Dopo le condanne l’Argentina vuole ancora giustizia

I conti con gli anni della dittatura militare

Scrittore argentino, dirige il Centro studi giuridici e sociali (Cels). Tra i suoi venti libri “Il Volo” che riporta la confessione del capitano Scilingo sui voli della morte, e “L’Isola del Silenzio” che racconta come veniva gestito un campo di concentramento all’interno di una proprietà  ecclesiastica.

I conti con gli anni della dittatura militare

Scrittore argentino, dirige il Centro studi giuridici e sociali (Cels). Tra i suoi venti libri “Il Volo” che riporta la confessione del capitano Scilingo sui voli della morte, e “L’Isola del Silenzio” che racconta come veniva gestito un campo di concentramento all’interno di una proprietà  ecclesiastica.
Buenos Aires Tra il 1976 e il 1983 l’Argentina ha vissuto sotto la dittatura militare di Videla (1976-’81), Viola (marzo dicembre ’81), Lacoste (11-22 dicembre ’81), Galtieri (’81 giugno ’82), Saint Jean (18 giugno 1° luglio ’82), Bignone (luglio ’82 dicembre ’83). In quegli anni sono scomparsi 30mila dissidenti veri o presunti. Bastava un sospetto per rischiare i vuelos de la muerte; lanciati nel Rio de la Plata o nell’Atlantico col ventre squarciato: un “invito” per gli squali. Tra i condannati Alfredo Astiz (sotto, in una foto del 1984), ex ufficiale della marina, “angelo biondo della morte”: ergastolo per tortura, omicidio e sequestro di persona.
Sedici ufficiali e sotto-ufficiali della Marina militare, della Guardia costiera e delle forze di polizia sono stati condannati a pene variabili da 18 anni all’ergastolo per crimini contro l’umanità commessi nel 1976 e nel 1977 alla Scuola di meccanica della Marina militare, Esma, il celebre campo di concentramento clandestino della Marina argentina durante la dittatura militare terminata nel 1983.
Il processo era iniziato nel 1984, ma era stato sospeso nel 1987 in applicazione della cosiddetta legge della “obbedienza dovuta”, legge fatta approvare dall’ex presidente Raul Alfonsin dopo una clamorosa protesta dei vertici militari che chiedevano quella che gli alti comandi definivano “una soluzione politica” per i militari sotto processo. Nel 2001 su sollecitazione del Centro studi giuridici e sociali (Cels), un tribunale di prima istanza dichiarò la nullità della stessa legge. Nestor Kirchner salì alla presidenza nel 2003 e proclamò il suo pieno appoggio al documento “Memoria, verità e giustizia”.
NEL 2005 la Corte Suprema confermò che questa legge non poteva amnistiare i reati più gravi né introdurre termini di prescrizione in violazione dei trattati e delle convenzioni internazionali ratificati dall’Argentina che prevalevano sulla legge ordinaria nazionale. Questa sentenza ha chiuso definitivamente 56 processi. Altri quattordici sono ancora in fase dibattimentale. Sono stati condannati 229 imputati mentre altri 1547 sono sotto processo. Di questi 587 facevano parte dell’Esercito, 529 dei diversi corpi di polizia e 187 della Marina militare cui furono affidati dalla dittatura militare i principali compiti di repressione del dissenso e dell’opposizione. Sonostatirinviatiagiudizioanche185 civili tra cui il super-ministro dell’Economia Jose Alfredo Martinez de Hoz e il ministro della Giustizia della provincia di Buenos Aires, James Smart. Entrambi si trovano agli arresti domiciliari.
