TAP – Micciacorta https://www.micciacorta.it Sito dedicato a chi aveva vent'anni nel '77. E che ora ne ha diciotto Sun, 29 Jul 2018 06:37:01 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.4.15 Marcia No Tav nel cantiere di Chiomonte che spacca il governo https://www.micciacorta.it/2018/07/marcia-no-tav-nel-cantiere-di-chiomonte-che-spacca-il-governo/ https://www.micciacorta.it/2018/07/marcia-no-tav-nel-cantiere-di-chiomonte-che-spacca-il-governo/#respond Sun, 29 Jul 2018 06:37:01 +0000 https://www.micciacorta.it/?p=24711 Il festival dell'alta felicità. Conte tra due fuochi studia i vari dossier sulle grandi opere. Ipotesi scambio con il Tap

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Gita al cemento che si è mangiato la Val Clarea, «per vedere da vicino lo scempio e lo sperpero di denaro della grande opera inutile», il Tav Torino-Lione. Il festival dell’Alta felicità, in corso a Venaus, si è fermato per la tradizionale marcia di fine luglio al cantiere del tunnel geognostico di Chiomonte, non distante dai luoghi dove nel 2011 sorgeva la Libera Repubblica della Maddalena. Quest’anno la partecipazione è stata alta, sono salite sui monti diverse migliaia di persone, come non succedeva da tempo. I No Tav hanno raggiunto le recinzioni sotto la pioggia. «I jersey e il filo spinato sono andati giù». E, poi, è iniziata la battitura alle recinzioni: un ritmo incessante per una «sinfonia» d’opposizione all’infrastruttura, presidiata perennemente dalle forze dell’ordine. Il corteo, aperto dallo striscione «La Valle che resiste. No Tav», si è snodato per i sentieri della Clarea, presenti anche molte famiglie con bambini e anche attivisti dall’estero. Uno dei leader storici del movimento, Alberto Perino, ha scandito: «Continuiamo a essere vigili, attenti, non ci fidiamo delle dichiarazioni dei giornali e vogliamo vedere atti concreti. Perché un governo non opera con selfie, ma attraverso i documenti, che blocchino gli appalti. I posti di lavoro per la messa in sicurezza del territorio sono molti di più di quelli che offre quest’opera dannosa. Oggi, come ieri, siamo quindi pronti a resistere». L’obiettivo è che la voce di questa Valle indomita arrivi chiara e diretta a Roma. Sul tavolo, per i No Tav, non ci sono né mediazioni, né compromessi, ma solo la cosiddetta «opzione zero», la rinuncia. Infatti, ripetono:«Fermarlo è possibile, se non lo fermate voi lo facciamo noi!». La questione è motivo di scontro all’interno del governo gialloverde: la Lega spinge per il Sì, il M5s, che qui aveva raccolto un consenso enorme, con il garante Beppe Grillo rispolvera con un post tutte le criticità. Il dossier sul Tav è ancora in fase istruttoria presso il ministro Danilo Toninelli e sarà successivamente sottoposto al premier Giuseppe Conte. Così, fa sapere Palazzo Chigi. Il presidente del Consiglio non si sarebbe, dunque, ancora espresso. Ma l’intenzione è seguire una soluzione in linea con il contratto di governo, che così recitava: «Con riguardo alla Linea ad Alta Velocità Torino-Lione, ci impegniamo a ridiscuterne integralmente il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia». Una formula ambivalente che, comunque, non parla di stop. Il presidente Conte è in partenza per Washington dove incontrerà l’alleato Donald Trump. Intanto, studia i tanti dossier dell’agenda comune transoceanica, dal dibattito sul futuro della Nato alla collaborazione nelle missioni di pace, dalla partita sui dazi commerciali a quella delicata della realizzazione del Tap, il gasdotto che qualcuno paventa possa diventare una sorta di merce di scambio politico per bloccare definitivamente i lavori dell’alta velocità ferroviaria Torino-Lione. Insorge dal Piemonte il governatore Sergio Chiamparino. «Folle isolare il nord-ovest per non perdere voti. Mi aspetto che Toti e Fontana battano un colpo. Se si dovesse mai davvero bloccarla, anche le altre grandi opere, a partire dal Terzo Valico e dalla Pedemontana, sarebbero da rivedere, perché perderebbe forza il progetto di piattaforma logistica del nord-ovest». E rilancia la posta: «Se il governo bloccherà la Torino-Lione io sono pronto ad andare fino in fondo e convocare un referendum popolare». Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia rivendica la primogenitura: «A metà giugno ho personalmente lanciato un appello a tutte le segreterie regionali dei partiti piemontesi per organizzare insieme il «Tav Day»». Buona parte del serpentone che ha percorso, ieri, i sentieri alpini della Val di Susa verso il cantiere del tunnel geognostico è, poi, tornato a Venaus, sede del festival Alta felicità, completamente gratuito e sostenibile, giunto alla terza edizione nonché protagonista di un crescente successo, come testimoniato da un campeggio strapieno. Ieri, sul palco, alle pendici del Rocciamelone, diverse band hanno scaldato il pubblico con le loro canzoni: Le luci della centrale elettrica, i Sud Sound System, Marina Rei e Paolo Benvegnù. Questa sera si chiude la rassegna. Sul palco, tra gli altri, i Persiana Jones, i Vallanzaska, e l’atteso rapper romano Piotta. Proprio quest’ultimo pochi giorni fa, annunciando l’evento, scriveva: «Staremo lì con un sacco di amici e con tutti voi, per la musica e per le idee. E le nostre, se ce le faranno ancora dire, sono diverse da quelle di chi sulle persone e sui territori ci specula». * Fonte: Mauro Ravarino, IL MANIFESTO foto da: http://www.notav.info

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NoTAP. Il cantiere per il gasdotto bloccato in Puglia: «Lavori su area vincolata» https://www.micciacorta.it/2018/04/cantiere-gasdotto-tap-bloccato-puglia-lavori-area-vincolata/ https://www.micciacorta.it/2018/04/cantiere-gasdotto-tap-bloccato-puglia-lavori-area-vincolata/#respond Sat, 28 Apr 2018 08:06:13 +0000 https://www.micciacorta.it/?p=24432 Sequestro della magistratura dopo un esposto di tre parlamentari M5s. Montata una recinzione con rete metallica e filo spinato sulla base di una variante in corso d’opera rilasciata dal MiSe il 14 marzo in una zona dove verranno espiantati gli ulivi

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Nuovi intoppi per la realizzazione del gasdotto Tap in Salento. La Procura di Lecce ha infatti messo sotto sequestro probatorio una parte delle aree dove sono in corso i lavori per la realizzazione del gasdotto: si tratta in particolare del cantiere dove è in corso l’espianto di alcuni ulivi, mentre in quello relativo al pozzo di spinta i lavori procedono regolarmente. La Procura di Lecce ha infatti circoscritto il sequestro alla sola area del cantiere Tap (chiamata «cluster 5») dove sono stati espiantati nei giorni scorsi 448 ulivi messi a dimora sotto tendoni realizzati in un’area a margine dei lavori e dove erano in procinto di iniziare i lavori di costruzione del microtunnel del gasdotto che collegherà il Mar Caspio all’Italia, con approdo in Salento, a Melendugno sulla spiaggia di San Foca. È stata quindi esclusa dal sequestro tutta una vasta area che non è al momento interessata dai lavori, pari a circa 56 ettari. I sigilli rimarranno quindi soltanto sull’area di interesse investigativo (circa 4 ettari) sulla quale sono in corso verifiche su presunti reati ambientali e su violazioni delle prescrizioni della Valutazione di impatto ambientale (Via). Il sequestro effettuato ieri è stato eseguito dai carabinieri del Noe e dai Forestali che hanno svolto accertamenti sulla base di esposto presentato nei giorni scorsi da alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle. Danneggiamento, distruzione delle bellezze naturali e violazione delle prescrizioni contenute nella Valutazione di impatto ambientale (Via): sono questi i reati alla base del provvedimento di sequestro, con il