Re Nudo – Micciacorta https://www.micciacorta.it Sito dedicato a chi aveva vent'anni nel '77. E che ora ne ha diciotto Mon, 16 Apr 2018 14:25:30 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.4.15 Underground e controcultura, le riviste 1966-1977 https://www.micciacorta.it/2018/04/24371/ https://www.micciacorta.it/2018/04/24371/#respond Mon, 16 Apr 2018 14:25:30 +0000 https://www.micciacorta.it/?p=24371 Per le Edizioni del Frisco esce la ristampa del volume "Underground: ascesa e declino di un'altra editoria" che riguarda la storia, i protagonisti e soprattutto la grafica e la stampa delle riviste della controcultura italiana del periodo 1966-1977

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Una storia iniziata fra i ragazzi che volevano scrivere la loro rabbia su semplici fogli ciclostilati, continuata tra coloro che tentarono di dare un senso comune a una battaglia ideale contro gli stereotipi di una società bigotta e terminata tra quelli che capirono anzitempo che il castello di sabbia si stava sgretolando. L’esperienza della stampa underground italiana durò poco più di dieci anni, influenzata inizialmente da movimenti internazionali come il Dada, i Provos olandesi ed i beat americani, brillò subito di luce propria con riviste quali “Mondo Beat”, “Pianeta Fresco”, “Re Nudo”, “Oask?!” e tantissimi altri titoli che riuscirono a portare alla ribalta un altro linguaggio, un’altra grafica, un altro mondo fatto di poesia, rivendicazioni, fumetti e musica. Una storia narrata come un romanzo in cui vengono presentati tutti i personaggi e gli avvenimenti, i luoghi e le battaglie che hanno fatto della carta e delle riviste un mezzo del tutto nuovo di comunicazione attraverso sperimentazioni e avventure mai viste prima. Milano, Bologna, Torino, Lucca. In ogni parte dell’Italia si muove qualcosa di nuovo che ancora nessuno ha mai voluto del tutto riportare a galla e che adesso trova una sua narrazione fatta di passione e incoscienza. Un formato originale e colorato, grande e arioso, per un volume arricchito dalla prefazione di Federica Boràgina e dalle illustrazioni di Andrea Chronopoulos. Un viaggio unico e avventuroso fra le pagine ed i desideri di un periodo che, ancora oggi, dimostra che la forza delle idee e la volontà di cambiamento avranno sempre uno spazio vitale entro cui sprigionare una fantasia. La presentazione del volume può essere anche uno spettacolo accompagnato da musica e immagini su cui inserire la narrazione di una storia di cui non avete mai immaginato l’esistenza e che vi lascerà senza parole. Tutte le riviste nate tra il 1966 ed il 1979 lungo la penisola sono raccolte in un censimento in appendice del libro. **** Gli autori Francesco Ciaponi nasce sulle rive dell’Arno, vive a Santa Croce e resta assurdamente appiccicato alla sua terra faticando ogni volta ad allontanarsene. Studia e si laurea in Storia della Stampa e dell’Editoria all’Università di Pisa. Nel 2001 iniziano le pubblicazioni di Friscospeaks, fanzine a collage che uscirà in 11 numeri fino al 2008 in cui si affrontano le tematiche ed i personaggi dell’undergroud made in U.S.A. degli anni Sessanta e Settanta. Collaborare per circa 3 anni, 2004- 2007, alla rivista mensile Vintage con una rubrica sulla poster art internazionale. Oltre ai 2 numeri unici della rivista annuale Il Farfisa sulle tendenze comunicative del II° Millennio, Ciaponi collabora alla realizzazione di due saggi dal titolo Il romanzo americano e la guerra e Perché sia possibile editi da Edizioni Plus. Nel 2010 fonda, insieme all’amico Andrea Pacini, Italian Poster Rock Art, l’archivio italiano della poster art. Nel 2016 riesuma lo storico marchio di battaglia per fondare le Edizioni del Frisco: piccola editoria indipendente che esordisce con nel 2017 con il volume dal titolo “The Big Lebowski Art Collection”, una raccolta di illustrazioni e grafiche di 68 illustratori provenienti da tutto il mondo. Nel 2018 da vita insieme ad Andrea Pacini al progetto Il Grande Yeah: piccole produzioni independenti fatte con cura, un’idea che potete scoprire su www. ilgrandeyeah.com. Federica Boràgina è dottoranda in storia dell’arte contemporanea presso l’Università di Torino dove svolge un progetto di ricerca dedicato all’editoria d’artista e alla controcultura negli anni Sessanta. Laureata e specializzata in Storia dell’arte contemporanea all’Università Cattolica di Milano, scrive per la rivista Titolo, è autrice di Fabio Mauri, che cosa è, se è, l’ideologia nell’arte (Rubettino editore, 2012) e, con Giulia Brivio, di Interno Domestico (Fortino Editions, 2013) e del progetto editoriale Boîte. Le sue ricerche sono principalmente dedicate alle vicende artistiche degli anni Sessanta e Settanta e all’editoria d’arte contemporanea. Ha svolto il ruolo di assistente curatore per il Padiglione Italia alla 55 Biennale d’arte di Venezia e, dal 2011, collabora come assistente curatore con le collezioni d’arte del Novecento di Intesa Sanpaolo. Andrea Chronopoulos è nato nel 1990 ad Atene, si diploma nel 2011 allo IED di Roma in illustrazione e animazione 2D. Membro fondatore di Studio Pilar, associazione culturale e etichetta di autoproduzioni editoriali. Lavora come illustratore freelance per diversi ambiti come ‘animazione, libri per ragazzi e illustrazioni editoriali per magazine. Tra i suoi clienti: GQ, The New York Times, the Atlantic, MIT Technology Review, Fred Perry, EasyJet Traveller, L’Ultimo Uomo.   Edizioni del Frisco Via Brunelli 9 56029 Santa Croce sull’Arno (PI) - ITALIA - MAIL: info@edizionidelfrisco.com SITO: www.edizionidelfrisco.com TEL: +39 3471948132    