Nei due anni di dibattimento sono stati affrontati casi di enorme rilevanza politica: il sequestro e l’assassinio del grande scrittore e giornalista Rodolfo J. Walsh, del nucleo iniziale delle MadridiPlazadeMayocatturatedentrola chiesa di Santa Croce nel dicembre 1977 assieme a due monache francesi e di un gruppo di persone che nel 1979 furono trasferite dalla Esma alla villa di vacanza dell’arcivescovo di Buenos Aires, impiegata come campo di concentramento alternativo durante la visita in Argentina della Commissione interamericana dei diritti dell’uomo. Walsh era un militante dei Montoneros, autore di racconti memorabili come “Esa mujer” e “Un oscuro dia de Justicia”: nel marzo 1977 indirizzò alla giunta militare una lettera aperta destinata a diventare il documento fondamentale per studiare quegli anni della storia argentina. Le Madri e una delle monache furono gettate in mare dagli aerei e i resti furono recuperatiedidentificati28annidopo. Per crimini come questo dovranno passare il resto della vita in carcere personaggi conosciuti come Alfredo Ignacio Astiz che all’interno della chiesa baciò le Madri che voleva fossero sequestrate per indicarle ai suoi scherani.
Commosso dalla confessione di Adolfo Scilingo, l’ufficiale che ha ammesso di aver gettato in mare trenta persone, il fondatore del Cels, Emilio Mignone, sollecitò il diritto alla verità sulla sorte di sua figlia e aprì la strada che consentì di riaprire i processi sospesi su pressione delle forze armate. “Se una propaganda opprimente, riflesso deforme di quei malvagi, non avesse la pretesa di farci credere che questa giunta militare persegue la pace, che il generaleVideladifendeidirittiumanioche l’ammiraglio Massera ama la vita, si potrebbe persino chiedere ai signori comandanti delle tre armi di meditare sull’abisso nel quale stanno conducendoilPaesenell’illusionedivincere una guerra che, anche uccidendo l’ultimo guerrigliero, ricomincerebbe in forma diversa perché le ragioni che da oltre venti anni inducono il popolo argentino alla resistenza non scompariranno, anzi saranno rafforzate dal ricordo delle stragi causate e dalla scoperta delle atrocità commesse”, ha scritto Walsh in quella lettera.
Il comandante dell’Esma disse che la lettera era “un’arma di una guerra civile rivoluzionaria e terroristica” e l’ammirazione che, malgrado tutto suscita, dimostra che “la guerra non è finita”. Walsh sapeva benissimo di non poter chiedere agli autori di quegli atroci crimini di riflettere, di meditare. Impressiona però che la stessa incapacità di riflettere sulle atrocità commesse, quegli aguzzini l’abbiano dimostrata anche a 70 e persino 90 anni quando non erano più giovani ufficiali che ubbidivano agli ordini.
Astiz ha reagito quasi da buffone accarezzando una coccarda con l’immagine di Billiken (elfo portafortuna con leorecchieapunta, ndt) mentrealcuni familiari e amici dei marinai intonavano l’inno nazionale. Ma i figli di alcuni condannati piangevano e si abbracciavano in cerca di conforto. I loro padri sono i responsabili del dolore che oggi li colpisce. Speriamo che alcuni di loro comprendano quanto Walsh scrisse 34 anni fa. Né la lettera né il processo sono armi di guerra. I diciotto imputati hanno potuto beneficiare di tutti i diritti alla difesa e di tutte le garanzie che all’epoca della dittatura militare avevano negato alle loro vittime. Il tribunale è stato talmente imparzialecheunpersonaggiomalfamatocomeilcapitanodifregataJuanCarlos Rolon è stato assolto per insufficienza di prove anche se è in stato di detenzioneperaltrireati. Ilprocessoè stato pertanto una esemplificazione insuperabile della differenza che divide una dittatura senza legge da un, sia pur imperfetto, Stato di diritto.
DA UN SONDAGGIO realizzato il giorno delle elezioni presidenziali del 23 ottobre 2011 dalla facoltà di Scienze sociali dell’Università di Buenos Aires, è emerso che tra le politiche del governo nazionale che incontrano il maggior favore dell’elettorato, al primo posto si colloca la decisione di giudicare i crimini della dittatura.
Il 93% di quanti hanno votato per Cristina Fernandez de Kirchner e il 79% di quanti hanno votato per altri candidati, sono favorevoli a processare i responsabilidelleatrocitàdellagiunta militare. La società civile, possiamo ben dirlo, ha dimostrato di essere all’altezza di quelle parole di Walsh.
Traduzione di Carlo Antonio Biscotto

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