Syntagma, il giorno più lungo

Massiccia adesione e scontri nelle prime 24 ore di sciopero generale contro i tagli. Migliaia di persone riempiono la piazza da settimane. Oggi l’assedio al parlamento

Massiccia adesione e scontri nelle prime 24 ore di sciopero generale contro i tagli. Migliaia di persone riempiono la piazza da settimane. Oggi l’assedio al parlamento

Atene ieri è rimasta Paralizzata per la partecipazione massiccia allo sciopero di 48 ore indetto contro i nuovi tagli da 28,6 miliardi di euro, lo tsunami delle privatizzazioni e il secondo prestito da 110 miliardi che il governo Papandreou intende chiedere alla troika (Bce, Fmi, Ue). 

Dalle prime ore della mattina, decine di migliaia di persone si sono riunite in piazza Syntagma per chiedere le dimissioni dell’esecutivo e, indirettamente il fallimento del paese, percepito – di fronte ai ricatti tedeschi ed europei – come il male minore. Quando dopo mezzogiorno sono arrivati altre migliaia di lavoratori che partecipavano alla marcia delle federazioni sindacali Gsee (settore privato) e Adedy (pubblico), un pugno di «soliti ignoti» ha cominciato piccoli atti di violenza, presunti anarchici si sono scontrati con neofascisti, provocando la dura reazione della polizia, che con un uso indiscriminato di lacrimogeni ha allontanato la folla dal cuore politico della capitale ellenica.
La crisi economica e sociale ha creato però ad Atene una nuova cittadinanza: le centinaia di miglia di persone che da quasi cinque settimane riempiono tutti i giorni Syntagma. Ieri sono venuti quasi tutti con gli ultimi attrezzi per le manifestazioni: dalle semplici mascherine delle sale operatorie fino alle più sofisticate maschere antigas, creme contro le bruciature da gas, pillole contro il mal di pancia e il vomito, gli occhiali più vari per proteggersi dai lacrimogeni.
«Papandreou ci avevi detto che ci sono soldi: solo per i banchieri e i lacrimogeni», gridavano centinaia di «Indignati», che avevano fatto un sit-in per proteggere la grande manifestazione dalle scaramucce tra i «soliti ignoti» e la polizia.
Gli «Indignati» hanno rinnovato il loro appuntamento per le 7 di sera, con un grande concerto fino a tarda notte e il grande assedio al parlamento di oggi, giorno delle votazioni.
Dentro il parlamento i deputati socialisti, che tra di loro litigano ma che sono determinati a votare tutte le proposte del loro governo con rito urgente e abbreviato, cercavano ieri di allargare la loro maggioranza con i voti dei deputati conservatori di Nuova Democrazia, del partito centrista di Ntora Mpakogiani-Mitsotaki e quelli della estrema destra del Laos.
I tre partiti della sinistra – Kke, Syriza e Sinistra Democratica – sono contrari ai tagli e al secondo prestito da 110 miliardi. Usano l’ostruzionismo ma non sembrano capaci di rovesciare la situazione grazie alla pressione della piazza.
Il Kke per una volta ancora ha fatto ieri una manifestazione separata (alle 10 di mattina a piazza Omonoia) e ne ha convocata un’altra alle 7 di sera, mentre il Pame, il suo braccio sindacale, si era trovato ieri in un grande imbarazzo quando con il suo stile militaresco e gridando i tradizionali slogan di partito la sua marcia è entrata a Syntagma tra l’indifferenza di una piazza piena del variopinto e gioioso popolo degli «Indignati». I comunisti ortodossi si erano ritirati poco dopo per evitare la «contaminazione» dalla piazza.
Gsee ed Adedy hanno convocato per oggi una manifestazione a Syntagma ed una manifestazione alle 7 di sera nella «neutrale» piazza Klathmonos, tra gli «Indignati», la polizia e il Kke, mentre quest’ultimo ha convocato una manifestazione per oggi fuori dal vecchio Stadio Olimpico, dietro il parlamento dove si fanno le para-olimpiadi. Per il governo la presenza del Kke vicino allo vecchio impianto rappresenta una garanzia per il mantenimento dell’ordine in un luogo pieno di turisti stranieri.
«Il movimento operaio di classe e il movimento radicale popolare sanno lottare e fare la guardia contro i provocatori» sostiene in un comunicato il Kke, che ancora una volta prende le distanze dalle piazze greche.
La coalizione di sinistra Syriza ha una visione diversa: «L’incedibile uso delle sostanze chimiche da parte della polizia e la caccia pericolosa e senza fine tra celerini e “ignoti incappucciati” hanno un chiaro obbiettivo: lo sgombero della piazza, per piegare l’anima di una gente meravigliosa che da più da un mese dà battaglia per la sua dignità, i suoi diritti, la protezione del lavoro. Per non far passare i tagli e per uscire dal Memorandum». A favore degli «Indignati», dei cortei pacifici e contro le provocazioni si è schierata anche la Sinistra Democratica.
I socialisti hanno fretta di far calare il sipario sul voto dei tagli in parlamento, prima di domani. Ieri, in Commissione Finanze, sono state votate le leggi attuative dei tagli, che ora passano all’aula. L’Unione Europea ha cercato di calmare mercati e speculatori, mostrando che esiste una piano per evitare la bancarotta della Grecia anche se Papandreou perderà il voto dei suoi deputati, mentre la base sociale del Pasok era divisa ieri tra le spiagge di Atene e la più calda piazza Syntagma.

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