Walter Klug Rivera – Micciacorta https://www.micciacorta.it Sito dedicato a chi aveva vent'anni nel '77. E che ora ne ha diciotto Thu, 30 Sep 2021 07:42:45 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.4.15 Arrestato in Italia un torturatore della dittatura cilena che fondò Colonia Dignidad https://www.micciacorta.it/2021/09/arrestato-in-italia-un-torturatore-della-dittatura-cilena-che-fondo-colonia-dignidad/ https://www.micciacorta.it/2021/09/arrestato-in-italia-un-torturatore-della-dittatura-cilena-che-fondo-colonia-dignidad/#respond Thu, 30 Sep 2021 07:42:45 +0000 https://www.micciacorta.it/?p=26488 Cile. Arrestato in Italia durante una vacanza, dopo anni passati in Germania. Attesa l'estradizione. La setta, creata da latitanti nazisti, aiutò il regime a far sparire gli oppositori, tra cui il cittadino italiano Juan Maino Canales

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È stato arrestato a Forte dei Marmi Reinhard Doring Falkenberg, uno dei dieci cileni più pericolosi ricercati dall’Interpol. Accusato di essere stato un efferato torturatore negli anni della dittatura di Pinochet, era scappato in Germania nel 2005, poco prima che iniziasse il processo in cui era imputato per i crimini commessi e che vedeva al centro la scomparsa di un cittadino italiano: Juan Maino Canales. Falkenberg, che oggi ha 75 anni, ha sia la cittadinanza cilena che quella tedesca e per questo si è potuto rifugiare nella città tedesca Gronau per oltre 15 anni. Si trovava in vacanza nel comune toscano di Forte dei Marmi quando, il 25 settembre scorso, è stato arrestato dalle forze dell’ordine italiane. La notizia è stata diffusa ieri dal giornalista cileno Luis Narvaez. Ora Falkenberg si trova in carcere. L’arresto è stato comunicato dall’Interpol alla ministra della Corte de Apelaciones di Santiago, Paola Plaza, che dovrebbe inviare nei prossimi giorni una richiesta d’estradizione. Nel 2020 l’Italia ha estradato un altro torturatore della dittatura di Pinochet, Walter Klug Rivera, anche lui rifugiato in Germania. Detenuto mentre si trovava a Parma, Rivera ha tentato nuovamente la fuga lo scorso giugno ma è stato catturato a Buenos Aires e ora si trova in carcere in Cile. LA STORIA CRIMINALE di Falkenberg è molto nota: era uno dei leader di Colonia Dignidad, tra i luoghi più oscuri e terrificanti della storia recente cilena. Fondata intorno agli anni ’60 da un gruppo di nazisti scappati dalla Germania, è stata sede di una vera e propria setta criminale che si è macchiata dei più atroci delitti, dall’assassinio all’abuso sistematico di minori. Durante gli anni della dittatura di Pinochet la Colonia è stata usata anche come centro clandestino di tortura e sterminio per gli oppositori politici. Tra i cittadini scomparsi al suo interno anche Juan Maino Canales, vittima nel Processo Condor sui cittadini italiani spariti durante le dittature sudamericane, conclusosi lo scorso luglio a Roma con la condanna all’ergastolo per tutti gli imputati. Maino era un fotografo, studiava ingegneria meccanica ed era militante del Mapu, partito politico della sinistra cilena. Il 26 maggio 1976, a 27 anni, fu sequestrato dagli agenti della Dina insieme a due colleghi e amici, Antonio Ormaechea ed Elizabeth Rekas. I tre sono stati sequestrati e torturati prima a Villa Grimaldi, centro di detenzione di Santiago, e poi a Colonia Dignidad, che si trova nell’area centrale del Paese. Da allora i tre sono desaparecidos e di loro non si è più saputo nulla. «JUAN OGGI AVREBBE 73 anni: è scomparso quando ne aveva 27, durante i migliori anni della sua vita, quando stava iniziando a realizzare tutti i suoi sogni e obiettivi – ci racconta da Santiago del Cile Mariana, la sorella – Con la sua sparizione a me è venuto a mancare il mio socio, il mio complice, il mio grande amico. Un trauma del genere produce conseguenze molto profonde in una famiglia: dolori, solitudine e rabbia. Però abbiamo anche sempre sentito l’orgoglio del fatto che Juan avesse fatto parte della nostra famiglia». Proprio per scappare dal processo sulla sparizione di Juan, Elizabeth e Antonio, nel 2005 Falkenberg si è rifugiato in