Paolo Zapelloni – Micciacorta https://www.micciacorta.it Sito dedicato a chi aveva vent'anni nel '77. E che ora ne ha diciotto Sat, 17 Oct 2015 08:40:33 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.4.15 Il cinema di Zap https://www.micciacorta.it/2015/10/il-cinema-di-zap/ https://www.micciacorta.it/2015/10/il-cinema-di-zap/#respond Sat, 17 Oct 2015 08:40:33 +0000 https://www.micciacorta.it/?p=20695 Paolo Zapelloni. Oggi, 17 ottobre, alle ore 11, alla Casa del cinema (Villa Borghese) per ricordare Paolo Zap

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Paolo Zap­pel­loni, o Zap, come lo chia­ma­vamo un po’ tutti nel mondo del cinema, che se ne è andato tre giorni fa e che verrà ricor­dato alla Casa del Cinema dagli amici oggi in tarda mat­ti­nata, con un serio pas­sato di mili­tanza poli­tica, da anni era con­si­de­rato soprat­tutto una sorta di roman­tico ultimo ciné­phile. Qual­cosa in via d’estinzione in que­sti anni dove tutto è visi­bile in dvd e in blue ray e dove, come ben inse­gna Quen­tin Taran­tino, la visione di un film in sala in 35 mm per non dire in 70 mm diventa un momento di alta rivo­lu­zione. Forse anche mag­giore dell’impegno poli­tico negli anni di «Metropoli». Zap, incu­rante che il mondo era cam­biato e non da ieri, vedeva tutto o quasi tutto come ai bei tempi. Cioè ai bei tempi di quando c’era dav­vero un cinema da andare a vedere in sala. In prima o seconda fila al mas­simo, qual­siasi fosse il film, come face­vamo negli anni ’70 e ’80. Ricordo un giorno che andai a vedere un buffo film su due mondi capo­volti e gli unici spet­ta­tori era­vamo io, Checco Zalone e Zap in prima fila. Poi ven­nero due ragaz­zette. Ma c’erano così pochi film da vedere in que­sti anni, per i suoi gusti, che spesso i pochi buoni se li andava a rive­dere più volte. Zap aveva lavo­rato molto in tv come ricer­ca­tore, in que­sti ultimi anni, met­tendo a pro­fitto la sua ster­mi­nata cono­scenza cine­ma­to­gra­fica, ricor­dava a memo­ria qual­siasi scena del cinema clas­sico e del cinema di genere, ma aveva lavo­rato anche al bel pro­getto di libre­ria mul­ti­me­diale romana Gli Angeli. Del resto aveva anche una bella e ben tenuta biblio­teca di cinema, con tutte le annate di Variety rile­gate. Una ven­tina d’anni fa aveva anche costruito la video­teca ideale di un arti­sta come Mario Schi­fano. Anzi, con Schi­fano erano pro­prio amici. Ma soprat­tutto era l’immancabile pre­senza di ogni festi­val, soprat­tutto di Can­nes e di Vene­zia. A Can­nes domi­nava let­te­ral­mente le pro­ie­zioni del mer­cato, veden­dosi, quando ancora aveva un senso vedersi ogni pic­colo hor­ror o avven­tu­roso ame­ri­cano, tutto il pos­si­bile. Per pas­sione e stu­dio. Come tanti di noi. Sdra­iato in prima fila con la cami­cia oltre­modo sbot­to­nata e le infra­dito in bella evi­denza. Un giorno ci liti­gai per colpa del cinema under­ground o udi­grudi bra­si­liano. Mal­grado l’apparenza un po’ da tardo mili­tante di tutto, della cri­tica e della poli­tica, Zap aveva dei gusti cine­ma­to­gra­fici da ciné­phile ultra­bor­ghese che in qual­che modo stri­de­vano con il suo per­so­nag­gio. Gli faceva schifo qual­siasi tipo di cinema spe­ri­men­tale. Non mi andava giù che non capisse il cinema rivo­lu­zio­na­rio bra­si­liano degli anni ’70. Niente, ado­rava soprat­tutto il cinema ame­ri­cano. Tutto. Non sono mai riu­scito a capire perché. A Vene­zia aveva avuto qual­che pro­blema dopo l’11 set­tem­bre, visto il suo pas­sato diciamo impor­tante ai tempi di Potere Ope­raio, ma poi era ritornato. Ado­rava il cinema. Era, credo, tutta la sua vita. Pro­prio durante l’ultimo festi­val lo avevo visto in treno, già mala­tis­simo, pronto a sbar­care al Lido. Sapeva esat­ta­mente come stava e aveva deciso di morire al cinema, di fronte a uno schermo. Si era sen­tito male la sera dell’omaggio a Carlo Liz­zani e era stato por­tato all’ospedale e poi era ritor­nato a Roma. Non si sarebbe più ripreso. Ultimo film visto, però, Dona­tella di Carlo Liz­zani. Ottima scelta.

