estrema destra – Micciacorta https://www.micciacorta.it Sito dedicato a chi aveva vent'anni nel '77. E che ora ne ha diciotto Sun, 11 Feb 2024 08:35:32 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.4.15 Mondo alla rovescia. Europa, Antifa trattati da terroristi e perseguitati https://www.micciacorta.it/2024/02/mondo-alla-rovescia-europa-antifa-trattati-da-terroristi-e-perseguitati/ https://www.micciacorta.it/2024/02/mondo-alla-rovescia-europa-antifa-trattati-da-terroristi-e-perseguitati/#respond Sun, 11 Feb 2024 08:35:32 +0000 https://www.micciacorta.it/?p=26724 L’Europol ridimensiona il fenomeno, ma le destre vogliono più repressione. Condanne in Germania, polemiche in Francia. Al parlamento Ue tante proposte contro i movimenti

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L’Europol ridimensiona il fenomeno, ma le destre vogliono più repressione. Condanne in Germania, polemiche in Francia. Al parlamento Ue tante proposte contro i movimenti   Il primo a dirlo fu Donald Trump: «Antifa è un movimento terrorista». Era il giugno del 2020 e negli Stati Uniti la tensione era alle stelle per l’uccisione di George Floyd da parte della polizia, a Minneapolis. Ma chi erano questi Antifa? I collettivi antifascisti, per farla breve, i singoli e i gruppi, spesso destrutturati ai limiti della disorganizzazione, che partecipavano alle manifestazioni di Black Lives Matter. In Europa i collettivi cosiddetti Antifa esistono da oltre un secolo, ma solo negli ultimi anni hanno cominciato a guadagnare considerazione nel dibattito pubblico, soprattutto in virtù della campagna portata avanti da tanti partiti di destra del continente, pronti a recepire e rilanciare l’idea che Trump aveva lanciato su Twitter: inserire i movimenti antifascisti nell’elenco delle organizzazioni terroriste al pari dell’Ira, dell’Eta, delle Nuove Br e di decine di altre sigle. Ci sono varie proposte di questo tipo che giacciono al parlamento europeo. L’ultima è del marzo 2023 e ha come primo firmatario Bernhard Zimniok di Alternative für Deutschland. «Antifa continua a commettere violenze in Europa e negli Stati Uniti – si legge nella proposta di risoluzione -, sopprimendo la libertà di pensiero e di espressione in Europa». Poi un’accusa: «Alcuni Antifa sarebbero stati addestrati da altri gruppi terroristici in Siria». E infine un passaggio sulle «ultime aggressioni con intenti omicidi» avvenute a Budapest nel febbraio precedente. Si tratta delle azioni per cui Ilaria Salis è ancora adesso sotto processo in Ungheria. A scorrere l’ultimo rapporto dell’Europol sul terrorismo nell’Unione Europea, però, al capitolo dedicato alle formazioni più o meno a torto definite «di sinistra», la parola «Antifa» compare una volta sola e si segnala un «campo di addestramento» fatto in Austria (non in Siria) nel 2022. Gli investigatori europei, inoltre, non arrivano mai a parlare di terrorismo, ma al massimo di «movimenti estremisti». IN GERMANIA, però, negli ultimi anni la lotta contro i movimenti di sinistra si è fatta dura. Non sono pochi i procuratori che proclamano la «tolleranza zero» per l’antifascismo militante, definito come un «attacco al sistema democratico». Un vero e proprio teorema: gli investigatori sono convinti dell’esistenza di autentiche «organizzazioni criminali» che attaccano gli oppositori politici di estrema destra. Questo nonostante i dati del ministero dell’Interno di Berlino: i reati attribuiti agli attivisti di sinistra sono calati del 31% tra il 2022 e il 2023, mentre, al contrario, quelli dei neonazisti sono cresciuti del 16%. Lo scorso giugno, a Dresda, è finito il processo contro Lina Engel, ritenuta capa degli Antifa tedeschi responsabili di almeno cinque attacchi contro estremisti di destra avvenuti tra il 2018 e il 2020 in Sassonia e Turingia. È qui che i giornali hanno coniato il nome con cui adesso l’organizzazione viene identificata: Hammerbande, banda del martello. Arrestata il 5 novembre del 2020, alla fine Engel è stata condannata a 5 anni e 3 mesi, ed è uscita subito dal carcere in attesa del giudizio d’appello. Il giudice Hans Schlüter-Staats, nel leggere la sentenza, ha tra le altre cose sottolineato che le indagini contro i neonazisti sono troppo spesso segnate da «deplorevoli carenze». Altri Antifa, attualmente, sono ricercati dalla polizia tedesca. E non solo: sulle loro tracce ci sono anche gli estremisti di destra di tutta l’Europa, che nelle chat si scambiano foto segnaletiche, indirizzi e numeri di telefono dei loro nemici. IN FRANCIA, nell’ultimo anno, si è spesso discusso (sempre su proposta delle destre) di sciogliere Jeune Garde, collettivo nato a Lione nel 2018 e fino a qualche tempo fa guidato da Raphaël Arnault, peraltro candidato con la Nupes di Jean-Luc Mélenchon alle legislative del 2022 (senza essere eletto). L’accusa, per quelli di Jeune Garde è di non limitarsi a organizzare conferenze e tavole rotonde sull’estrema destra francese, ma anche di schedarne i militanti, inseguirli per le strade, aggredirli e creare in questo modo «un clima di paura» (parole di Eric Ciotti, presidente dei Repubblicani). Per ora, ad ogni modo, la giustizia francese non ha mai preso iniziative contro il movimento, limitandosi a perseguire i singoli militanti. Proposte di inserire gli Antifa negli elenchi delle organizzazioni terroristiche sono anche in discussione al parlamento austriaco e al consiglio federale svizzero, sempre ad opera dei partiti di estrema destra, talvolta anche con l’appoggio delle formazioni più moderate. IN ITALIA si segnala un processo ai limiti del paradossale subito da alcuni militanti antifascisti di Pavia per una manifestazione non autorizzata del 2016, quando l’estrema destra sfilò per le strade nell’anniversario del missino Emanuele Zilli morto negli Anni 70 e decine di persone scesero in strada per impedire che il corteo arrivasse in centro. Caricati dalla polizia, manganellati e infine denunciati, in 23 hanno affrontato un processo durato 7 anni e finito soltanto nel dicembre del 2023 con tutte assoluzioni, alcune nel merito e altre per avvenuta prescrizione * Fonte/autore: Mario Di Vito, il manifesto ph by Albertomos, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