quale la magistratura vuole verificare quanto denunciato da tre parlamentari del M5S, che nei giorni scorsi hanno depositato un esposto. Uno degli aspetti di su cui sono in corso le indagini, se non il più importante, è l’ipotesi che l’area oggetto dei nuovi lavori sia in realtà sottoposta a vincolo perché zona di «notevole interesse pubblico» e, quindi, se così fosse, sarebbe sottoposta a vincolo assoluto di indisponibilità. L’indagine è coordinata dal procuratore Leonardo Leone de Castris e del pm Valeria Farina Valaori unica indagata al momento Clara Risso, rappresentante legale di Tap. Allo studio dei magistrati ci sarebbe una presunta violazione delle autorizzazioni in relazione all’espianto (già terminato) dei 448 ulivi avvenuto in un periodo diverso da quello autorizzato (tra dicembre e febbraio); inoltre vi è il dubbio che nella zona dell’espianto, quale attività propedeutica ai lavori, sia stata montata una recinzione con rete metallica e filo spinato sulla base di una variante in corso d’opera rilasciata dal MiSe il 14 marzo scorso e che questa autorizzazione sia stata rilasciata sul presupposto che la nuova recinzione non interessasse aree soggette a vincolo paesaggistico. Invece – ed è quello che i magistrati vogliono verificare – l’area sarebbe sottoposta a vincolo assoluto e, quindi, sarebbe stata probabilmente necessaria un’autorizzazione paesaggistica ad hoc per intervenire. I lavori in corso, avviati pochi giorni fa, avrebbero dovuto concludersi il 30 aprile prossimo. L’area recintata da Tap è lunga circa un chilometro e ricade nell’azienda agricola «Le Paisane». Il cantiere fa parte di un più ampio tracciato (8,2 chilometri di lunghezza con una fascia di circa 30 metri di larghezza a cavallo del futuro tubo) che dal cantiere di San Basilio, dove l’espianto degli ulivi è terminato lo scorso anno e dove sorgerà il microtunnel del gasdotto, porta infine alla Masseria del Capitano, dove sarà costruito il terminale di ricezione dell’impianto. In quest’area, dove è prevista la costruzione della pipeline, dovranno poi essere successivamente estirpati e messi a dimora (in aree protette) oltre 1.800 ulivi. Il così detto «cluster 5» si trova ad un paio di chilometri dal cantiere del microtunnel di San Basilio e a circa sei chilometri da Masseria del Capitano. La multinazionale Tap, in una nota ufficiale si è detta convinta «di aver operato nel pieno rispetto delle disposizioni legislative in materia e delle autorizzazioni ricevute», ribadendo «l’assoluta fiducia nella magistratura». Bordate, invece, dal M5S ad Emiliano: «Lui dorme, noi vigiliamo». FONTE: Gianmario Leone, IL MANIFESTO

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La Tap avanza sul cratere, i movimenti si organizzano https://www.micciacorta.it/2018/04/la-tap-avanza-sul-cratere-movimenti-si-organizzano/ https://www.micciacorta.it/2018/04/la-tap-avanza-sul-cratere-movimenti-si-organizzano/#respond Wed, 11 Apr 2018 07:24:26 +0000 https://www.micciacorta.it/?p=24347 Il via libera di Calenda alla centrale in Abruzzo, da cui partirà il terzo lotto del gasdotto che passerà vicino L’Aquila, Amatrice, Arquata del Tronto e Accumoli, scatena la protesta dei comitati

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Il via libera di Calenda alla centrale in Abruzzo, da cui partirà il terzo lotto del gasdotto che passerà vicino L’Aquila, Amatrice, Arquata del Tronto e Accumoli, scatena la protesta dei comitati. No Hub del gas in piazza sabato 21 a Sulmona MACERATA. Il mostro dell’Appennino avanza. Quel che resta del governo Gentiloni, teoricamente in carica solo per la gestione degli affari correnti, preme sull’acceleratore della realizzazione della Trans Adriatic Pipeline, l’enorme condotto che attraverserà l’Italia da sud a nord per trasportare gas e che toccherà anche le zone sismiche dell’Appennino a cavallo tra