Il partigiano Mano­lis Gle­zos lascia Syriza

Grecia. Mano­lis Gle­zos, l’uomo simbolo della Resistenza va con Unità popolare

I fuo­riu­sciti da Syriza por­tano a casa un altro endor­se­ment pesante, per quanto pre­ve­di­bile: Mano­lis Gle­zos, il novan­ta­duenne ex par­ti­giano che tirò giù la ban­diera nazi­sta dal Par­te­none, una figura emble­ma­tica della sini­stra elle­nica, ha espresso ieri il suo soste­gno alla neo­nata Unità Popo­lare gui­data da Pana­gio­tis Lafa­za­nis. Gle­zos, già pole­mico nei giorni scorsi con il governo, ieri è tor­nato all’attacco, accu­sando Ale­xis Tsi­pras di aver deciso le ele­zioni igno­rando Syriza.

Più freddo invece un altro grande vec­chio della cul­tura greca, il com­po­si­tore Mikis Theo­do­ra­kis, che in una let­tera inviata al movi­mento Spi­tha da lui fon­dato ha riven­di­cato la neces­sità di creare un fronte patriot­tico e demo­cra­tico anti-Memorandum, soste­nuta fin dal 2012, ma si è man­te­nuto a distanza dagli scis­sio­ni­sti di Syriza che gli hanno «rubato» l’idea.

Spic­cioli di una cam­pa­gna elet­to­rale in cui lo scon­tro è tutto interno alla Coa­li­zione della sini­stra radi­cale, men­tre gli altri par­titi reci­tano da com­pri­mari. Per­sino la Nea Demo­cra­tia di Van­ge­lis Mei­ma­ra­kis, che pro­se­gue le con­sul­ta­zioni per for­mare un impro­ba­bile governo senza che nes­suno gli dia cre­dito. Domani get­terà la spu­gna e il testi­mone pas­serà a Lafa­za­nis, che ha già dichia­rato di voler pro­vare a sua volta a son­dare le forze poli­ti­che, al puro scopo di pren­dere tempo e allun­gare i tempi per le ele­zioni. A dar­gli man forte è la Pre­si­dente del Par­la­mento Zoe Kon­stan­to­pou­lou, ieri finita sotto attacco da parte del governo Tsi­pras per aver con­vo­cato un’inutile con­fe­renza dei capi­gruppo solo per fare melina. A que­sto punto, appare lei la carta più forte nelle mani del fronte anti-Memorandum: da avvo­cato esperto in cavilli, in que­sti mesi è stata una spina nel fianco di un pre­mier che pun­tava gran parte delle sue carte sulla rapi­dità. Dalla sua parte, rispetto al più con­no­tato e par­ti­tico Lafa­za­nis, avrebbe il merito di essere una figura che va ben oltre l’elettorato che rap­pre­senta, la vera anti-Tsipras. Sem­pre che Yanis Varou­fa­kis non si decida a scen­dere in campo, man­dando in scena un ine­dito duello tra i due pro­ta­go­ni­sti dei nego­ziati con la troika.

Intanto Tsi­pras ha riu­nito ieri al Megaro Maximo i suoi fede­lis­simi (i mini­stri Nikos Pap­pas, Ale­kos Fla­bou­rari, Nikos Vou­tsis, la por­ta­voce del governo Olga Gero­va­sili e gli espo­nenti di Syriza Chri­stos Man­tas, Dimi­tris Vitsa, Yian­nis Bala­fas, Dimi­tris Tza­na­ko­pou­los, Chri­sto­fo­ros Papa­do­pou­los e Nasos Ilio­pou­los) per esplo­rare gli sce­nari, le can­di­da­ture e le stra­te­gie della cam­pa­gna elet­to­rale. Il pre­mier ha fatto sostan­zial­mente una chia­mata alle armi di quello che gli oppo­si­tori defi­ni­scono come il suo «cer­chio magico» e riba­dito che que­sto è «il momento della verità» e che «dob­biamo get­tare le basi per i pros­simi quat­tro anni di governo». Poi ha lan­ciato un mes­sag­gio all’opposizione:«Non ci pre­oc­cu­pano i truc­chi per ritar­dare le ele­zioni. Hanno le gambe corte e tutti li rico­no­scono». Indi­pen­den­te­mente da quando si andrà alle urne, si annun­cia una lunga cam­pa­gna elettorale.

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