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Stati Uniti, aumentano razzismo e attentati terroristici dell’estrema destra https://www.micciacorta.it/2019/12/stati-uniti-aumentano-razzismo-e-attentati-terroristici-dellestrema-destra/ https://www.micciacorta.it/2019/12/stati-uniti-aumentano-razzismo-e-attentati-terroristici-dellestrema-destra/#respond Wed, 18 Dec 2019 09:51:21 +0000 https://www.micciacorta.it/?p=25878 Alt-right e dintorni. Secondo uno studio stilato nel gennaio del 2019 dall’Anti-Defamation League gli attentati ispirati dall’ideologia di estrema destra sono aumentati del 320% dal 2014 al 2018

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In una delle sue lettere scritte dal carcere di Skien, il terrorista norvegese di estrema destra Anders Behring Breivik si rivolgeva così a Beate Zschäpe, appartenente alla cellula neonazista tedesca Nationalsozialistischer Untergrund (NSU): «Siamo le prime gocce di pioggia che preannunciano l’arrivo di una tempesta purificatrice in Europa. Nei prossimi anni sempre più europei riconosceranno il nostro sacrificio». La missiva risaliva al 2012, e da allora le «gocce» del terrorismo di estrema destra si sono intensificate parecchio sia in Europa che nel resto del mondo. In certi ambienti, poi, lo stesso Breivik è diventato una sorta di «martire» che ha indicato la via e ispirato altri giovani occidentali a prendere le armi per punire i «traditori» della «razza bianca». Quel che è peggio è che i numeri sembrano dargli ragione. Come ha rilevato l’Institute for Economics and Peace (IEP, un’associazione australiana che traccia e analizza la violenza politica in tutto il mondo) nel suo ultimo Global Terrorism Index pubblicato lo scorso novembre, gli attentati ispirati dall’ideologia di estrema destra sono aumentati del 320% dal 2014 al 2018. Lo studio conferma indirettamente un altro rapporto sull’estremismo politico negli Stati Uniti, stilato nel gennaio del 2019 dall’Anti-Defamation League. Secondo l’ong americana, nel 2018 i cosiddetti «terroristi domestici» hanno ucciso almeno 50 persone (in aumento rispetto al 2017) e sono tutti «ascrivibili all’estrema destra o hanno un legame con movimenti riferibili a quell’ideologia». Nel presentare lo studio dello IEP, il fondatore Steve Killelea ha definito particolarmente «preoccupante» questo incremento, proprio perché parte da numeri più bassi rispetto alla violenza di altre matrici politiche ed è strettamente legato all’aumento di discorsi e crimini d’odio nelle società occidentali. Per quanto poi non si tratti di un fenomeno inedito nel dopoguerra, sono le sue caratteristiche di base ad essere profondamente mutate. Anzitutto, a contare di più è l’affiliazione ideologica che l’appartenenza a un gruppo strutturato; non a caso gli attentatori dell’ultima decade hanno agito principalmente da soli, pur avendo una rete di contatti – specialmente online – ed essendo inseriti in un determinato ambiente culturale. Restando negli Stati Uniti, una differenza cruciale rispetto al terrorismo domestico degli anni ‘90 è riscontrabile anche nelle motivazioni e nei bersagli. Come spiega a il manifesto David Neiwert, autore del saggio Alt-America (minimum fax) nonché uno dei massimi esperto di destra radicale americana, quell’ondata di violenza politica culminata nell’attentato di Oklahoma City del 1995 si inscriveva nel cosiddetto «movimento delle milizie». Tant’è che la preoccupazione principale dell’attentatore Timothy McVeigh – un suprematista bianco che per l’appunto faceva parte di una milizia – era il governo federale, mentre «razza» o «multiculturalismo» rimanevano sullo sfondo. «Voleva colpire il governo e vendicarsi di Waco e Ruby Ridge», dice Neiwert, ossia di due famigerati assedi (risalenti al 1992 e al 1993) da parte delle autorità federali finiti in una carneficina. Citando invece i recenti casi di Charleston, Charlottesville e Pittsburgh, il giornalista statunitense sostiene che «l’attuale ondata di terrorismo di estrema destra è volta soprattutto a colpire immigrati, attivisti di sinistra ed ebrei. È quindi molto più apertamente razzista e antisemita del vecchio movimento delle milizie. Queste persone vogliono una guerra razziale, e agiscono per farne scoppiare una». In un riquadro del genere, il massacro alla moschea di Christchurch (Nuova Zelanda) del 15 marzo 2019 è stato davvero uno spartiacque. Da un lato, in quell’attentato sono confluite molte tendenze dell’estrema destra contemporanea: l’uso di un linguaggio mutuato dall’alt-right, pieno di meme e shitposting; la «gamification del terrore» con la trasmissione in diretta della strage su Facebook; e la pubblicazione di un manifesto volto a sollecitare altri atti di violenza. Dall’altro, afferma Neiwert, Christchurch ha fatto capire a chiunque che «questo fenomeno è globale»: «ovviamente si manifesta in diverse forme, ma il tratto comune è che questi giovani bianchi sono imbevuti di idee radicali e teorie del complotto prese in giro da varie fonti su Internet, la maggiore delle quali americane». A tal proposito, il mito della «grande sostituzione etnica» – o del «genocidio dei bianchi» – è saldamente alla base degli ultimi massacri e compare nei manifesti degli attentatori di Christchurch, El Paso, Poway e Halle (in Germania). L’autore americano la descrive come «la paura dei bianchi di perdere le loro posizioni di privilegio, che porta a negare i cambiamenti demografici in Europa e America e non accettare la presenza dei ‘non-bianchi’ nelle nostre società. Di fronte a ciò, queste persone rifiutano di adattarsi e reagiscono violentemente». Secondo il rapporto dello IEP, un altro fattore che ha contribuito all’incremento della violenza suprematista e di estrema destra è anche la sottovalutazione da parte delle forze di sicurezza, maggiormente impegnate a contrastare il terrorismo jihadista, e anche dei media mainstream. Per il resto, è difficile prevedere se nel prossimo decennio ci sarà o meno un aumento di questo tipo di attentati di estrema destra. Il vero problema è che il livello di violenza è già alto adesso. Ma se non altro, conclude Neiwert, «ogni massacro aumenta la consapevolezza del pericolo tra le persone comuni. Ci si accorge cioè che c’è qualcosa di sbagliato, che va affrontato con decisione, e che bisogna decisamente cambiare la rotta». * Fonte: Leonardo Bianchi, il manifesto

