Camusso: ''Paese è messo male''. Cgil: ''Siamo oltre 15 mila in marcia nella capitale''

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A Roma corteo per lavoro e contro guerra

A Roma corteo per lavoro e contro guerra

A Roma corteo per lavoro e contro guerra

Camusso: ”Paese è messo male”. Cgil: ”Siamo oltre 15 mila in marcia nella capitale”

A Roma corteo per lavoro e contro guerra

Camusso: ”Paese è messo male”. Cgil: ”Siamo oltre 15 mila in marcia nella capitale”

ROMA – ”Una rinascita fondata sul lavoro”. Dietro questo striscione e’ partito da piazza dell’Esquilino diretto a Piazza Santissimi Apostoli il corteo della Cgil del Lazio per rivendicare ”diritti e dignita’ del lavoro”.

A reggere lo striscione, il segretario generale Susanna Camusso. Insieme con quelle della Cgil, tante bandiere della pace che sventolano nel corteo con i manifestanti che urlano: ”Siamo in piazza anche per dire no alla guerra in Libia”.

ORGANIZZATORI, SIAMO OLTRE 15 MILA A CORTEO ROMA – Al corteo organizzato dalla Cgil Lazio a Roma per rivendicare “una rinascita fondata sul lavoro” partecipano “oltre 15 mila persone”. Lo comunicano gli organizzatori della manifestazione.

LAVORO: CAMUSSO, QUESTA E’ PRIORITA’. PAESE MESSO MALE – La priorità del Paese deve essere “il lavoro e la riduzione della diseguaglianza, non il processo breve”:  lo afferma il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso parlando alla manifestazione della Cgil di Roma e del Lazio e sottolineando come sia necessario “cambiare in fretta la politica” perché così il Paese “é messo male”. “Perché il Governo ha bisogno di distrarci e di dividere il Paese? ha detto ribadendo che in questo momento “non si fa nulla per il lavoro. Non vogliamo – ha aggiunto – un Paese fermo nel quale cresce la sfiducia”.

Camusso ha annunciato il sostegno della Cgil alla manifestazione del 9 aprile per i giovani. “Se i giovani hanno bisogno di dire nello slogan il nostro tempo è adesso vuol dire che glielo abbiamo negato – afferma – ci saremo il 9 aprile con i giovani, questo è il tempo della responsabilità. E’ possibile creare lavoro, richiede la volontà politica di dire a chi ha di più di dare qualcosa al nostro Paese. La Cgil si assume le sue responsabilità con lo sciopero generale. Se non si mette il lavoro al centro della politica questo Paese affonda e noi non lo vogliamo”. “Il vostro tempo è scaduto – ha concluso Camusso riferendosi al Governo – o saprete occuparvi del Paese o noi il Paese non ve lo regaliamo. Sappiamo che si può cambiare e cambieremo”.

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