Cronologia generale dei contesti

luglio 1964 ? Piano Solo ? Progetto di svolta autoritaria nel governo politico del Paese perseguito dal comandante dei carabinieri, il generale Giovanni De Lorenzo

luglio 1964 ? Piano Solo ? Progetto di svolta autoritaria nel governo politico del Paese perseguito dal comandante dei carabinieri, il generale Giovanni De Lorenzo – a lungo alla direzione del SIFAR, il servizio segreto dell’esercito –, sostenuto dal presidente della Repubblica Antonio Segni, in opposizione all’ipotesi di un governo di centro-sinistra con contenuti sociali avanzati. Il piano era stato messo a punto da De Lorenzo e illustrato a un gruppo di ufficiali già nei primi mesi del 1964. Avrebbe dovuto contare su tre divisioni dei carabinieri per complessivi 30.000 uomini (“Piano Solo”, perché da eseguirsi a opera dei soli carabinieri) che avrebbero assunto il governo dell’ordine pubblico, occupato le prefetture, la RAI, le sedi istituzionali e dei partiti, arrestato e deportato in appositi campi in Sardegna gli oppositori e gli esponenti della sinistra. Le liste di persone di sinistra da “enucleare” derivavano da una massiccia schedatura di 157.000 persone e 40.000 movimenti, organizzazioni, associazioni e gruppi vari, realizzata negli anni precedenti. A capo del nuovo esecutivo sarebbe dovuto andare Cesare Merzagora, presidente del Senato, sostenuto dal mondo industriale e finanziario del Nord d’Italia. Il progetto di colpo di Stato – o di soluzione “gollista” alla crisi in atto, da attuarsi con misure straordinarie di ordine pubblico – rientra a seguito della rinuncia del PSI di Pietro Nenni – che nell’occasione parla di «tintinnare di sciabole» – nel perseguire un programma particolarmente riformatore. Così, dopo le dimissioni del precedente governo rese il 26 giugno, il 26 luglio si costituisce il nuovo esecutivo guidato sempre da Aldo Moro con l’appoggio di DC, PSI, PSDI, PRI. Successivamente, De Lorenzo viene promosso Capo di Stato maggiore dell’esercito. Il Piano Solo diventerà di pubblico dominio solo nel maggio 1967, quando il settimanale “L’espresso” uscì con un articolo così titolato: «Finalmente la verità sul SIFAR. 14 luglio 1964. Complotto al Quirinale. Segni e De Lorenzo preparavano il colpo di Stato». Un mese prima il governo, non senza contrasti interni, aveva destituito De Lorenzo da Capo di Stato maggiore. Non per i progetti golpisti ma per lo scandalo del SIFAR, le schedature illegali da parte del controspionaggio militare a danno non solo delle opposizioni ma dell’intero Parlamento. Schedature che risalivano anche al periodo del governo Tambroni, nel 1959-60, e che venivano utilizzate per scopi di lotta politica e di ricatto.

Il 7 agosto, mentre è a colloquio con Aldo Moro e Giuseppe Saragat, Antonio Segni è vittima di una trombosi.

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