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Portogallo mobilitato contro il raduno internazionale dell’estrema destra https://www.micciacorta.it/2019/08/portogallo-mobilitato-contro-il-raduno-internazionale-dellestrema-destra/ https://www.micciacorta.it/2019/08/portogallo-mobilitato-contro-il-raduno-internazionale-dellestrema-destra/#respond Sat, 10 Aug 2019 11:58:29 +0000 https://www.micciacorta.it/?p=25603 Anticorpi lusitani. Si accende la protesta per il raduno internazionale dei neo-nazisti previsto per oggi. Ma l’onda nera qui non passa il confine

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LISBONA. L’estrema destra europea fatica a superare il confine con il Portogallo, un muro che, al momento sembra invalicabile. Eppure i tentativi per fare breccia non mancano, è il caso della conferenza di carattere internazionale organizzata per oggi da Mario Machado del gruppo Nova Ordem Social (Nos). Oltre a Machado parteciperanno Josele Sanchez (La Tribuna de España – Spagna), Adrianna Gasiorek (Narodowo – Radykalny Obóz- Polonia), Blagovest Asenov (National Resistence – Bulgaria), Francesca Rizzi (Autonomia Nazionalista – Italia), Mattias Deyda (Die Rechte – Germania) e Yvan Benedetti (Œuvre française – Francia). All’annuncio della conferenza una sessantina di gruppi antifascisti, perlopiù di sinistra ma di varia estrazione, si sono immediatamente mobilitati per evitare che la cosa passasse inosservata ed hanno presentato una petizione nella quale si chiede a tutti i partiti e alle Istituzioni di prendere posizione e, allo stesso tempo, hanno convocato in concomitanza una contromanifestazione. L’estrema destra lusitana si è mostrata fino ad adesso debole e litigiosa. Molto schematicamente due sono i macro-gruppi: l’area più mainstream – Chega (1,5% alle scorse elezioni europee), Aliança (2%) e per certi aspetti Iniciativa Liberal – e i neo-para-proto fascisti. L’estrema destra mainstream, potenzialmente più pericolosa perché con maggiori capacità di costruire consensi, cerca di seguire in larga misura quanto sta succedendo in Brasile, Italia e Stati uniti. La strategia è quella di approfittare della profonda crisi del Partido Social Democrata (Psd) e del Centro Democrata Social Partido Popular (Cds/Pp), entrambi di centro-destra, e di proporsi come unica alternativa alle elezioni politiche del prossimo ottobre. A sua volta il secondo gruppo è costituito da tre formazioni: il Partido Nazional Renovador (Pnr), Nos, e Escudo Identitário (Ei), quest’ultimo abbastanza vicino a CasaPound. È una galassia molto minoritaria che fino ad adesso ha faticato a mobilitare grossi numeri. Il Pnr, tra i tre il più nostalgico, è l’unico ad avere un ridottissimo sostegno elettorale (0,49% e 16 mila voti alle ultime elezioni europee). Certamente Nos, Pnr e Ei sono molto simili tra di loro, ma pur mettendo tutti e tre al centro della propria ideologia la questione della sostituzione etnica, la declinano con sfumature e tonalità differenti, anche se poi in realtà il risultato cambia poco. Tra queste comunque la linea adottata da Nos è certamente la più radicale e prossima al neo-nazismo. Mario Machado, leader negli anni novanta del movimento Hammerskins, è stato condannato a dieci anni di prigione per reati di vario tipo tra cui 5 anni per essere stato coinvolto nell’omicidio del capoverdiano Alcino Monteiro. Differenze più di forma che di sostanza, tuttavia sufficienti a tenere quel mondo diviso. È questo il contesto in cui dev’essere inserita la conferenza organizzata da Machado. L’obiettivo implicito è quello di egemonizzare il campo più legato all’area del neo-fascismo. I media soffiano sul fuoco, un po’ perché la cosa fa crescere l’audience, un po’ per cercare di contrastare l’estrema sinistra favorendo indirettamente le formazioni di centro. Era già successo pochi mesi fa quando l’esposizione mediatica attribuita all’inesistente movimento dei Coletes Amarelos (una riedizione dei gilets jaunes più decisamente spostato a destra) si rivelava essere sproporzionata rispetto ai numeri effettivi. La debolezza dell’estrema destra è in parte anche conseguenza del fatto che contrariamente a quanto succede in altri paesi e nonostante siano passati quasi 50 anni dal 25 de Abril del 1974 e dalla fine della lunga dittatura, la Rivoluzione dei Garofani mantiene intatta la sua capacità di mito unificatore. Il presidio della piazza – la cui immagine più eloquente è quella del capitano Salgueiro Maia e del suo Chaimite nella Praça do Comercio – è elemento fondamentale del conflitto politico. Il ricordo di quello che è stato e la voglia di contrastare nostalgie aggrega partiti e una società civile viva e dinamica. Fino ad adesso gli anticorpi contro la peste in Portogallo, per parafrasare Albert Camus, sono stati resistenti così come inalterato rimane, per il momento, lo stigma contro la discriminazione e la xenofobia. * Fonte: Goffredo Adinolfi, IL MANIFESTO

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Fascisti con missile e arsenale https://www.micciacorta.it/2019/07/fascisti-con-missile-e-arsenale/ https://www.micciacorta.it/2019/07/fascisti-con-missile-e-arsenale/#respond Tue, 16 Jul 2019 09:48:44 +0000 https://www.micciacorta.it/?p=25556 Blitz delle squadre anti terrorismo al Nord. Sequestrate armi da guerra e anche un missile di tre metri. Tra gli arrestati un ex di Forza Nuova

