Vittime

Carol Beebe Tarantelli, solo due mesi dopo l’omicidio di suo marito (marzo 1985), ha voluto entrare nel carcere di Rebibbia

Carol Beebe Tarantelli, solo due mesi dopo l’omicidio di suo marito (marzo 1985), ha voluto entrare nel carcere di Rebibbia

assieme al senatore Gino Giugni, anch’egli ferito dalle BR, per discutere con i detenuti politici dell’area omogenea: «Ho detto a questi detenuti che ci unisce un pezzo di storia; che io ho fatto un percorso simile a quelli di loro che c’erano nel ’68. E che la mia parte sovversiva l’ho conosciuta anch’io. Un’altra cosa ho voluto dire loro, quando si ostinavano a definire la morte di Ezio “un barbaro assassinio”: che non era giusto parlarne così, perché è barbaro solo ciò che sta al di fuori di noi, quello che ci è del tutto estraneo. Mentre purtroppo la lotta armata non è che l’espressione più estrema di qualcosa che ben conosciamo, l’estremismo».

«Chi ha pretese di perdono si mette al di sopra dell’umano, gioca pericolosamente a fare l’onnipotente, cancella quella parte di sé che inevitabilmente odia l’assassino».

0 comments

Leave a Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Sign In

Reset Your Password