Gherush92 per i Diritti Umani – Micciacorta https://www.micciacorta.it Sito dedicato a chi aveva vent'anni nel '77. E che ora ne ha diciotto Fri, 10 Apr 2015 08:52:42 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.4.15 La sto­ria rottamata dai governi https://www.micciacorta.it/2015/04/la-sto%c2%adria-rottamata-dai-governi/ https://www.micciacorta.it/2015/04/la-sto%c2%adria-rottamata-dai-governi/#respond Fri, 10 Apr 2015 08:52:42 +0000 https://www.micciacorta.it/?p=19211 Auschwitz, convegno sulla rimozione del memoriale dei deporati. Il ministro della Cultura Franceschini ha definito «non più adatto» per motivi politici il memoriale italiano in Polonia

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Il Comi­tato Gherush92 per i Diritti Umani ha pre­sen­tato ieri al Senato il docu­mento inter­na­zio­nale per la con­ser­va­zione del Memo­riale ita­liano ad Aush­c­witz per difen­dere l’opera con­ser­vata nel museo dell’ex campo di ster­mi­nio in Polo­nia e per aprire l’ennesimo fronte di difesa della memo­ria euro­pea dalle istanze di revi­sione e rove­scia­mento della sto­ria. Le crisi segnano un momento cen­trale della ten­denze com­bi­nate e con­flit­tuali dei fat­tori di tra­sfor­ma­zione da un lato e delle per­si­stenze e con­ti­nuità siste­mi­che dall’altro e la vicenda rela­tiva al «tra­sloco poli­tico» del memo­riale ita­liano del Blocco 21 di Ausch­witz, legato alla pre­senza al suo interno del sim­bolo della falce e mar­tello e dell’immagine di Anto­nio Gram­sci, riporta al nucleo della crisi memo­riale euro­pea, intesa come con­flitto tra dispo­si­tivi sto­rici con­so­li­dati e nuove esi­genze degli Stati. Il cuore polacco della «revi­sione» La Polo­nia rap­pre­senta in modo mul­ti­forme il cuore della crisi memo­riale e dun­que dello stesso pro­filo iden­ti­ta­rio dell’Europa. Dal patto Ribbentrop-Molotov alla costru­zione dei campi di ster­mi­nio nazi­sta; dalla rivolta del ghetto di Var­sa­via alla Libe­ra­zione ad opera dell’Armata Rossa, che pro­prio in quelle terre distrusse il reti­co­lato che aveva sepa­rato l’umanità dal gorgo nero di Ausch­witz. La rimo­zione del memo­riale ita­liano, voluto e fatto rea­liz­zare negli anni ’80 dall’Aned e peral­tro già chiuso al pub­blico dal 2011, assume in que­sto qua­dro la valenza non solo sim­bo­lica ma finan­che fisica della can­cel­la­zione di una parte cen­trale della vicenda del secondo con­flitto mon­diale. E sem­bra legit­timo doman­darsi come possa lo Stato ita­liano, che ogni anno orga­nizza con i «viaggi della Memo­ria» la visita di cen­ti­naia di stu­denti negli ex campi di con­cen­tra­mento, pen­sare ad una edu­ca­zione alla sto­ria basata sulla siste­ma­tiz­za­zione isti­tu­zio­na­liz­zata delle apo­rie del pas­sato. Dal 1989 all’inversione del pas­sato L’iniziativa del governo polacco, impron­tata ad una rifor­mu­la­zione della sto­ria in una chiave poli­tica inte­ra­mente schiac­ciata sulla misura dell’attualità, fini­sce per pro­porre un’inversione della fun­zio­na­lità e della dire­zio­na­lità dello stu­dio del pas­sato, per cui le vicende mon­diali del 1939–1945 ven­gono lette sul filo delle ten­sioni inter­na­zio­nali del 2015 lungo il cri­nale perio­diz­zante della fine della Guerra Fredda del 1989. Il mini­stro della Cul­tura Fran­ce­schini ha defi­nito «non più adatto» per motivi poli­tici il memo­riale ita­liano in Polo­nia, estre­miz­zando il con­cetto di uso pub­blico della sto­ria come se il pas­sato potesse modi­fi­carsi per volontà del pre­sente, elu­dendo il corto cir­cuito fat­tuale degli eventi e sosti­tuendo la disci­plina scien­ti­fica con una nar­ra­zione mobile e dagli incerti con­fini. Il rischio per­ciò è che in un luogo come Ausch­witz, di enorme impatto empatico-emotivo per chiun­que lo visiti, la sto­ria venga poli­ti­ca­mente con­ce­pita e sele­zio­nata come «edu­ca­zione sen­ti­men­tale» al prin­ci­pio di realtà e che quest’ultimo a sua volta venga tra­sfor­mato, nel suo dive­nire, in una «iner­zia della realtà» rimo­du­lata e tra­dotta secondo l’impellenza del pre­sente. È all’interno di que­sto ardito labo­ra­to­rio di spe­ri­men­ta­zione stru­men­tale che la let­tura, la ricerca e l’interpretazione cri­tica di fatti ed eventi del pas­sato ces­sano di essere punto di inter­se­zione con la con­tem­po­ra­neità per essere sosti­tuiti da una nar­ra­zione memo­riale per legge che inver­tendo l’ordine dei fat­tori cam­bia il risul­tato impo­nendo un pri­sma del pre­sente a-storico, cioè privo di una sto­ria che ne spie­ghi l’esistenza e le radici iden­ti­ta­rie. Scon­fitta l’identità anti­fa­sci­sta euro­pea A quella che è stata defi­nita la guerra civile euro­pea i popoli del vec­chio con­ti­nente dovreb­bero guar­dare come al ful­cro del con­flitto valo­riale dello scon­tro ’39-’45 e come nodo sto­rico di iden­ti­fi­ca­zione dei pro­cessi di riu­ni­fi­ca­zione e rior­ga­niz­za­zione delle società con­tem­po­ra­nee. L’antifascismo rap­pre­senta uno dei perni dell’identità euro­pea per­ché è stato e rimane un campo sto­rico largo, dove si affermò la demo­cra­zia di massa, lo stato sociale ed il ripen­sa­mento radi­cale del con­cetto di patria e unità nazio­nale. E dove oggi è pos­si­bile ritro­vare le tracce di una nuova e diversa unità del con­ti­nente come approdo alla «sto­ria lunga» e in ultima istanza del nostro futuro.

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