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Un fiorente traffico internazionale di armi, di provenienza incerta, che coinvolge estremisti della destra italiana. In un primo momento sembrava che l’operazione anti terrorismo di ieri avesse scoperchiato inquietanti relazioni tra mercenari italiani, decine in partenza da tutta Italia fin dal 2014, e la guerra del Donbass in Ucraina. Ma gli inquirenti hanno successivamente escluso questa ipotesi, riconducendo l’indagine al traffico d’armi internazionale. IL QUADRO CHE LA DIGOS di Torino sta tracciando grazie a un serie di operazioni condotte da forze speciali in tutta Italia risulta inquietante per quanto riguarda potenza e qualità organizzativa dell’eversione nera in Italia. Dopo un’operazione simile condotta due settimane fa nel nord ovest, ieri un blitz concluso da squadre anti terrorismo ha portato al sequestro di armi da guerra e comuni. Sono stati trovati nove fucili d’assalto, una pistola mitragliatrice, tre fucili da caccia, sette pistole, sei parti di armi da guerra, venti baionette, circa mille munizioni nonché una variegata collezione di bandiere e cartelli con simbologia naziste. In un hangar nei pressi dell’aeroporto di Rivanazzano Terme, in provincia di Pavia, è stato rinvenuto persino un missile, alto circa tre metri e dal peso di otto quintali, perfettamente funzionante previa riarmatura. Di produzione francese, proveniva dal Qatar. L’intero arsenale era in vendita al miglior offerente: il razzo a un prezzo di circa mezzo milione di euro ed era già stato oggetto di interesse. Tra gli arrestati Fabio Del Bergiolo, 60 anni, colui che deteneva l’arsenale: nella sua casa di Gallarate è stato trovato un ingente quantitativo di armi, per lo più di fabbricazione austriaca, tedesca e statunitense, oltre che diversi stemmi e cartelli con simboli e slogan nazisti. Già ispettore delle dogane specializzato nell’antifrode, Del Bergiolo fu un militante di Forza Nuova nonché candidato al senato nei primi anni duemila. Prese nove voti. Alessandro Monti, 42 anni, svizzero, è invece il titolare della società che possiede l’hangar vicino a Voghera dove è stato trovato il missile. Il terzo finito in manette è Fabio Bernardi, 51 anni. IL QUESTORE DI TORINO Giuseppe De Matteis ha definito l’operazione «un sequestro con pochi precedenti per la qualità delle armi e per il loro potenziale violento». «Non risultano collegamenti tra le persone coinvolte e soggetti combattenti a fianco delle milizie di estrema destra in Ucraina», ha poi aggiunto il questore. Precisazione che ha fermato le prime ricostruzioni che tendevano un filo tra eversione di destra in Italia, Ucraina e Russia. Gli investigatori hanno sottolineato che «al momento non esistono elementi che facciano pensare a progettualità eversive», aggiungendo che sono «risaliti esclusivamente ai destinatari delle misure cautelari, intermediari nella vendita di armi da piazzare sul mercato nero». L’OPERAZIONE DI IERI segue quella del nove luglio a Torino quando furono perquisite dieci case di militanti della destra oltranzista appartenenti a Legio subalpina, Forza Nuova e Rebel firm, a Ivrea, trovando materiale di stampo fascista e proiettili da guerra. In precedenza, il 20 giugno, fu denunciato il coordinatore piemontese di Forza Nuova Luigi Cortese per apologia di fascismo, mentre e alcuni ultras riconducibili alla curva della Juventus e del Torino subirono delle perquisizioni. * Fonte: Maurizio Pagliassotti, IL MANIFESTO

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Un’indagine sulla nuova destra estrema europea: radicale e mainstream https://www.micciacorta.it/2018/12/unindagine-sulla-nuova-destra-estrema-europea-radicale-e-mainstream/ https://www.micciacorta.it/2018/12/unindagine-sulla-nuova-destra-estrema-europea-radicale-e-mainstream/#respond Fri, 21 Dec 2018 09:18:30 +0000 https://www.micciacorta.it/?p=25090 Ombre nere. «Europa identitaria» di Andrea Palladino per Manifestolibri. Un’inchiesta documentata sulla vicenda della nave C Star

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Ombre nere. «Europa identitaria» di Andrea Palladino per Manifestolibri. Un’inchiesta documentata sulla vicenda della nave C Star, affittata nell’estate dello scorso anno da un gruppo di estremisti di destra con l’obiettivo di bloccare i salvataggi in mare dei migranti da parte delle Ong che disvela al tempo stesso le radici culturali e politiche più ampie di un fenomeno in costante crescita, quello degli "identitari". La presentazione del volume questa sera alle 19 a Roma (Esc) con l’autore e Annalisa Camilli Si presenta come un’inchiesta vecchio stile, documentata, attenta ai dettagli, in grado di illuminare personaggi e vicende spesso in ombra, ma disvela al tempo stesso le radici culturali e politiche più ampie di un fenomeno in costante crescita. Prendendo spunto dalla vicenda della nave C Star, affittata nell’estate dello scorso anno da un gruppo di estremisti di destra con l’obiettivo di bloccare i salvataggi in mare dei migranti da parte delle Ong, e soprattutto di attirare su questo tema l’attenzione generale, Europa identitaria di Andrea Palladino, pubblicato nella collana Inbreve della Manifestolibri (pp. 128, euro 10), indaga il nuovo volto del radicalismo di destra europeo, sempre meno marginale e sempre più legato alla politica «mainstream». IL FILO CHE PALLADINO, reporter e documentarista di lungo corso che ha vissuto e lavorato anche in America Latina e firmato inchieste su temi ambientali e sociali su questa come su molte altre testate nazionali e europee – sempre per Manifestolibri ha pubblicato nel 2010 Bandiera nera, le navi dei veleni sul traffico globale di rifiuti tossici -, dipana pagina dopo pagina conduce infatti dal circuito italiano di Generazione Identitaria, la formazione protagonista dell’affaire della nave anti-migranti, nell’ambito del progetto «Defend Europe», all’omonimo network internazionale. UNA RETE FORTE di gruppi presenti in una decina di paesi europei, di importanti diramazioni negli Stati Uniti, dove sono visibili i contatti con la Alt-right, di case editrici, think tank e di una significativa attività in rete e sui social media. Se molte ombre aleggiano sull’«operazione» condotta dal gruppo lo scorso anno – su cui il libro fa piena luce -, il «nome di quella imbarcazione racconta un mondo complesso e pericoloso, fatto di contractors e compagnie di sicurezza private, attive da almeno cinque anni nell’oceano indiano. (…) La C Star, batte bandiera mongola ed è normalmente ancorata nel porto di Gibuti», spiega Palladino, ancora più allarmanti risultano i contorni dell’intero progetto degli «identitari». CRESCIUTI nell’ultimo decennio, a partire dalla Francia per poi allargarsi soprattutto verso l’Europa centro-orientale, il Regno Unito e la Scandinavia, e approdati infine anche nel nostro paese, i protagonisti di questo circuito si ispirano esplicitamente al pensiero della Nouvelle Droite e di Alain de Benoist che, rinunciando al tradizionale nazionalismo dell’estrema destra hanno posto da tempo i riferimenti all’identità culturale e alle appartenenze regionali e comunitarie alla base di un’autentica rifondazione del pensiero anti-democratico in grado di intercettare i timori le passioni tristi di questi anni di crisi. Argomenti che si ritrovano spesso anche all’origine del successo di formazioni nazional-populiste come la Lega, cui «gli identitari» sono legati a più livelli, a partire, nel nostro paese, dalla figura-ponte di Mario Borghezio. AL DI LÀ DEL CASO ITALIANO, come segnala Palladino spiegando che la vicenda della C Star ha rappresentato un sorta di test per la capacità organizzativa e mediatica dell’intera rete «identitaria», questi temi costituiscono ovunque in Europa, e non solo, un retroterra ideologico alle politiche discriminatorie e razziste. Più che ad un rilancio del vecchio neofascismo, si assiste perciò per questa via alla costruzione di un circuito giovanile e militante che accompagna i successi delle nuove destre politiche attraverso una contaminazione costante di linguaggi e temi – dall’idea del complotto «immigrazionista» gestito da «lobby oscure», fino alla difesa delle presunte tradizioni culturali contro «il globalismo». Un radicalismo di destra a vocazione maggioritaria di cui gli «identitari» si considerano una sorta di avanguardia pronta alla lotta, se non alla «guerra». Il volume sarà presentato questa sera a Roma – Esc, Via dei Volsci 159 – dall’autore e Annalisa Camilli. * Fonte: Guido Caldiron, IL MANIFESTO

