Vaie, incendiato il presidio No Tav: «È un attentato»

VAL DI SUSA Il movimento più criminalizzato d’Italia ha subito quello che ha tutta l’aria di essere un attentato. Così i militanti No Tav hanno definito l’incendio del loro presidio di Vaie, in bassa Val di Susa.

VAL DI SUSA Il movimento più criminalizzato d’Italia ha subito quello che ha tutta l’aria di essere un attentato. Così i militanti No Tav hanno definito l’incendio del loro presidio di Vaie, in bassa Val di Susa.

Adesso anche i politici che difendono a spada tratta il treno ad alta velocità, gli stessi che da mesi e mesi accusano di ogni nefandezza chi si batte contro questa grande opera, hanno speso parole di solidarietà che però suonano ipocrite e indigeste. Fra questi Stefano Esposito, parlamentare del Pd pro Tav in polemica costante con il movimento, e persino Osvaldo Napoli del Pdl che, tra mille distinguo e puntualizzazioni, ha condannato «ogni atto di violenza».
L’altra notte il presidio è stato completamento distrutto dalle fiamme. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno domato l’incendio con l’aiuto di decine di militanti No Tav. I Carabinieri stanno indagando. Per ora non hanno trovato nessun innesco ma a pochi metri è stata trovata una bombola del gas che non era in dotazione al presidio dove, dicono i militanti, da tempo erano staccati sia il frigorifero sia la stufa. Entro oggi dovrebbero essere esaminate le immagini registrate da due telecamere del comune di Vaie. «Il fuoco per mano dolosa e mafiosa è stato appiccato in modo vigliacco nella parte posteriore e nascosta del presidio – si legge nel comunicato dei No Tav – Per un puro caso era vuoto». Alcuni ragazzi di Pesaro che avrebbero dovuto dormire lì, solo all’ultimo momento avevano cambiato programma. Alla conferenza stampa del movimento erano presenti un centinaio di persone. «Lo ricostruiremo più grande di prima», hanno annunciato. «Siamo molto arrabbiati – ha detto Alberto Perino – E’ il terzo attentato che subiamo. Hanno già bruciato il presidio di Bruzolo il 16 gennaio 2010 e quello di Borgone pochi giorni dopo. Il movimento non ha nessuna fiducia nella magistratura. Entrambe quelle indagini sono state archiviate e anche questa volta ci aspettiamo un’archiviazione. Non verranno a trovarci i ministri, non abbiamo le assicurazioni, ma abbiamo un popolo. Diranno che ce la siamo cercata, ma sono loro che hanno iniziato a dar fuoco ai nostri presidi».
L’assessore di Vaie, Alberto Lorusso, ha ricordato che il presidio «non era abusivo, ma costruito regolarmente con una delibera del comune. Siamo schifati e feriti dentro». E’ intervenuto molto duramente anche il deputato 5 Stelle Ivan Della Valle: «Non vogliamo qui i ministri, perché sono loro i mandanti di questo attentato. Vogliamo che il procuratore Gian Carlo Caselli organizzi perquisizioni alle 5 del mattino anche per questo episodio». Ezio Locatelli, segretario provinciale di Torino del Prc, scommette che questa volta il presidente della Repubblica e gli uomini del governo «non prenderanno carta e penna per esprimere condanna della violenza. Troppo strabici e impegnati a dare il proprio sostengo incondizionato alla realizzazione di un’opera assurda e distruttiva».
Oggi al presidio si terrà comunque l’iniziativa di raccolta fondi che era in programma prima dell’incendio, e questa sera alle 20.30 una fiaccolata sfilerà per le vie del paese.

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