Livorno – Micciacorta https://www.micciacorta.it Sito dedicato a chi aveva vent'anni nel '77. E che ora ne ha diciotto Fri, 31 Aug 2018 08:29:04 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.4.15 Pepe Mújica, ex Tupamaros, ricorda: «Un secolo fa il Río de la Plata accolse gli europei in fuga» https://www.micciacorta.it/2018/08/pepe-mujica-ex-tupamaros-ricorda-un-secolo-fa-il-rio-de-la-plata-accolse-gli-europei-in-fuga/ https://www.micciacorta.it/2018/08/pepe-mujica-ex-tupamaros-ricorda-un-secolo-fa-il-rio-de-la-plata-accolse-gli-europei-in-fuga/#respond Fri, 31 Aug 2018 08:28:44 +0000 https://www.micciacorta.it/?p=24802 L’ex presidente uruguaiano in Italia: «Tanti sogni ancora da realizzare. I giovani devono lottare ancora molto per la democrazia. I diritti di cui godiamo oggi sono conquiste di gente che sognava più di noi, ma che allora ha perso»

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LIVORNO. Ex ribelle dei Tupamaros, più tardi presidente dell’Uruguay tra il 2010 e il 2015, José Pepe Mújica abbracciò la politica formale dopo l’apertura democratica del paese nel 1985, fondando qualche anno più tardi il Mpp (Movimiento de Participación Popular). Da sempre difensore di idee libertarie e socialiste come l’abbattimento delle classi sociali e della povertà, il diritto alla casa, la legalizzazione delle droghe leggere, allergico a cravatte, cerimonie e protocollo, l’83enne Mújica ha rinunciato poche settimane fa alla carica di senatore per «stanchezza dovuta al lungo viaggio e voglia di andare in pensione prima di morire», promettendo però che finché rimarrà lucido non abbandonerà la solidarietà né la lotta delle idee. Cittadino onorario di Livorno dal 2015 per volontà del sindaco Filippo Nogarin, l’ex presidente uruguaiano è tornato martedì in città per presentare il libro curato da Andrés Danza e Ernesto Tulbovitz Una pecora nera al potere, edito dal gruppo Lumi. «Ringrazio e rivolgo un abbraccio affettuoso all’Italia, che è anche un po’ mia, perché italiana era la mia famiglia materna. I sentimenti compongono l’essenza della nostra civilizzazione. La zona del Río de la Plata si è formata un secolo fa attraverso il dolore degli europei che migravano. Questa è la nostra storia». Si è presentato così, Mújica, toccando subito un tema molto spinoso: non è semplice parlare di migrazioni in Italia oggi né soprattutto farlo seduti a fianco di un sindaco cinquestelle che durante la crisi dell’Aquarius dichiarò su Facebook che avrebbe aperto il porto, per poi smentirsi pochi minuti dopo. Ma quando qualcuno gli fa notare che i governi occidentali non sono capaci di gestire i flussi migratori, anzi ne esaltano le criticità e i rischi rispondendo con politiche nazionaliste di chiusura e repressione, Mújica ricorda che l’immigrazione massiccia che vide la zona del Rio de la Plata durante la prima parte del Novecento fu dovuta principalmente alla fuga dalla guerra e dalla miseria che affliggevano l’Europa. «Le nuove generazioni probabilmente non lo ricordano, visto che dopo si è sperimentato un periodo lunghissimo di pace, piuttosto insolito per un continente molto bellicoso come il vostro. L’Europa si è spartita l’Africa nell’Ottocento e, mentre mostrava i benefici della cultura occidentale, soppiantava la cultura primitiva e tradizionale africana. In fondo l’onda migratoria africana è la conseguenza diretta del colonialismo europeo. Non credo che si sia risposta, se non quella di portare lo sviluppo in Africa affinché esca dalla povertà». Ci sono tutti gli estremi per arrivare velocemente a parlare della coalizione di governo italiana e di quello che sta facendo con i migranti nel Mediterraneo. «Non ho risposte per la politica italiana – taglia corto l’ex presidente – e se l’avessi non le darei, visto che non conviene agli interessi del mio piccolo paese, l’Uruguay. Ho bisogno della mano amica dell’Italia per il bene dei miei compatrioti». Parlando della crisi della sinistra internazionale, l’ex presidente appare nostalgico: «La democrazia non è mai perfetta e non sarà mai un progetto finito: rimangono da fare molte cose, l’uguaglianza, le pari opportunità, ci sono molti sogni e utopie da realizzare ancora. Ci sono cose meravigliose nella modernità, ma i giovani e le giovani di oggi hanno ancora molto da lottare per arrivare alla democrazia. Da giovane pensavo che lottavamo per ottenere il potere; oggi credo invece che lottiamo per salire dei piccoli gradini nella scala della civilizzazione. I diritti di cui godiamo oggi sono conquiste di gente che sognava più di noi, ma che allora ha perso: le otto ore, la pensione…sono tutti frammenti di sogni infranti». * Fonte: Virginia Tonfoni, IL MANIFESTO photo: By Roosewelt Pinheiro/ABr [CC BY 3.0 br (https://creativecommons.org/licenses/by/3.0/br/deed.en)], via Wikimedia Commons