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Antifascismo. Come spiazzare le ombre brune https://www.micciacorta.it/2018/12/antifascismo-come-spiazzare-le-ombre-brune/ https://www.micciacorta.it/2018/12/antifascismo-come-spiazzare-le-ombre-brune/#respond Fri, 14 Dec 2018 18:54:51 +0000 https://www.micciacorta.it/?p=25078 Emergenza democratica. Il compito dell’antifascismo è di nuovo quello di restituire ruolo e identità nella sfera pubblica agli esclusi

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L’estrema destra cresce cambiando di segno al conflitto: orizzontale invece che tra le classi Il riemergere di partiti e movimenti di estrema destra in Europa ed il convergere su di essi di porzioni consistenti di consenso popolare, sia empatico che elettorale, se da un lato ha configurato nella sfera pubblica un processo di «neocittadinanza» di istanze regressive quando non esplicitamente razziste, dall’altro ha finora sostanzialmente prodotto un dibattito sul tema del «ritorno del fascismo» che sembra avere come unico approdo quello di esorcizzare, attraverso la demonizzazione del sintomo, l’individuazione delle cause sostanziali che hanno determinato il fenomeno ed il suo manifestarsi. SIANO ESSE di natura sociale (la crisi economica e la questione dei flussi migratori) o politico-valoriale (crisi dell’impianto ideale della politica) le linee di frattura entro cui è stato possibile per le forze dell’estrema destra incistare le comunità contemporanee sembrano far capo alle nozioni tanto della disgregazione quanto dei raggiunti limiti espansivi del sistema di riproduzione della ricchezza nelle società «mature». I termini disgreganti emersi in rapida sequenza in questi ultimi anni in seno alla comunità internazionale hanno portato alla consunzione di sistemi politici consolidati ed alla fine materiale di forze e partiti politici che avevano caratterizzato il primo quindicennio della società globale post-89. OGGI LE CANCELLERIE di tutta Europa, e con esse la stessa Unione, attraversano una crisi strutturale. In tutti i paesi pur nelle differenze di eredità storica e composizione politico-sociale sono emersi corpi di rappresentanza regressiva, di estrema destra e non solo, capaci di propagandare una divisione della società su base categoriale (migranti/cittadini; occupati/disoccupati; uomini/donne; garantiti/precari) e di distorcere le forme del conflitto, spostandolo dalle sue fisiologiche linee verticali (la contrapposizione tra classi subalterne e ceti dirigenti che ha garantito in termini storici il progresso) a quelle orizzontali che artificiosamente ne rovesciano il senso contrapponendo gruppi sociali nelle stesse condizioni e con gli stessi interessi e problemi. Su questo terreno si colloca la necessità dell’antifascismo nella società contemporanea, non solo come valore o paradigma ideale ma come nesso di relazione storica con ciò che esso materialmente rappresentò in termini di risposta internazionale al movimento politico fascista. L’antifascismo rappresentò in Europa ed in modo peculiare in Italia una teoria dello Stato che, incarnata in una lotta reale delle giovani generazioni, fu capace di informare alla radice la rifondazione costituzionale dei paesi e delle società del continente. Dopo l’esperienza internazionale della lotta antifascista tutti gli assetti politico-istituzionali post-bellici fecero i conti con l’eredità della Resistenza il cui portato valoriale e di diritti riformulò inclusivamente il perimetro delle cittadinanze e delle uguaglianze, a partire da quelle delle donne e delle classi popolari. INSIEME ALLE GRANDI VISIONI politiche e ideali come il «Manifesto di Ventotene» l’antifascismo espresse, come ci ha insegnato Claudio Pavone, una nuova «moralità» che divenne patrimonio delle classi popolari al punto di farne un tratto connaturato alla loro identità sociale nonché saldato alla trasmissione della propria memoria storica individuale e collettiva. Al termine di decenni in cui quegli stessi ceti popolari si sono visti relegati nelle periferie urbane, culturali, sociali e politiche della società; hanno dovuto scontare sulla pelle le sofferenze e le umiliazioni della crisi economica; hanno assistito alla cancellazione dei loro diritti e quindi delle radici storiche da cui essi provenivano, il compito dell’antifascismo sembra di nuovo essere quello di restituire ruolo e identità nella sfera pubblica a quella parte così ampia della popolazione che oggi la cosiddetta «classe dirigente», ovvero i principali responsabili dei processi disgregativi, non esita a rappresentare come espressione di insane e primitive manifestazioni di populismo e sovranismo plebeo. È IN QUESTA TEMPERIE che l’antifascismo diviene un programma. Ancora una volta chiaro e unitario, storicamente fondato, socialmente inclusivo, politicamente e orgogliosamente schierato. Di nuovo, come sempre, indispensabile. * Fonte: Davide Conti, IL MANIFESTO

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A Brescia incendiato il centro sociale Magazzino 47 https://www.micciacorta.it/2018/02/24165/ https://www.micciacorta.it/2018/02/24165/#respond Sat, 24 Feb 2018 10:50:27 +0000 https://www.micciacorta.it/?p=24165 Erano circa le 3 del mattino di venerdì quando la libreria/enoteca del CSA Magazzino 47 di Brescia è andata in fumo a causa di un incendio doloso.

