«Scalzone e Piperno non li conosco. Il genio di Firenze ci rispetti»

Landini replica a Renzi. Polemica sui due ex Potop presenti alla riunione della coalizione sociale. Il leader Fiom: non ha argomenti se si riduce a denigrare

Quella di Renzi è «una mascal­zo­nata poli­tica pura», e così «quella del Cor­riere della sera» che ieri ha messo in prima pagina un abra­sivo com­mento di Maria Teresa Meli sui «com­pa­gni di strada» che però sarebbe «meglio per­dere» per strada appunto. Fini­sce così, per lo meno ci si augura che fini­sca, la pole­mica fra il segre­ta­rio del Pd e quello della Fiom a pro­po­sito delle vec­chie cono­scenze di movi­mento che nello scorso week end hanno fatto capo­lino alla due giorni della Coa­li­zione sociale. Garan­ti­sta e non­cu­rante nei con­fronti dei discu­ti­bili per­so­naggi che affol­lano le liste del suo par­tito, e anche di quelli che fre­quen­tano da ospiti paganti le cene di finan­zia­mento, il segre­ta­rio del Pd se l’è presa con due ex della sini­stra extra­par­la­men­tare anni ’70, Ore­ste Scal­zone e Franco Piperno, che l’Huffington Post ha rico­no­sciuto fra i mille della pla­tea dei Fren­tani. Gli appo­siti «cat­tivi mae­stri», vec­chi fon­da­tori di Potere ope­raio, sono una manna per Renzi in cerca di espe­dienti per liqui­dare l’iniziativa di Lan­dini. Che infatti per l’occasione ribat­tezza in «coa­li­zione aso­ciale», con quel vezzo di stor­piare i nomi in cui il capo­scuola con­tem­po­ra­neo è Beppe Grillo. «Quello», dice Renzi all’indirizzo delle sue sini­stre interne, «non è nean­che il vostro pas­sato. Ma se qual­cuno pensa che il pro­prio futuro sia con Lan­dini, Piperno e Scal­zone, auguri».

Una «mascal­zo­nata», è la replica di Lan­dini, «Renzi deve impa­rare ad avere più rispetto delle per­sone». Però aggiunge: «Scal­zone e Piperno non li cono­sco e non so quanti di quelli che erano lì li cono­scano. Era un’assemblea aperta e non cac­ciamo via nes­suno». Quanto alla nean­che tanto velata insi­nua­zione di essere stato vicino ai due ai bei tempi, il lea­der Fiom la stronca sul nascere: «Io ho comin­ciato a lavo­rare nel ’77 da appren­di­sta sal­da­tore, e già allora ho scio­pe­rato con­tro il ter­ro­ri­smo, non mi deve inse­gnare niente nes­suno». Se fosse una obie­zione seria andrebbe anche aggiunto, ad esem­pio, che Piperno, oggi pro­fes­sore di fisica della mate­ria all’università della Cala­bria, è stato asses­sore alla cul­tura del comune di Cosenza in una giunta a guida Ds. E che Scal­zone è stato spesso ospite degli ope­rai di Pomi­gliano d’Arco in lotta senza alcuno scan­dalo. E che i due si sono sot­to­po­sti al week end della coa­li­zione sociale da uomini liberi, quali sono, e osser­va­tori poli­tici, muti e in ascolto in mezzo a cen­ti­naia di gio­vani (ma anche no), certo forse incon­sa­pe­voli del fatto che il loro pas­sato costi­tuiva la por­tata per­fetta per la cucina dei nemici di Lan­dini. Il quale dal canto suo ieri ha fatto sapere che dopo l’assemblea sono arri­vate «cen­ti­naia di ade­sioni, vuol dire che nel paese c’è una domanda di par­te­ci­pa­zione e di richie­sta di cam­biare». E che se il lea­der Pd non ha tro­vato altro modo di con­fu­tare le sue pro­po­ste se non lo scherno e la deni­gra­zione, vuol dire «che è pre­oc­cu­pato ed in dif­fi­coltà. Il genio di Firenze sia più umile e voli più basso, così dimo­stra di non essere capace di ascol­tare: invece di creare beghe interne al Pd ascolti la società, per­ché non ascol­tan­dola sta per­dendo con­sensi. E in que­sto momento non ha maggioranza».

You may also like

0 comments

Leave a Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Sign In

Reset Your Password