Abruzzo, Marche, Umbria e Lazio. Si tratta di una struttura che percorrerà l’Italia per una lunghezza di quasi 700 chilometri. Il tubo, largo 120 centimetri, dovrà essere installato a 5 metri di profondità, con una servitù necessaria di 40 metri per la posa. Questo senza contare i cantieri e le centrali di manutenzione che verranno piazzati sul tracciato, con un impatto più che evidente sul patrimonio paesaggistico delle dieci regioni coinvolte, dalla Puglia fino all’Emilia Romagna. LO SCORSO 7 MARZO, fresco di iscrizione a un Pd uscito a fette dalle elezioni, il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha dato il via libera alla costruzione della centrale di compressione di Sulmona, in Abruzzo. Da qui, infatti, parte il terzo lotto del gasdotto: 167 chilometri di percorso che passa vicino L’Aquila, attraversa il triangolo Amatrice, Arquata del Tronto Accumoli, si arrampica nel maceratese distrutto dal sisma e finisce a Foligno.Una settimana fa, il 4 aprile, il presidente del consiglio dimissionario Paolo Gentiloni si è incontrato con i vertici della Regione Abruzzo per sollecitare lo scioglimento degli ultimi nodi burocratici. E pensare che il governatore dem Luciano D’Alfonso – adesso eletto anche al Senato – in teoria sarebbe contrario alla realizzazione della grande opera, che comunque continua ad andare avanti, con buona pace delle tante proteste messe in atto negli ultimi anni da parte di associazioni ambientaliste e movimenti contrari alla distruzione del territorio per fare spazio al trasporto del gas. IL PROBLEMA non si pone nelle Marche, dove il presidente Luca Ceriscioli ha cambiato la rotta del suo predecessore Gian Mario Spacca e appare entusiasta della costruzione della condotta del gas. Ceriscioli, in quanto vice-commissario alla ricostruzione, ha poteri quasi illimitati sul da farsi: ad esempio potrà decidere di spostare interi paesi da una parte all’altra della cartina geografica, cancellarli e farli rinascere altrove. Certo, per farlo devono esistere comprovati rischi sismici, dettaglio che però sembra non riguardare il gasdotto, dichiarato immune a ogni scossa. Nel 2011 la Commissione Ambiente della Camera licenziò una risoluzione per impegnare il governo a modificare il percorso del tubo, allontanandolo dall’Appennino, in modo da «evitare sia gli alti costi ambientali, sia l’elevato pericolo per la sicurezza dei cittadini dovuto al rischio sismico». L’azienda che si sta occupando della costruzione del gasdotto, la Snam, si difese parlando di valutazione d’impatto ambientale favorevole e nessun rischio. Nel 2014, però, si ricorda della caduta di un traliccio su una condotta a Pineto, in Abruzzo, con paurose esplosioni visibili a distanza di chilometri e otto feriti. Tanto per stare tranquilli. Intanto sono già cominciate le compensazioni preventive: un anno fa, il colosso russo del petrolio Rosneft ha annunciato un proprio dono di cinque milioni di euro per la ricostruzione dell’ospedale di Amandola, in provincia di Fermo, crollato in parte dopo il terremoto del 24 agosto 2016. Rosneft è il fornitore di gas dell’Enel, che a sua volta fornirà il gasdotto transadriatico. IL 21 APRILE, proprio a Sulmona, andrà in scena un corteo organizzato dal Coordinamento No Hub del gas, unione di tutte le realtà che da anni protestano contro la costruzione del tubo e della centrale di compressione. Dichiarato inutile da più parti, dannoso per unanime ammissione dei vari centri di ricerca interpellati negli anni, inaffidabile come investimento secondo diverse banche commerciali, contro ogni volontà delle popolazioni coinvolte, incurante della sua installazione in territorio sismico, il tubo del gas sembra essere una delle ultime priorità del non ancora ex governo. Il fascino irresistibile della grande opera. FONTE: Mario Di Vito, IL MANIFESTO

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