Germania. Ma la famiglia Maino non ha mai smesso di chiedere giustizia, come spiega Mariana: «È un cammino che comincia e non finisce mai quello della ricerca. Perché è così importante continuare? Credo che noi lo faremo fino alla fine della nostra vita. Si è fatto scomparire qualcosa che in fondo non è scomparso. È fondamentale parlare sempre di ciò che i desaparecidos sono stati costretti a vivere, sono situazioni così dure che l’unico desiderio è che nessun’altra persona debba mai più viverle. Ciò che di più importante possiamo fare è far sì che i desaparecidos non scompaiano mai e per questo dobbiamo ottenere giustizia per loro». Falkenberg è stato tra i fondatori e gli amministratori della setta di Colonia Dignidad. La giustizia cilena ha dimostrato che era uno dei pochissimi dirigenti della Colonia a essere in contatto diretto con gli agenti della Dina, la feroce polizia segreta di Pinochet. Molti i testimoni che lo accusano di sequestri e torture. Falkenberg avrebbe anche usato una ruspa per riesumare una fossa comune con i cadaveri dei prigionieri politici per poi farli sparire. * Fonte: Elena Basso, il manifesto     ph by Zazil-Ha Troncoso 2, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons  

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Cile. Arrestato in Argentina il torturatore di Pinochet dopo la nuova fuga https://www.micciacorta.it/2021/06/cile-arrestato-in-argentina-il-torturatore-di-pinochet-dopo-la-nuova-fuga/ https://www.micciacorta.it/2021/06/cile-arrestato-in-argentina-il-torturatore-di-pinochet-dopo-la-nuova-fuga/#respond Sun, 13 Jun 2021 07:44:36 +0000 https://www.micciacorta.it/?p=26428 Cile. Walter Klug Rivera, condannato per la tortura e la sparizione di 23 persone, era di nuovo scappato nonostante le rigide misure anti-Covid per l'espatrio, dopo la libertà concessagli dalla giustizia del Cile

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SANTIAGO DEL CILE. Walter Klug Rivera è scappato per la seconda volta dal Cile, ma dopo una rocambolesca fuga è stato arrestato la mattina del 12 giugno nella provincia di Buenos Aires. Il feroce gerarca della dittatura di Pinochet era stato estradato dall’Italia all’inizio del 2020. CONDANNATO per il sequestro, la tortura e la sparizione di 23 persone, si era dato alla fuga approfittando della libertà che gli è stata concessa dai giudici cileni mentre si trovava in attesa del giudizio. Il 9 giugno scorso era stata diffusa la notizia: Klug ha lasciato il Paese scappando verso la Germania, di cui ha la nazionalità e da cui non può essere estradato. L’ex colonnello di Pinochet nell’ottobre del 2014 era stato condannato a 10 anni per crimini di lesa umanità compiuti negli anni della dittatura. Pochi giorni prima di entrare in carcere era riuscito a scappare e a rifugiarsi in Germania. Il 4 giugno del 2019 però Rivera, all’epoca 69enne, aveva deciso di lasciare la Germania per dirigersi in Italia. Una mattina all’alba era stato arrestato con un blitz dai poliziotti della questura mentre si trovava in un albergo nel centro di Parma. Rivera si trovava lì per assistere a un convegno di ingegneri al quale avrebbe preso parte la sua compagna cilena con cui viveva in Germania da ormai quattro anni. RIVERA ERA STATO PORTATO in carcere mentre veniva avviata la richiesta di estradizione, confermata il 4 dicembre del 2019 dalla Corte di Cassazione. Estradato a inizio del 2020, quando è arrivato in Cile è stato condannato alla prigione preventiva in attesa del giudizio. Poco dopo però, nonostante l’evidente pericolo di fuga e le proteste degli avvocati dei familiari delle vittime, l’ex colonnello è stato rilasciato. Il 9 giugno è arrivata la denuncia di Londres38, ex centro di tortura a Santiago e ora spazio di memoria: Walter Klug Rivera è riuscito a scappare di nuovo. IN CILE LE FRONTIERE sono chiuse dallo scorso marzo. Per un cittadino cileno lasciare il Paese è molto complesso e i controlli alle frontiere sono serratissimi. Nonostante una campagna di vaccinazione molto rapida, nel Paese i morti per Covid-19 sono in continuo aumento e i casi di contagi sono ai massimi dall’inizio della pandemia.
