Guido Rossa – Micciacorta https://www.micciacorta.it Sito dedicato a chi aveva vent'anni nel '77. E che ora ne ha diciotto Wed, 03 Feb 2016 10:17:42 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.4.15 Sabina Rossa: “Nessun imbarazzo l’ergastolo della parola sarebbe un’ingiustizia” https://www.micciacorta.it/2016/02/nessun-imbarazzo-lergastolo-della-parola-sarebbe-uningiustizia/ https://www.micciacorta.it/2016/02/nessun-imbarazzo-lergastolo-della-parola-sarebbe-uningiustizia/#respond Wed, 03 Feb 2016 08:39:40 +0000 https://www.micciacorta.it/?p=21268 Sabina Rossa, figlia di Guido Rossa, l’operaio comunista ucciso dalle Br il 24 gennaio 1979: «Non mi sentirei minimamente a disagio a parlare accanto agli ex brigatisti Faranda e Bonisoli »

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Lei a quel corso di formazione sulla giustizia riparativa non parteciperà. «Ma solo perché ho dei problemi di salute che mi impediscono di andare a Scandicci, nonostante sia stata invitata. Non mi sentirei minimamente a disagio a parlare accanto agli ex brigatisti Faranda e Bonisoli ». Lei è Sabina Rossa, figlia di Guido Rossa, l’operaio comunista ucciso dalle Br il 24 gennaio 1979. «Faranda e Bonisoli sono stati invitati, non si sono certo offerti. Non vanno a fare i protagonisti. Saranno lì di fronte a 300 magistrati a spiegare quali sono stati i loro errori. Credete che sia facile? Sono persone che si mettono a nudo, vanno apprezzati». Alessandra Galli la pensa diversamente, e si dice sconcertata dalla scelta della Scuola dei magistrati di invitarli. «Non entro in polemica con il magistrato Galli, ma ribadisco: chi sbaglia non deve aprire più bocca fino alla sua morte? Io non sono d’accordo. Non credo che l’autore di un reato possa essere condannato all’”ergastolo della parola”, e non debba più apparire o esistere. E poi un corso sulla giustizia riparativa assume meno significato senza testimonianze come quella di Faranda e Bonisoli ». Ma possibile che non si potessero trovare testimoni meno ingombranti e ugualmente efficaci? «Beh, sicuramente è chiaro che la scelta è simbolica. La stagione del terrorismo e delle stragi è un periodo della nostra storia in cui non tutto è stato chiarito. Non capisco di cosa ha paura questo Paese». Se avessero invitato ex terroristi della destra eversiva la penserebbe allo stesso modo? «Non banalizziamo. La scelta dei due ex br prende le mosse da un percorso durato dieci anni, intrapreso da Agnese Moro e da altri per riavvicinare ex terroristi e familiari delle vittime, e che è sfociato nella pubblicazione del “Libro dell’incontro”. Quindi non è casuale che al corso sia stato chiamato chi ha partecipato al progetto. Dal di fuori a volte è difficile anche per me capire come siano arrivati a quella condivisione di argomenti, ma bisogna averle vissute, certe esperienze, per capire e non dare giudizi a sproposito ».

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Sabina Rossa e Sergio Segio, anticorpi della non violenza? https://www.micciacorta.it/2015/09/sabina-rossa-e-sergio-segio-anticorpi-della-non-violenza-2/ https://www.micciacorta.it/2015/09/sabina-rossa-e-sergio-segio-anticorpi-della-non-violenza-2/#respond Tue, 29 Sep 2015 12:41:51 +0000 https://www.micciacorta.it/?p=20528 ho trovato molto interessanti le riflessioni di Sergio Segio e di Sabina Rossa sull’attentato al dirigente dell’Ansaldo nucleare Roberto Adinolfi

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Ho visto ieri la trasmissione di Lucia Annunziata “In mezz’ora”. Non ne sono rimasta sconvolta come qualche politico (i soliti) ripreso dai giornali. Al contrario, ho trovato molto interessanti le riflessioni di Sergio Segio e di Sabina Rossa sull’attentato al dirigente dell’Ansaldo nucleare Roberto Adinolfi. Di più: da giornalista dico che quella di ieri è stata una puntata eccezionale, per la tempestività con cui è stata realizzata e per la qualità degli ospiti.

Si parlava di terrorismo, e in studio c’erano un ex terrorista e la figlia di una vittima del terrorismo. Due persone che però non vivono con lo sguardo rivolto al passato ma fortemente centrato sul presente e sul futuro. Sabina Rossa è deputata del Pd, Sergio Segio, che ha da tempo rinnegato la lotta armata, lavora nel sociale, con il Gruppo Abele di don Luigi Ciotti.

Di che cosa hanno parlato? Di cose che conoscono. Dell’atto in sé, del linguaggio del volantino di rivendicazione. E di come contrastare una possibile, nuova, deriva terroristica. Annunziata faceva le domande, loro rispondevano. A una di esse, circa l’uso dell’esercito a tutela degli obiettivi sensibili, Segio si è detto contrario. Sabina Rossa ha risposto testualmente “Ho dei dubbi” (sull’utilità dell’uso dell’esercito).

Lo scandalo, credo, è nato dal fatto che l’ex di Prima linea e la figlia dell’uomo ucciso dalle Brigate Rosse si siano trovati, sostanzialmente, d’accordo. E non solo sulla questione dell’esercito: entrambi hanno detto che un Paese che non sa fare i conti con il proprio passato (Piazza Fontana, G8 di Genova), difficilmente può riuscire a fronteggiare la crisi presente.

Ho trovato in Sabina Rossa una persona straordinaria: conosco i genovesi e il loro connaturato riserbo, immagino quanto debba esserle costata (nonostante il personale percorso che già l’ha portata a incontrare e a cercare di capire l’origine del gesto degli assassini di suo padre) la convivenza sia pur temporanea sul teleschermo con l’ex terrorista, ma mai nelle sue parole o nell’espressione del suo volto ho letto o visto meno che rispetto dell’opinione altrui, oltre che profonda, buona educazione. E lo stesso, devo dire, vale per Segio, certo più imbarazzato di lei a condividere la ribalta televisiva: più volte ha preposto ai suoi interventi la locuzione “non vorrei sembrare irriguardoso”, o qualcosa del genere, anche se non stava per dire nulla di offensivo, anzi, generalmente concordava con quanto detto da Rossa.

Immagino che lui stesso paventasse come “irriguardosa” la sua presenza lì, accanto a quella donna che una mano assassina aveva privato, ancora bambina, del diritto a crescere accanto a suo padre, eppure così forte da non temere il confronto con chi, un tempo, stava dall’altra parte, a imbracciare altre armi che provocavano altri lutti.

Entrambi insieme, oggi, sul fronte della ragionevolezza. A dispetto di chi li vorrebbe per sempre nemici e che agli “anticorpi della nonviolenza” auspicati da Sabina Rossa preferiscono forse i venti di guerra.

GUARDA LA PUNTATA

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