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BRESCIA. Un vetro sfondato, libri buttati nel centro della stanza, pioggia di benzina sui mobili ed infine le fiamme. Erano circa le 3 del mattino di venerdì quando la libreria/enoteca del CSA Magazzino 47 di Brescia è andata in fumo a causa di un incendio doloso. Non ci sono dubbi secondo i vigili del fuoco che si trattai di un atto doloso. Non hanno dubbi attiviste e attivisti del centro sociale che le mani responsabili dell’attacco siano fasciste, come sono state mani fasciste quelle che, una decina di giorni fa sempre a Brescia, hanno lanciato bombe carta dentro e fuori le casette occupate di via Gatti e che hanno dato fuoco a quattro macchine, oltre che tentare di bruciare diversi furgoni, al campo Sinti di via Orzinuovi. E non ci sono neppure dubbi che siano «gli stessi che inneggiano a Luca Traini, autore dell’attentato razzista di Macerata« come sostiene in un comunicato il Magazzino 47. L’incendio non si è propagato oltre perché un attivista che dormiva all’interno dello spazio è stato svegliato dai latrati del suo cane ed è riuscito, prontamente, a dare l’allarme chiamando i pompieri. E non è nemmeno la prima volta che il centro sociale bresciano subisce attacchi incendiari, nel 2006 furono tre molotov a darlo alle fiamme e furono tre neofascisti, all’epoca militanti di Forza Nuova, ad essere condannati. L’escalation di violenza razzista e fascista nella seconda città della Lombardia è in continuità con ciò che sta accadendo lungo tutta la penisola dove formazioni neo-fasciste si macchiano di aggressioni e provocazioni quasi quotidianamente. «I seminatori d’intolleranza e razzismo che hanno attaccato il centro sociale sono legittimati da chi governando crea un clima di paura nel paese e strumentalizza le azioni dei neofascisti, alimentando l’antica retorica dello scontro tra opposti estremisti, per poi attaccare e reprimere chi difende i valori dell’antifascismo e antirazzismo» dice Michele Borra del Magazzino47. L’assalto al CSA arriva a poche ore dalla mobilitazione antifascista prevista per questa mattina alle ore 8 contro la provocatoria presenza di un banchetto di Forza Nuova nel quartiere interculturale del Carmine, che come ricorda il Consiglio di quartiere centro storico nord, con un comunicato stampa, è «abitato, vissuto e frequentato da molti migranti e con una certa sensibilità sociale e antifascista». Decine e decine di persone sono accorse al centro sociale sin dalle prime ore della mattina e sono arrivati centinaia di attestati di solidarietà da realtà autogestite della penisola, associazioni, case editrici indipendenti, autori, autrici e musicisti, così come da rappresentanti della politica istituzionale e partitica. La CGIL cittadina e il Sindaco Emilio del Bono, Partito democratico, condannano fermamente l’accaduto e richiamano alla necessità di «mantenere il confronto democratico». I militanti e le militanti del centro sociale hanno deciso di lasciare per alcuni giorni la libreria così come è stata ritrovata dopo l’intervento dei vigili del fuoco per mostrare il volto della violenza fascista a tutti i frequentatori dello spazio di via Industriale 10. Per oggi, sabato, oltre alla manifestazione antifascista della mattinata è previsto anche il corteo delle comunità Sinti e Rom, ore 14.00 in Piazza Loggia, per denunciare l’aggressione da loro subita. Una manifestazione antirazzista, supportata da tante realtà cittadine tra le quali anche il CSA Magazzino47. L’anima antifascista di Brescia è subito chiamata ad una risposta chiara. FONTE: Andrea Cegna, IL MANIFESTO

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Fascisti in Friuli. Saluti romani a Gorizia e chiamata alle armi a Trieste https://www.micciacorta.it/2017/12/23972/ https://www.micciacorta.it/2017/12/23972/#respond Thu, 21 Dec 2017 09:00:41 +0000 https://www.micciacorta.it/?p=23972 Friuli-Venezia Giulia. L'ascesa dell'estrema destra. Il caso del consigliere triestino Fabio Tuiach, cacciato dalla Lega, che passa a Forza Nuova