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Questa notte, notte fonda, se n’è andato Zap, Paolo Zapelloni https://www.micciacorta.it/2015/10/questa-notte-notte-fonda-se-ne-andato-zap-paolo-zapelloni/ https://www.micciacorta.it/2015/10/questa-notte-notte-fonda-se-ne-andato-zap-paolo-zapelloni/#respond Thu, 15 Oct 2015 07:22:17 +0000 https://www.micciacorta.it/?p=20668 Mili­tante di Potere Ope­raio sin dagli inizi, Zap viene arre­stato la prima volta nel mag­gio del ’71 nel corso della lotta per il rin­novo del con­tratto Fiat

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Zap (per noi era Zap più che Paolo) s’era sen­tito molto male un mese fa a Vene­zia dove, acciac­cato e in con­di­zioni più che cri­ti­che, era andato per tim­brare per l’ennesima volta il suo “per­so­na­lis­simo car­tel­lino” alla mostra del cinema. Il rico­vero in ospe­dale e il suc­ces­sivo tra­sfe­ri­mento al Sant’Eugenio di Roma erano solo ser­viti a dare la misura della gra­vità della situa­zione e l’inevitabilità d’un esito ormai segnato. Quello del rap­porto tra Paolo e il cinema era «amore tos­sico» dei più tenaci e fonte di rac­conti e bat­tute tra amici. Potevi incon­tralo per strada o seduto al Pic­colo da Gian­carlo con un bic­chiere in mano e di sicuro t’avrebbe aggior­nato sull’ultimo film visto appena un’ora prima e su quello che, giu­sto il tempo d’una pausa, stava per andare a vedere nella sala più vicina. Per un periodo aveva tro­vato in Mario Schi­fano un com­plice di cinema e andava in giro a tro­vare pel­li­cole che poi pro­iet­tava a casa del suo amico artista. Ma Zap, è stato anche un pio­niere della Tv libera; nella prima metà degli anni ’70 mise in piedi, insieme a Pasquale Pru­nas, un’emittente pri­vata che pro­gram­mava soprat­tutto film. Allora non esi­ste­vano email e quindi c’era un con­ti­nuo scam­bio di cas­sette fra emit­tenti libere di tutta Ita­lia. E Paolo c’era dentro. Mili­tante di Potere Ope­raio sin dagli inizi, viene arre­stato la prima volta nel mag­gio del ’71 nel corso della lotta per il rin­novo del con­tratto Fiat. Un pic­chetto alla suc­cur­sale di Viale Man­zoni a Roma viene cari­cato dalla poli­zia e lui, assieme a Lucio, a Jaro e Umber­tino, fini­sce a Regina Coeli. Nell’83 la trama che lo porta a Rebib­bia è un pes­simo cano­vac­cio tipico degli anni dell’emergenza. Il giu­dice Impo­si­mato lo vede come capo dei Cocori e di sva­riate bande armate, ispi­ra­tore del Pro­getto Metro­poli, coper­tura e rac­cordo tra le sigle più diverse — tra di loro pure incom­pa­ti­bili — della lotta armata. Pas­serà un anno e mezzo fra car­cere e arre­sti domi­ci­liari e chi ce l’ha avuto in cella ricorda ancora quel suo con­ti­nuo sma­net­ta­mento con i fili della cor­rente della lam­pa­dina sopra lo spion­cino, per tenere accesa la tv tutta la notte e poter così seguire pro­gram­ma­zioni di pel­li­cole tra le più improponibili. La rivi­sta Metro­poli comun­que era stata una delle sue imprese vere. Come scrive Ales­san­dra Vanzi?, quella rivi­sta, che avrebbe dovuto rac­cor­dare i com­bat­tenti «dall’Alpi a le Pira­midi», era in realtà «redatta da sole due per­sone Gior­gio Acca­scina e Paolo Zapel­loni che si riu­ni­vano sotto il per­go­lato del baretto di Porta S. Pan­cra­zio die­tro al Gia­ni­colo a Roma per timore di essere arre­stati o costretti alla latitanza». Se c’è un rap­porto di mas­simo pro­fitto sov­ver­sivo, tra ener­gie impie­gate da una parte e timore rea­zio­na­rio indotto nell’avversario, quello sca­te­nato da Zap assieme a Gior­gio è da Guin­ness dei primati. Via tutti gli altri, erano in due a cuci­nare numeri riven­di­cando il diritto di «sor­pren­dersi delle cose pic­cole e meschine per non dare mai scon­tate quelle grandi e feroci». Pic­cola e meschina era infatti la mon­ta­tura dei giu­dici e diver­tenti, a rileg­gerle oggi, quelle righe che, come un comu­ni­cato bef­fardo, annun­cia­vano ogni volta l’uscita della rivi­sta «con metà della reda­zione in galera e l’altra metà con la vali­gia in mano o con la revoca della libertà prov­vi­so­ria già firmata». Dalle accuse, loro due, saranno poi assolti. Delle mon­ta­ture, e degli anni di galera dati gra­tis e senza rav­ve­di­mento alcuno, gli scrit­tori di teo­remi non saranno mai impu­tati gua­da­gnan­done anzi encomi, rico­no­sci­menti e posti in par­la­mento. E ancora non gli basta. I fune­rali di Zap si ter­ranno il 16 otto­bre, alle 11 e 30, per desi­de­rio della fami­glia alla Chiesa Stella Maris, Viale dei Pro­mon­tori, di Ostia. Men­tre sabato 17 otto­bre alle 11 alla Casa del Cinema, all’interno di Villa Bor­ghese, a pochi metri da via Veneto, in Largo Mar­cello Mastro­ianni 1, i suoi amici del cinema e della mili­tanza poli­tica si ritro­ve­ranno per un ricordo di Zap. Gior­gio Acca­scina, Gio­vanna Amato, Marina Canale, Mario Canale, Mas­simo Casa, Andrea Colombo, Clau­dio D’Aguanno, Mario Dal­ma­viva, Gian­carlo Davoli, Enzo Fic­ca­denti, Marianna Fic­ca­denti, Chicco Funaro, Mau­ri­zio Giber­tini, Roberto Giu­liani, Paolo Lap­poni, Andrea Leoni, Anna­rosa Morri, Angelo Pasquini, Ste­fa­nia Ros­sini, Adolfo Sac­chetta, Gianni Sbro­giò, Ales­san­dra Vanzi, Pasquale Vilardo, Paolo Virno

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