi di altri oggetti con cui continuare a colpirli al cranio. Entrambi hanno riportato circa venti punti al volto e alla testa più sospette fratture. Colpita dal lancio delle bottiglie anche una ragazza, che si è ferita, e vari passanti.La notizia si diffonde tra gli studenti che allertano il collettivo dell’Ex opg Je so’ pazzo. Così un gruppo di attivisti si presenta all’orario di uscita per esporre lo striscione «Vittorini Antifascista». Di ritorno a casa due ragazzi del collettivo, Emiliano e Alessandro (18 e 20 anni), vengono aggrediti da tre aderenti a Casa Pound all’ingresso della metropolitana.Armati di manganelli con la scritta «decima mas», martelli e catene, iniziano prima a lanciare bottiglie di vetro sui due e poi si scagliano contro di loro, colpendoli violentemente al volto e alla testa. I tre si sono dileguati nelle stradine del Rione Alto, ma uno degli aggressori è stato riconosciuto, verrà denunciato. «Gli abitanti della zona – raccontano i ragazzi di Je’ so pazzo – li hanno individuati, “i fascisti del quartiere», così li hanno chiamati. Il pestaggio è stato violento, le ferite profonde, Emiliano e Alessandro hanno perso conoscenza. Poteva finire peggio se non fossero intervenuti un medico di passaggio e il proprietario della pescheria lì vicino. È incredibile che un gruppo ben individuato possa compiere due agguati in una sola mattinata, del tutto indisturbato». Rione Alto, via Foria, piazza Garibaldi sono le tre zone prese di mira da Casa Pound e Blocco Studentesco, l’organizzazione collaterale che agisce nelle scuole superiori. Volantinaggi, affissione di manifesti e presenza sul territorio spesso sfociano in pestaggi e intimidazioni. L’ultima a novembre, quando una studentessa di 17 anni del liceo Margherita di Savoia venne aggredita nei pressi di casa con un coltello alla gola e molestata da un gruppo di quattro uomini. Anche lei riuscì a riconoscerne uno, un esponente di Casa Pound, che il giorno successivo denunciò in questura. Casa Pound in un comunicato ribalta la versione dei fatti, raccontando di un semplice alterco fuori il liceo e poi un’aggressione perpetuata ai danni di un esponente di Cp nei pressi della sua abitazione, minacciando querela nei confronti dell’Ex opg.

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