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Dopo i manifesti affissi in tutta la città che invitano a non fare l’elemosina ai mendicanti, iniziativa del vicesindaco leghista Pierpaolo Roberti, per la prima volta nel consiglio comunale della città entra Forza Nuova. Dal gruppo misto arriva, a far parte della compagine di Roberto Fiore, Fabio Tuiach. L’ex boxeur è stato campione italiano pesi massimi leggeri nel 2007, lavoratore portuale, con un passato un po’ burrascoso, è entrato in consiglio nelle liste della Lega. Ha cominciato a farsi notare nel 2015 cavalcando la querelle sui topolini, i bagni-piattaforma di cui si servono i triestini per godersi il mare. Secondo una certa stampa locale erano occupati da gang balcaniche di giovani teppisti. Il classico caso montato da un piccolo episodio che ha dato da scrivere per diversi giorni e che ha dato molto spazio all’ennesimo «uomo forte». Tuiach ha chiamato alle armi (in realtà delle spugnette) e alla presenza numerosa per dissuadere le fantomatiche bande di pericolosi teen-ager dall’occupare questi baluardi della «giovine triestinità». E tutta la destra locale si è aggregata attorno a Tuiach – i cui proclami a difesa dell’ordine e dell’identità vengono diffusi ad ogni episodio di cronaca – sostenendolo in iniziative come una ronda per controllare la stazione dopo che un uomo aveva simulato un’aggressione da parte di cinque stranieri per nascondere di essere stato colpito in realtà dalla moglie. Il suo principio base, sembra anche l’unico, è la contrapposizione fisica al pericolo, a difesa del suolo patrio e delle «nostre donne». Tra le sparate, si annotano quelle contro i gay oltre a «il femminicidio non esiste» e «Maometto è un pedofilo». Ha coinvolto il cantante Povia, col quale si trova assolutamente in sintonia, in una iniziativa a «tutela della famiglia tradizionale». Quando esce dalla Lega, cacciato proprio per la sparata sul femminicidio, si accomoda nel gruppo misto e comincia a flirtare con Forza Nuova. Di lì il salto al consiglio comunale come viatico a quello regionale, attraverso le elezioni. Purtroppo, anche se potrebbe sembrare mero folklore, il bombardamento quotidiano ha aumentato la popolarità di Tuiach. È stato sul cammino di Santiago de Compostela che ha avuto la folgorazione per la fede e scelto di fare politica. Ha chiamato il figlio Jesus e si è tatuato la Madonna su una mano. Dalla difesa dei topolini, le piattaforme che danno sul mare, al consiglio comunale: un passaggio non da poco. Eppure già nell’estate 2015 un post su Giap, il blog dei Wu Ming, dal titolo «Spugnette a nord est», avvertiva del pericolo che oggi si va concretizzando. Ma non c’è solo Trieste. Un’altra città dove questo vento di destra continua a spirare è Gorizia. A seguito della manifestazione Humanity Welcome di sabato scorso non sono mancate le parole ostili del sindaco, Rodolfo Ziberna, contro chi predica e pratica l’accoglienza. Ha accusato tutti i promotori del corteo di «essere degli irresponsabili e di aver creato un grosso disagio ai commercianti, proprio nel weekend prima di Natale e di aver messo a repentaglio lo shopping natalizio». Medici Senza Frontiere ha messo a disposizione una tensostruttura aperta dalle 19 alle 9 del mattino, gestita dalla Caritas, che offre riparo a una sessantina di persone che prima si rifugiavano nella galleria Bombi, ora chiusa. Attacchi anche contro di loro. E paradossalmente succede che nel consiglio comunale di Gorizia, dove non ci sono di consiglieri di gruppi di chiara connotazione fascista come Forza Nuova, non manchi mai un saluto romano. Platealmente esibito dal consigliere di Forza Italia Fabio Gentile, che a ogni chiamata ha una reazione incondizionata che lo porta ad alzare il braccio destro teso e salutare romanamente. FONTE: Ivan Grozny Compasso, IL MANIFESTO

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«Vietare una nuova marcia dei fascisti su Roma» https://www.micciacorta.it/2017/09/23723/ https://www.micciacorta.it/2017/09/23723/#respond Thu, 07 Sep 2017 07:51:59 +0000 https://www.micciacorta.it/?p=23723 sinistra contro il corteo del 28 ottobre annunciato dall’estrema destra

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La sindaca di Roma Virginia Raggi: «La Marcia su Roma non può e non deve ripetersi». Un'interrogazione parlamentare del Pd chiede lo scioglimento di Forza Nuova. Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio: «Insulto e farsa ridicola». Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana): «Oltraggio alla Costituzione». Maurizio Acerbo (Rifondazione Comunista): «Intollerabile» Vietare la «marcia dei patrioti» il prossimo 28 ottobre a Roma – 95esimo anniversario dalla marcia sulla Capitale dei fascisti di Mussolini nel 1922 – e sciogliere Forza Nuova. È la reazione dal Pd alle sinistre (Mdp, Sinistra Italiana, Possibile e Rifondazione), all’iniziativa annunciata dal gruppo di estrema destra a cui nella serata di ieri si è unita anche la sindaca di Roma, Virginia Raggi:«La Marcia su Roma non può e non deve ripetersi» ha scritto su Twitter. Da parte del partito democratico è stata una presa di posizione costituzionale decisa, dopo che il suo segretario Renzi ha evocato più volte lo slogan famigerato, e di destra, dell’«aiutiamoli a casa loro», riferendosi ai migranti e ai rifugiati. «Una provocazione offensiva e pericolosa che va fermata – ha detto Donatella Ferranti (Pd), presidente della commissione Giustizia della Camera – Inutile girarci attorno, si tratta di una manifestazione di chiara impronta neofascista. Il fascismo nelle sue manifestazioni attuali non ha nulla di nostalgico o folkloristico, è puro incitamento all’intolleranza, al razzismo e all’odio». In un’interrogazione, presentata tra gli altri da Laura Puppato (Pd), si chiede al ministro dell’Interno Marco Minniti se la manifestazione «si configuri come un’evidente, ulteriore provocazione alla nostra Costituzione, alla storia e ai valori della Repubblica, rievocando un evento che ha segnato l’ascesa al potere del Partito nazionale fascista». In un’altra interrogazione, presentata da Emanuele Fiano e da altri 45 deputati Pd, si è chiesto a Minniti le iniziative che intende adottare «per impedire che l’iniziativa dell’estrema destra». Segue la richiesta di sciogliere il movimento politico in base alla legge Mancino. Anche Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione Comunista, chiede al governo «una risposta politica netta: la tolleranza verso organizzazioni come questa è intollerabile. I rigurgiti nazifascisti vanno combattuti, senza se e senza ma. Le organizzazioni neofasciste vanno sciolte». «La Marcia su Roma fu una tragedia. Rifarla oggi sarebbe, oltre che un insulto, una farsa ridicola» ha twittato il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti (Pd). Per Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, «la marcia sarebbe un oltraggio alla Costituzione». Stefano Fassina (Sinistra per Roma) presenterà oggi un ordine del giorno in consiglio comunale a Roma per chiedere alla sindaca Raggi di impedire lo svolgimento della «marcia». «È un dovere – ha detto – per contrastare chi oggi ripropone un’ideologia di violenza verso l’altro, a cominciare dai migranti. Il patriottismo o è costituzionale o è fascismo». Ieri sera non era ancora stata presentato in Questura a Roma il preavviso di manifestazione che, di solito, si presenta da un mese fino a tre giorni prima delle iniziative. In una nota il questore della Capitale Guido Marino ha detto che, quando lo sarà, saranno «valutate le condizioni dell’ordine pubblico e la concomitanza di altre iniziative». In compenso ha vietato un’altra manifestazione, pubblicizzata sul profilo Facebook del movimento politico «Roma ai Romani», prevista per le ore 20 di venerdì 8 settembre con itinerario, non precisato, lungo le vie del Tiburtino III. Il quartiere dove un rifugiato eritreo di 4o anni è stato aggredito e una donna è stata accusata di lesioni aggravate dall’utilizzo di arma, senza contestazione dell’aggravante dell’odio razziale. La decisione è stata presa considerando le condizioni di «ordine pubblico». L’allarme provocato dall’iniziativa romana ha trovato un’eco anche a Pisa dove Forza Nuova sostiene di presidiare la stazione per una «passeggiata per la sicurezza» in chiave anti-immigrati. In un comunicato ha inoltre annunciato la presenza di «ultras, pugili, semplici cittadini». Il sindaco della città toscana, Marco Filippeschi (Pd), ha definito il comunicato del gruppo di estrema destra «aberrante». Si tratta della prima manifestazione di questo genere a Pisa. « Promuovere ronde e squadracce di picchiatori, è illegale, come praticare azioni di razzismo – sostiene Filippeschi – Pisa reagirà isolando i provocatori». Per Roberto Fiore di Forza Nuova la «marcia» è stata indetta contro George Soros «colpevole» di finanziare le Ong e non contro Minniti. Per Fiore quella del 28 ottobre non sarebbe una manifestazione « filo-fascista o nostalgica», ma «patriottica». FONTE: Roberto Ciccarelli, IL MANIFESTO

