La copertina del numero di Carta

Unimondo pubblica volentieri la lettera della redazione degli amici di Carta. La nostra redazione è vicina agli amici Pierluigi e Anna che, a nostro avviso, avevano visto ancora giusto riguardo la campagna Carta Zero. Unimondo, infatti, è nato sul web e sopravvissuto nel web ed è una soddisfazione, dopo 12 anni, dire che non sàè tagliato alcun albero. Anzi. Di alberi ne sono stati piantati a migliaia grazie al progetto Tree is Life. All'uopo alcune foto.

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Carta: cambio al vertice, Enzo Mangini nuovo direttore responsabile

La copertina del numero di Carta

Unimondo pubblica volentieri la lettera della redazione degli amici di Carta. La nostra redazione è vicina agli amici Pierluigi e Anna che, a nostro avviso, avevano visto ancora giusto riguardo la campagna Carta Zero. Unimondo, infatti, è nato sul web e sopravvissuto nel web ed è una soddisfazione, dopo 12 anni, dire che non sàè tagliato alcun albero. Anzi. Di alberi ne sono stati piantati a migliaia grazie al progetto Tree is Life. All’uopo alcune foto.

La copertina del numero di Carta

Unimondo pubblica volentieri la lettera della redazione degli amici di Carta. La nostra redazione è vicina agli amici Pierluigi e Anna che, a nostro avviso, avevano visto ancora giusto riguardo la campagna Carta Zero. Unimondo, infatti, è nato sul web e sopravvissuto nel web ed è una soddisfazione, dopo 12 anni, dire che non sàè tagliato alcun albero. Anzi. Di alberi ne sono stati piantati a migliaia grazie al progetto Tree is Life. All’uopo alcune foto.

Comunque rispettiamo le scelte della cooperativa che abbiamo sentito vicino anni ro sono in momenti affatto rosei per noi. Supportiamo quindi il nuovo corso e chiediamo ai nostri lettori di abbonarsi a Carta. In tempi d’ampia disinformazione v’è necessità di rafforzare le reti. E le menti..

La direzione di Unimondo

La lettera della Redazione di Carta

Cari lettori,

Il numero di Carta che è uscito venerdì 16 luglio, per la prima volta da quando questo giornale è nato, non porta la firma di Pierluigi Sullo come direttore, né quella di Anna Pizzo. Entrambi, insieme a Marco Calabria, hanno fondato questo giornale. Il Consiglio di amministrazione della cooperativa, con il consenso degli altri soci e dei lavoratori non soci che in questi anni hanno firmato le garanzie bancarie per la sopravvivenza di Carta, ha deciso a maggioranza di accettare le dimissioni di Gigi, frutto di una lunga e difficile discussione sulla campagna Carta Zero e sulla produzione di un quotidiano online a partire da gennaio 2011.

Da questo numero il direttore responsabile sarà Enzo Mangini. Non è una sostituzione, perché pensiamo che Gigi, per il ruolo che ha avuto e per come lo ha esercitato in questi dodici anni di vita del giornale, non sia sostituibile. Abbiamo condiviso anni di vita e di lavoro, e questo resta. Ma le difficoltà che attraversiamo – e le speranze cui vogliamo dare gambe forti – ci spingono, ora, a una maggiore condivisione delle decisioni sui passi da fare in futuro. Per questa fase, l’intera redazione ha dunque deciso di assumersi la responsabilità di tenere la rotta politica ed editoriale del giornale, nel solco della sua capacità di raccontare la società, il cambiamento, le novità, la costruzione di altri mondi, oltre l’orrore sociale e culturale in cui siamo immersi in questo paese, in questo momento.

