Vendola riparte dal dialogo “Non morirò di berlusconismo ma sogno una sola sinistra”

Ovazione per Rodotà : nessuno mi usi per dividere

Ovazione per Rodotà : nessuno mi usi per dividere

ROMA — La ragazza araba con il velo che chiacchiera fra le bandiere di Sinistra ecologia e libertà che sventolano in una Piazza Santi Apostoli gremita. La ricercatrice di colore che dice fra gli applausi «del mio colore si apprezza la bellezza e suscita solo curiosità per le sue origini». Il rappresentante della rete degli esodati che denuncia le storture della riforma delle pensioni.
Scene dalla manifestazione romana convocata da Nichi Vendola, immagini simboliche della libertà, dei diritti e del lavoro che Sel vuole mettere al centro della ricostruzione della sinistra italiana. Perché, spiega il governatore pugliese Pd e Pdl stanno «gomito a gomito», ma «la sinistra non può morire di berlusconismo,
reagirà. E non si deve accettare l’andreottismo come virtù nazionale, che traveste il cinismo in realismo e il trasformismo lo chiama “senso di responsabilità” ».
Questioni di cui sono venuti a parlare in tanti, a partire da Stefano Rodotà, Concita De Gregorio e Gad Lerner. In piazza, acclamato e appoggiato, anche Ignazio Marino, candidato democratico a sindaco di Roma. Vendola ha infatti convocato l’appuntamento all’insegna dello slogan “la cosa giusta” e la sinistra la vuole ricostruire veramente. E per questo spiega che Sel «farà sconti a Letta», ma non vuole chiudersi, «in un recinto, non si farà fagocitare dall’eterno dualismo tra sinistra radicale e sinistra di governo l’una contro l’altra armate, ma lavorerà per costruire un nuovo cammino che parli di diritti, lavoro e beni comuni».
Cose di cui, nonostante tutto vuole parlare ancora con il Pd.
Convinto che sia ancora possibile arrivare ad un governo di cambiamento. Anche se si chiede che fine faranno temi come il conflitto di interessi. E allora arrivano gli auguri a Guglielmo Epifani, «auguri sinceri», conditi però di scetticismo, visto che «per lui sarà complicato assolvere il compito di rimettere in piedi un grande partito di sinistra nel momento in cui il suo alleato principale è impegnato a Brescia a manifestare contro la magistratura ». Comunque ai democratici Vendola assicura che «non staremo qui a logorare il Pd, la mia ambizione non è lavorare per scorticare qualche pezzo di partito».
Dunque no all’antico dualismo fra le due sinistre. Un dualismo che rigetta anche Rodotà, accolto dalla folla con un’ovazione e cori da stadio. Al punto che il giurista cerca di placare gli entusiasmi. «Non potere fare questi scherzi ad un vecchio signore dice – perché è l’età in cui ci si commuove». Battuta ironica. Meno ironico il ragionamento politico e quello sul suo ruolo. «Su di me – spiega Rodotà – c’è un investimento eccessivo che può andare nella direzione sbagliata: quella di creare partitini o frettolose costituenti della sinistra per le quali non sono maturi i tempi».
Inoltre, aggiunge, «quando vedo che la mia persona serve per tentare di dividere la sinistra la cosa non mi piace affatto anche se dobbiamo essere poco
compiacenti con quella che è stata negli ultimi anni la storia della sinistra». Dunque uno stop a cantieri più o meno improvvisati sul futuro della sinistra. Anche se il professore assicura che vuole spendere il capitale di credibilità, l’investitura, che riceve da piazze come quella di Santi Apostoli per lavorare per la nuova sinistra.
Un progetto che deve partire dalla «ricostruzione culturale» e da alcuni punti ben precisi che chiamano in causa il Pd. La legge elettorale, per esempio. Poi le riforme costituzionali. Ricorda che nel 2006 gli elettori italiani hanno bocciato in un referendum le modifiche votate dal centrodestra. E adesso chiede al Pd di non votare quelle stesse riforme riciclate e riverniciate. Evitando. come vorrebbe Berlusconi, di arrivare al quorum dei due terzi che impedirebbe il referendum confermativo.

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