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Diritti digitali. Le ambivalenze pericolose del Freedom of Speech https://www.micciacorta.it/2017/08/23645/ https://www.micciacorta.it/2017/08/23645/#respond Sat, 19 Aug 2017 07:47:34 +0000 https://www.micciacorta.it/?p=23645 CODICI APERTI. Le discussioni sul primo emendamento si allargano anche al web

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Gli avvenimenti di Charlottesville negli Stati Uniti hanno creato un giro di boa a tanti livelli, uno di questi è la messa in discussione di un principio sempre passato intoccato e intoccabile, vale a dire la messa in discussione del Freedom of Speech, la libertà di espressione, il primo emendamento. L’America è sempre stata orgogliosa di potersi definire attraverso questo principio che difende la libertà di parola, inclusa quella dei nazisti dell’Illinois di landisiana memoria, ma qualcosa cambia se a condividere le posizioni del suprematismo bianco è il presidente. DA QUANDO TRUMP si è rifiutato di condannare le posizioni e le azioni dell’estrema destra razzista si è alzata una cordata di resistenza senza precedenti, come senza precedenti è la presa di posizione presidenziale; tra i primi ad agire concretamente per isolare i neonazisti, sono stati gli esponenti della Silicon Valley. Subito il provider GoDaddy ha deciso di smettere di ospitare il sito Daily Stormer, magazine online di riferimento dell’ultradestra, e quando i neonazisti hanno provato a spostare la gestione del dominio su Google si son visti immediatamente bloccare anche lì, costretti ad aprire una replica del loro sito nel deep web, raggiungibile solo tramite il browser e strumento di «anonimizzazione TOR». ANCHE FACEBOOK ha preso posizioni dure: alcune pagine legate sempre al DailyStormer sono state rimosse; GoFundMe e altri servizi di crowdfunding hanno bloccato le raccolte per dare supporto a James Alex Fields Jr., l’uomo che si è lanciato con la propria auto sulla manifestazione antifascista di Charlottesville e ha ucciso la 32enne Heather Heyer. Il servizio di CDN CloudFlare ha deciso di bloccare l’account del magazine neonazista; CloudFlare è uno strumento che serve a migliorare la velocità dei siti internet ma che più di tutto li protegge dagli attacchi DDoS che mettono fuori uso un sito convogliando su di esso milioni di accessi in contemporanea: ora senza lo scudo di uno strumento simile il DailyStormer è in balia di questo tipo di attacchi, con Anonymous che ha giá fatto sapere di averli nel mirino. PERFINO IL SITO di dating online OKCupid ha fatto sapere di aver radiato dal proprio servizio un noto esponente del movimento di destra e che stessa sorte capiterà ad altri che professano simili idee. «Non c’è spazio per l’odio lá dove si va per cercare l’amore», si è letto sull’account Twitter del sito di incontri. Voce fuori dal coro quella della EFF, la Electronic Frountier Foundation, associazione di avvocati che protegge i diritti civili digitali che ha invece dichiarato la propria posizione in un articolo dove spiega che queste decisioni creano un pessimo precedente in quanto potrebbero ritorcersi a breve contro altri gruppi ideologicamente ben più affini che i filo nazisti. «PROTEGGERE LA LIBERTÀ di parola non è qualcosa che facciamo perché siamo d’accordo con i contenuti che vengono protetti – dice la EFF -, lo facciamo perché crediamo che nessuno, non il governo e non le imprese commerciali private, debba decidere chi può parlare e chi no. Anche per i sostenitori della libertà di parola, questa situazione è profondamente impegnativa a livello emotivo e legale (…) ma dobbiamo dire che su Internet ogni tattica utilizzata per silenziare i neonazisti sarà presto utilizzata contro altri, tra cui persone con le cui opinioni siamo d’accordo. Le aziende hanno agito nella più totale legalità, visto che hanno semplicemente esercitato il diritto di rifiutarsi di offrire un servizio ad un cliente privato che non rispettava i termini di servizio delle piattaforme, ma crediamo fermamente che ciò che GoDaddy, Google e Cloudflare hanno fatto sia una presa di posizione pericolosa, perché, anche quando i concetti sono i più vili, dobbiamo rimanere vigili quando si esercitano questi diritti. LE CONSEGUENZE di queste decisioni hanno un impatto sul discorso in tutto il mondo. Alle EFF vediamo le conseguenze di ciò: ogni volta che un’azienda lascia un sito neonazista fuori dalla rete, migliaia di decisioni meno visibili vengono prese da aziende minori con scarsa supervisione o trasparenza. Che precedenti vengono stabiliti, ecco cosa devono guardare le aziende e gli individui in questi tempi preoccupanti». FONTE: IL MANIFESTO

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