Il 15 di gennaio 2013, a 58 anni, l'amico e compagno Lucio Cadoni ci ha lasciati.

Lo ha fatto silenziosamente, discretamente, senza chiedere l'aiuto di nessuno poiché nei confronti del “mondo”, avendo molto da rivendicare, nutriva un risentimento atavico frutto di condizioni sociali e di un vissuto carico di sofferenza. Lucio è tra quelle persone alle quali la vita non ha concesso e regalato nulla se non quanto conquistato e strappato con le unghie e con i denti in virtù della sua capacità  di resistenza e dell'istinto di sopravvivenza insito in ogni uomo.

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Ciao Lucio

Il 15 di gennaio 2013, a 58 anni, l’amico e compagno Lucio Cadoni ci ha lasciati.

Lo ha fatto silenziosamente, discretamente, senza chiedere l’aiuto di nessuno poiché nei confronti del “mondo”, avendo molto da rivendicare, nutriva un risentimento atavico frutto di condizioni sociali e di un vissuto carico di sofferenza. Lucio è tra quelle persone alle quali la vita non ha concesso e regalato nulla se non quanto conquistato e strappato con le unghie e con i denti in virtù della sua capacità  di resistenza e dell’istinto di sopravvivenza insito in ogni uomo.

Il 15 di gennaio 2013, a 58 anni, l’amico e compagno Lucio Cadoni ci ha lasciati.

Lo ha fatto silenziosamente, discretamente, senza chiedere l’aiuto di nessuno poiché nei confronti del “mondo”, avendo molto da rivendicare, nutriva un risentimento atavico frutto di condizioni sociali e di un vissuto carico di sofferenza. Lucio è tra quelle persone alle quali la vita non ha concesso e regalato nulla se non quanto conquistato e strappato con le unghie e con i denti in virtù della sua capacità  di resistenza e dell’istinto di sopravvivenza insito in ogni uomo.

Lucio è rimasto orfano fin dal momento della sua nascita e questo stato di solitudine, nonostante i genitori adottivi, lo ha accompagnato per tutta l’esistenza: incessante è stata la sua richiesta di amicizia e di affetto.

Ma egli è stato anche un compagno lucido e cosciente: i compagni di Roma e di Milano lo ricordano impegnato, all’ARCI ed in Legambiente, nella battaglia ambientalista e nello scontro sociale per rivendicare, nei movimenti degli anni ’70, giustizia sociale, libertà, uguaglianza e diritti.

Tutto questo e la vicinanza al movimento rivoluzionario e combattente lo porteranno a scontare molti anni nelle carceri speciali, condannato per appartenenza a Prima Linea.

Il ritorno nella nativa Sardegna, per essere accanto alla madre adottiva, sarà carico di contraddizioni: un incessante e irrisolto conflitto tra il senso di responsabilità e gratitudine e l’anelito alla libertà, alla curiosità per le vicende del mondo, il bisogno di amicizia.

La “separatezza” con cui ha vissuto gli ultimi anni, non gli ha impedito di occuparsi di quanto amava di più: i libri, la musica(tutta), l’impegno culturale (la sua casa era divenuta punto di ritrovo dei giovani impegnati del paese) e, a volte, politico.

Per noi che lo abbiamo seguito e accompagnato con amore in tutti questi anni era una persona gentile, ironica, a volte stizzosa, ma grandemente generosa e ospitale come lo sanno essere i suoi connazionali.

Nell’ultimo tratto di strada l’ha accompagnato l’intero paese, e anche più: l’omaggio di una moltitudine di persone che ha in lui riconosciuto la vivacità intellettuale e la generosità disinteressata con cui ha spessissimo sostenuto coloro che erano in difficoltà.

Nulla ha detto e scritto ma se ne è andato con un mezzo sorriso sornione che gli ha incorniciato il viso.

Ciao Lucio, ti salutiamo con gratitudine, amicizia e tanto affetto.

Paola e Marco Masala; Rosanna e Paolo Masala; Giovanna e Giorgio Ferrante; Marina e Pino Masala; Tati e Diego Forastieri Molinari; MariaPina e Sebastiano Masala; Paolo Cornaglia; Salvatore Masala; Sergio Segio.

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