È una novità scioccante per i lettori e gli amici di Carta e lo è innanzitutto per noi, che in tutti questi anni abbiamo lavorato con Anna e Gigi. Da loro abbiamo appreso molto, ci siamo appassionati alle cose che succedevano, abbiamo discusso quelle che ci dividevano e abbiamo faticosamente cercato di far convivere stili, generazioni e culture differenti. In fondo, questo è il compito di Carta: parlare con le tante voci della società che non accetta di divenire merce né di piegarsi alla logica totale del mercato. Perciò abbiamo cercato in tutti i modi di far confluire le differenze dentro a un progetto comune, quello del giornale e della galassia di siti, produzioni editoriali, iniziative pubbliche che gli ruota attorno. Pensiamo ovviamente alla campagna Clandestino, che ha raccolto tante persone diverse attorno al tema del nuovo razzismo, al tentativo ambizioso di Democrazia Km 0. A tutti gli sforzi volti a ridare un senso alle parole che utilizziamo. C’è bisogno di ritrovare il modo di nominare e raccontare le cose che accadono e le storie che ci circondano.

Non sempre è facile trovarla, quest’armonia. Qualche volta, il modo migliore per prendere atto dell’esistenza di un conflitto è quello di renderlo manifesto e affrontarlo a viso aperto. La proposta di Gigi – suggestiva e carica di rischi – di trasformare Carta in un quotidiano online [da scaricare in pdf e magari da leggere sull’iPad sull’onda della grande trasformazione che sta coinvolgendo la stampa] è sembrata alla maggioranza dei soci e alla redazione del giornale un salto nel vuoto. Ciò non significa, ovviamente, che Carta debba smettere di utilizzare le possibilità nuove offerte dalla rete. Al contrario: vogliamo approfondire davvero il tema posto dalla campagna Carta Zero, e trovare la giusta alchimia tra la forma-giornale tradizionale e la sconfinata potenza della Rete. Cioè la relazione tra la pubblicazione che state leggendo e la capacità della rete di avvicinare i lettori alla redazione e di annullare tendenzialmente [come nelle avanguardie artistiche e come nei circuiti dell’altra economia e nei movimenti sociali veri] la distanza tra «produttore» e «consumatore».

Dentro l’eterna transizione dell’anomalia italiana, vogliamo rilanciare la scommessa dell’esistenza di Carta. Una scommessa, la nostra, resa tanto più pericolosa dalle condizioni quanto mai precarie in cui versa il giornale, avvolto nella spirale della crisi, fatta di crediti difficili da riscuotere e di mancanza di liquidità. In più ci accompagna la perdurante incertezza sul futuro dei contributi pubblici all’editoria, in attesa di una legge organica di riforma del settore, che il governo per il momento sta solo colpendo a morte con una lunga serie di tagli. Il 2009 è stato un anno durissimo, e il 2010 anche peggio. Abbiamo formalizzato lo stato di crisi e cercato di stringere la cinghia. Da alcune settimane, Carta è perciò ufficialmente, secondo la burocratica definizione ministeriale, in «ristrutturazione in presenza di crisi».

La prima sfida che abbiamo di fronte è dunque quella di sopravvivere. Luglio non è mai un buon mese per rilanciare i giornali. Tutto, di solito, viene rinviato a settembre, quando fa un po’ più fresco e la mente è ristorata dal riposo delle vacanze. Non possiamo aspettare settembre, non possiamo prenderci qualche giorno di riposo senza che ci sia uno scatto d’interesse, di cura, di affetto verso la nostra precaria e spesso strampalata impresa. Per questo vi chiediamo di continuare ad abbonarvi, sottoscrivere, diffondere e sostenere il giornale, organizzare nuove iniziative di supporto.

Ripensando all’anniversario di Genova e alla storia di questi anni siamo convinti di una cosa: Carta continuerà ad essere Carta. Aperta, plurale, forse più incerta di prima. Il giornale non smetterà la curiosità, lo sguardo eretico, l’iniziativa e la prospettiva che ne hanno fatto la storia intensa e più che decennale. Ecco perché abbiamo bisogno, oltre che del vostro sostegno materiale, delle vostre idee, per continuare il cammino che è cominciato dodici anni fa e che adesso si trova in mezzo a un guado. Vogliamo metterci in discussione e abbiamo la presunzione di mettervi in discussione.
Grazie, come sempre.

La Redazione di Carta

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