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La polizia carica a Livorno per rimuovere striscione antirazzista a Effetto Venezia https://www.micciacorta.it/2018/08/la-polizia-carica-a-livorno-per-rimuovere-striscione-antirazzista-a-effetto-venezia/ https://www.micciacorta.it/2018/08/la-polizia-carica-a-livorno-per-rimuovere-striscione-antirazzista-a-effetto-venezia/#respond Sat, 04 Aug 2018 07:47:37 +0000 https://www.micciacorta.it/?p=24732 Livorno. La scritta rimossa con la forza senza ragione, timida protesta dal sindaco Nogarin

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LIVORNO. Sono le 1.30 della notte di mercoledì 1 agosto, notte inaugurale di Effetto Venezia, la festa estiva che si svolge da 33 anni nel quartiere storico di Livorno. Le spallette dei fossi livornesi e gli scali si svuotano piano piano, ma c’è ancora gente di fronte al palazzo del Refugio, lo spazio autogestito e antifascista che da 10 anni organizza la propria manifestazione, Effetto Refugio, una risposta critica alla grande festa cittadina. Compagni, amici e gli ultimi passanti si godono quel poco fresco che solo la notte fonda può procurare. Dalla vicina piazza dei Domenicani si affaccia il camion gru dei pompieri, accompagnato da due unità di reparto celere a piedi. L’obiettivo è rimuovere lo striscione a tema sociale affisso sul muro dell’adiacente carcere dei Domenicani, che quest’anno recita uno slogan antirazzista contro il governo: "Effetto Pd e Lega-Stelle, 11 aggressioni in 50 giorni: il vostro razzismo è emergenza. Il vero cambiamento: casa, lavoro e reddito per tutti. Lega illegale". Lo striscione è un’usanza consolidata ormai, visto che in quelle poche linee, da 10 anni, Effetto Refugio concentra il proprio dissenso e la contestazione secondo un criterio di emergenza, e come quasi tutti gli anni, già nel pomeriggio ai militanti era stato suggerito da alcuni agenti della Digos di non appendere lo striscione, ma loro si erano sentiti in qualche modo rassicurati dalle parole della vicesindaco Stella Sorgente (M5S), che gli agenti a lasciar perdere e a concentrarsi sulla festa del Livorno Calcio, evento di punta della serata. La notte di Effetto Refugio era così iniziata senza intoppi, tra dibattiti e concerti, e si stava per concludere, quando il camion dei pompieri e la celere si sono presentati con l’ordine immediato di rimozione, senza possibilità di replica emesso dal neo questore Lorenzo Suraci, che ha preso servizio proprio mercoledì. Nessuna spiegazione sui reati contestati, solo qualche minuto di tensione, poi la carica a freddo, e infine la rimozione del tanto contestato striscione.

Filippo, uno degli occupanti del palazzo dichiara: «Ci siamo mossi a difesa dello striscione, ma la polizia spingeva contro di noi con gli scudi per liberare lo spazio necessario al camion per issare la scala. Stavamo con le mani alzate, ma dopo pochi minuti di pressione, ha iniziato a usare i manganelli».

Solo molte ore più tardi il sindaco di Livorno Filippo Nogarin (M5S) ha condannato la violenza della notte dichiarandola inammissibile da entrambe le parti e individuando in modo erroneo e contraddittorio le cause della carica sia nell’aggressione della vicaria del questore, che ha riportato una frattura al polso con una prognosi di 30 giorni, sia nella supposta affissione di uno striscione ancora più offensivo.

Nel comunicato emesso giovedì pomeriggio da Effetto Refugio, il movimento ci tiene a precisare che la vicaria è rimasta ferita durante le pressioni dello stesso reparto di cui era a capo e che lo striscione non è mai cambiato. Tra i presenti anche il video reporter Andrea Vignali e il fotografo Giacomo Sini, simpatizzanti dello spazio.

Ci sono almeno una quindicina di feriti, e la tristezza e la rabbia si fanno sentire: era già capitato che lo striscione creasse dibattito per la proverbiale carica critica, ma nelle stesse parole del sindaco si tratta di una “manifestazione di dissenso ampiamente prevista e che non deve spaventare nessuno”. Al massimo dovrebbe far riflettere, così come ci auguriamo che succeda di fronte a questa repressione violenta in odore di censura, che spazza via ogni voce critica. Il rischio, indicato nella chiusura del comunicato, è che si “accetti la pratica del manganello e che questa venga sdoganata in qualsivoglia ambito”.

 Mentre arriva il comunicato di solidarietà dell’Usb dei vigili del fuoco di Livorno, che “riconosce la bontà e il valore sociale del diritto alla critica e al dissenso in forme pacifiche”, oggi, il nuovo, laconico striscione, esposto nella notte durante il concerto degli Zen Circus nella piazza principale recita “Emergenza razzismo, repressione, censura. La verità fa paura”.

* Fonte: Virginia Tonfoni, IL MANIFESTO

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