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Il festival del proletariato giovanile di Parco Lambro https://www.micciacorta.it/2016/09/festival-del-proletariato-giovanile-parco-lambro/ https://www.micciacorta.it/2016/09/festival-del-proletariato-giovanile-parco-lambro/#respond Sat, 03 Sep 2016 07:16:46 +0000 https://www.micciacorta.it/?p=22438 Venezia 73. Alberto Grifi racconta quanto accadde nel raduno del 1976, in un film dove vennero raccolte 27 ore di registrazione e 3 ore di girato sul festival

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27 ore di registrazione e 3 ore di 16 mm colore sul festival del proletariato giovanile svoltosi a Parco Lambro di Milano nel giugno del 1976, organizzato dalla rivista «Re Nudo», presenti 150 mila persone. Girato, su richiesta degli organizzatori della festa, con 4 videoregistratori (…) . Inizialmente il lavoro era stato finanziato dai discografici che puntavano alla realizzazione di un film-concerto, ma successivamente il film registra la contestazione da parte dei giovani proletari degli spettacoli musicali e di tutte le merci che gli organizzatori contavano di vendere, birra, libri e dischi «di sinistra». I 3 mila contestatori formano cortei interni, chiedono l’abbassamento dei prezzi, discutono in assemblea della lotta, fermano i concerti, aprono con la forza i camion e distribuiscono a tutti gelati, patatine e polli. Nessun leader politico riesce a prendere la parola, per la prima volta in Italia, durante tutta la manifestazione. Era l’anno in cui i gruppi di Autonomia Operaia agirono per la prima volta apertamente. Nessun produttore ha voluto rischiare una lira per trasformare questi nastri in pellicola. Per «Anna» avevo detto che non è un film, che la regia ha girato sul tema della disobbedienza. È, al contrario, la rivolta degli attori e delle maestranze contro l’organizzazione gerarchica del film, a dispetto della regia. A quelli che hanno messo su il festival del Lambro, è successo qualcosa di molto simile, ma ingigantito. Il guru che ti ingura Era la primavera del 1976 a Milano. Il fim sul Parco Lambro, più che un documento politico è uno psicodramma ad alta temperatura sulle insurrezioni giovanili degli anni ’70 chiuse nel ghetto di un festival. E’ considerata l’unica testimonianza registrata «dal vero» minuto per minuto, dall’interno delle problematiche di quella generazione nell’ottica dei disagi, dei tentativi di organizzazione politica e, contemporaneamente, ben al di là della politica; laddove nascevano nuovi desideri e bisogni, cambiamenti di comportamento lontani dalla lotta armata e fuori dai ruoli stabiliti dalla logica del vecchio potere che precedettero gli «anni di piombo». È proprio una metafora inquietante e di nuovo molto attuale sui meccanismi di controllo con cui i giovani e i loro funzionari tentano di tenere buone le masse e su come le masse tentano di sollevarsi. Questo film è del tutto inedito. Gli autori non lo hanno mai voluto cedere alla Rai o ad altre emittenti per impedire che divenisse oggetto di grossolane manipolazioni politiche. Durante l’assemblea durata due giorni e due notti che seguì l’esproprio proletario di gelati, patatine e polli provocato dai «compagni poveri» a danno dei «compagni ricchi», sul palcoscenico dal quale a furor di popolo furono tirati giù i cantautori, si dibattè se quel gesto fosse stato un giusto esproprio ai «nuovi padroni della sinistra» o piuttosto un vile saccheggio ai danni dei «compagni» che avevano organizzato il festival del proletariato giovanile. (…) Le trattative per ribassare i prezzi erano arroventate e andavano per le lunghe: i più affamati pensarono bene di forzare le serrature dei camion frigoriferi e distribuire surgelati al popolo in festa. Quell’esproprio che una volta tanto aveva sfamato gratis le masse, fu celebrato con danze collettive che facevano pensare ai riti pagani dell’antichità, durante le quali si liberarono completamente dei vestiti, aveva generato in gran parte dei giovani che si erano radunati lassù l’illusione che la giustizia sociale realizzata con la violenza avesse reso reale il grande sogno di tutti, la Rivoluzione. Mentre centinaia di espropriatori finalmente sazi si succedevano ai microfoni proclamando infinite ed euforiche teorie sulle trasformazioni posrivoluzionarie del mondo, gli espropriati, cioè i discografici e i guru della sinistra che avevano organizzato quel Megafestival si davano da fare per spiegare al «popolo» che i prezzi alti del cibo avevano il fine di finanziare i progetti politici e il Movimento. Ma ai contestatori non fu difficile apprendere che panini e birra costavano così cari per compensare la tassa che proprio gli organizzatori avevano imposto agli stand alimentari di Stella Rossa, degli Anarchici e così via. Il «guru che t’ingura» e i manager dei cantanti di sinistra avevano inventato, già nel 1976, la tangente extraparlamentare. * dal catalogo di Roberto Silvestri «Il cinema contro di Alberto Grifi», 1993 SEGUI SUL MANIFESTO

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