Duemila anarchici manifestano in una Torino blindata

Dopo lo sgombero dell’ex Asilo occupato. Il boomerang della giunta Appendino. Si ripetono i cortei. Ieri un altro giorno ad alta tensione

TORINO. In poche settimane Torino è diventata il centro del mondo anarchico italiano.
Gli anarchici torinesi avevano promesso di bloccare la città e ci sono riusciti: quello di ieri è stato un pomeriggio di «guerra preventiva» grazie a uno schieramento di polizia e carabinieri fuori scala, che ha inibito ogni ipotetica prova di forza da parte dei manifestati. Quattro giovani sono stati arrestati nella mattinata, prima della partenza del corteo. Partiti da cinque punti diversi della città, gli anarchici, circa duemila provenienti da tutta Italia, hanno fermato la vita di un tranquillo sabato pomeriggio torinese nel centro città, nel quartiere di san Salvario, lungo il parco fluviale del Valentino, e nella zona circostante del cimiero monumentale.

In particolare il centro cittadino è piombato in un silenzio irreale fin dalle prime ore del mattino, silenzio che ha accompagnato ogni passo dei manifestanti. Gli unici rumori che si potevano sentire erano quelli emessi dai motori degli elicotteri, dalle sirene dei blindati, e dal battere sugli scudi con i manganelli da parte dei poliziotti.

Il percorso è stato imposto da un cordone di forze dell’ordine che ha sempre circondato da tre lati gli anarchici, con ampio schieramento di idranti ed elicotteri in volo a pochi metri di altezza.

Parole minacciose verso la sindaca di Torino sono state scritte lungo il muro perimetrale del cimitero: «Appendino la scorta non ti basta». I vari cortei si sono incontrati alla stazione di Porta Nuova, anch’essa semi paralizzata per lunghe ore, e da qui hanno iniziato a girare per la città, nel tentativo di raggiungere un gruppo bloccato nella zona nord, nei pressi della nuova occupazione recentemente conquistata dagli anarchici torinesi. Il mondo anarchico italiano ha posizionato l’epicentro del suo agire a Torino dopo lo sgombero dell’Asilo occupato il sette febbraio scorso, quando circa duecento poliziotti misero fine ad una storia quasi trentennale. Da quel giorno Torino, e in particolare il quartiere Aurora, non ha recuperato serenità, essendo stato per settimane oggetto di una imponente presenza di forze dell’ordine. Operazione salutata con entusiasmo dalla sindaca: parole che le sono quasi costate la carica dato che nella sua maggioranza una parte è vicina al mondo anarchico.

Un primo corteo aveva seminato il panico due settimane fa, e in seguito manifestazioni minacciose avevano preso di mira Appendino e la sua famiglia, tutti finiti sotto scorta. La scelta degli anarchici di imporre uno stato di tensione permanente si è concretizzato in una nuova occupazione: una scuola elementare recentemente chiusa per motivi di sicurezza dal comune. Uno spazio molto ampio, che gli anarchici denunciano come «ennesima speculazione della maggioranza 5S che vende la città». La nuova occupazione ha vanificato l’operazione di febbraio. Ieri, alcuni manifestanti presenti al corteo, dichiaravano la loro intenzione di perpetrare nelle prossime settimane ulteriori blocchi «per dimostrare che a Torino tutto è cambiato e non ci sarà più la tranquillità che auspica chi vuole svendere la città agli speculatori». Riferimento a una ipotetica vendita dell’Asilo, sempre smentita da parte del Comune che promette una riqualificazione con un fine sociale.
Il corteo ha continuato a camminare per la città anche nelle ore serali, portandosi dietro l’ingente schieramento di polizia.

* Fonte: IL MANIFESTO

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