Il gerarca cileno Walter Klug Rivera
La maggior parte delle città si trovano in quarantena e per lasciare la propria abitazione è necessario richiedere un permesso, di massimo due ore, al corpo dei Carabineros. Ciò rende ancora più grave che un ex colonnello accusato dell’omicidio di 23 persone sia riuscito a scappare e a lasciare il Paese mentre le frontiere sono chiuse. Come denuncia al manifesto Magdalena Garcés Fuentes, 47 anni, avvocata di Londres38: È gravissimo che una persona che è stata condannata per la sparizione di 23 persone e che era a capo di un centro di tortura sia stato lasciato libero senza alcuna misura di sicurezza per impedire che scappasse nuovamente dal Paese. NEL 2015 KLUG era fuggito dopo essere stato condannato per la sparizione di 23 lavoratori delle centrale idroelettriche cilene El Albanico e El Toro, nel Sud del Paese. I giudici cileni per questa causa non hanno sollecitato l’estradizione dalla Germania e non hanno richiesto il mandato di cattura internazionale. Klug in Italia è stato arrestato per un altro caso in cui è sospettato il suo coinvolgimento e per cui è stato emanato il mandato di cattura dell’Interpol: il sequestro e la sparizione di Luis Cornejo Fernández, militante della gioventù comunista di 23 anni. «Ciò che indigna è che per Klug, condannato per il caso di El Albanico e El Toro, non sia stata richiesta l’estradizione dai giudici. Le vittime erano persone semplici: operai o contadini. Klug è stato riconosciuto come capo del Reggimento da decine di sopravvissuti e indicato come il più sadico fra i torturatori – dice l’avvocata del caso Cornejo, Patricia Parra – Un detenuto ha dichiarato che Klug lo ha costretto a tenere la mano in un secchio ricolmo di escrementi degli altri detenuti per giorni, fino a quando la mano è andata in cancrena». LA SECONDA FUGA dell’ex colonnello e il fatto che sia stato lasciato in libertà nonostante l’evidente pericolo che scappasse nuovamente, ha causato indignazione negli avvocati e un fortissimo dolore nei familiari delle vittime. Fra di loro Gisela Coussy, 53 anni, figlia di Plutarco Enrique Coussy Benavides. Aveva cinque anni quando suo padre, militante comunista e sindacalista di 32 anni, è stato sequestrato e fatto sparire; è una delle vittime per cui è stato condannato Klug. Gisela dà immediatamente la disponibilità per essere intervistata, giusto il tempo per pranzare e poi è pronta. «Tutto per mio padre e i suoi compagni. E per mia madre che ha 78 anni e continua a lottare per sapere dove si trova il suo amato». Mentre parla mostra la foto in bianco e nero di suo padre: «Due testimoni hanno dichiarato che Klug lo ha torturato. Io sono cresciuta guardandomi intorno e chiedendomi perché fosse scomparso dato che era una persona così buona; il suo unico crimine era quello di credere in un mondo più giusto. Lo hanno strappato a mia madre e a quattro figli. Deve essere fatta giustizia, Klug sa dov’è il corpo di mio papà e io ho il diritto di poterlo trovare e seppellire». * Fonte: Elena Basso, il manifesto   ph by Humoverde - licensed under the Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International  

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