Carcere, rifiutata scarcerazione a un detenuto che ha perso 20 kg in cella. Interrogazione a Cancellieri su ultime morti

Due morti sospette in cella e il rifiuto di scarcerazione per un 24enne che in due anni di detenzione ha perso 20 chili. Sono questi gli argomenti al centro di un’interrogazione urgente al ministro della Giustizia annunciata oggi da Luigi Manconi, presidente della Commissione diritti umani del Senato.
Due morti sospette in cella e il rifiuto di scarcerazione per un 24enne che in due anni di detenzione ha perso 20 chili. Sono questi gli argomenti al centro di un’interrogazione urgente al ministro della Giustizia annunciata oggi da Luigi Manconi, presidente della Commissione diritti umani del Senato.

Manconi sottolinea “tra i mille scandalosi casi, quello di Brian Gaetano Bottigliero, del quale è stata respinta la richiesta di scarcerazione nonostante il suo peso corporeo in due anni di detenzione sia sceso dagli ottantatré ai sessantatré chili”.

“Bottigliero, che per mesi denunciava dolori e malesseri, mai è stato visitato e, dopo i trattamenti assolutamente inadeguati ricevuti e la carcerazione in luogo non idoneo, la diagnosi dell’ottobre 2013 rileva una ‘insufficienza renale cronica’ dalla quale, ormai, è impossibile guarire del tutto. La decisione di non scarcerare il ventiquattrenne – sottolinea infine il senatore – sottoposto a dialisi ormai tre volte la settimana discende dal fatto che, a parere del giudice, sussiste un ‘pericolo di fuga’”.

L’interrogazione per le ultime morti in cella. “Presenterò oggi stesso un’interrogazione urgente al ministro della Giustizia affinché vengano chiarite le circostanze in cui è avvenuta la morte di due detenuti nelle carceri di Roma Regina Coeli e di Trento”. Lo scrive in una nota il presidente Commissione diritti umani del Senato, Luigi Manconi. “Danilo Orlandi, 31 anni, è morto nel mese di giugno 2013 nel carcere romano e solo oggi sono stati resi noti i risultati dell’autopsia: le cause della morte sarebbero da ricondurre a una polmonite non diagnosticata che sarebbe stata curata con una semplice aspirina”, si legge nella nota. “Inoltre gli esami tossicologici hanno evidenziato una presenza non spiegata di benzodiazepine”.

“Il ventottenne deceduto nel penitenziario di Trento è stato trovato privo di sensi il 29 ottobre 2013 dai compagni di cella. L’uomo, che in carcere era sottoposto a terapia di metadone a scalare, secondo il medico di guardia è morto per un ‘arresto cardiaco’, ma la procura, a tutt’oggi, ha respinto le richieste di effettuare un’autopsia”, continua Manconi.

Al di là di eventuali altre responsabilità che vanno immediatamente verificate perché sia fugato ogni dubbio sulle circostanze di questi decessi, quanto accaduto ci parla della drammatica situazione dell’assistenza sanitaria in carcere”, prosegue Manconi.

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