Sel in piazza contro il governissimo Per convincere il Pd a ripensarci

Sinistra/ CON VENDOLA ANCHE RODOTà€ E LERNER

ROMA. Contro le larghe intese, ma attenti a non alzare i toni contro il Pd impegnato dall’altra parte della città  a riorganizzare le sue truppe, non tutte amichevoli verso il governo Letta. Anche perché da lì, e cioè dalla ‘ditta’ democratica post-Bersani, per la prima volta, dopo la rottura dell’alleanza arrivano segnali di disgelo e tentativi, discreti, di ripresa di dialogo.

Sinistra/ CON VENDOLA ANCHE RODOTà€ E LERNER

ROMA. Contro le larghe intese, ma attenti a non alzare i toni contro il Pd impegnato dall’altra parte della città  a riorganizzare le sue truppe, non tutte amichevoli verso il governo Letta. Anche perché da lì, e cioè dalla ‘ditta’ democratica post-Bersani, per la prima volta, dopo la rottura dell’alleanza arrivano segnali di disgelo e tentativi, discreti, di ripresa di dialogo.

Sarà questo lo stile di «La cosa giusta», manifestazione che il partito di Nichi Vendola ha organizzato nel primo pomeriggio di oggi a piazza Santi Apostoli a Roma. Un appuntamento lanciato proprio il giorno del voto «divisivo» sul presidente della Repubblica (Napolitano per Pd-Pdl-Scelta Civica, Rodotà per Sel e Grillo) che ha sancito la nascita «grande coalizione» di centrosinistradestra. Per il presidente della Puglia è l’inizio di un nuovo cantiere. Che insieme ad altri – come la Costituente dei beni comuni battezzata giovedì a Roma – sappia allargarsi a tutti i contrari all’intesa «innaturale» Pd-Pdl. Prima di tutto, si stringe un patto con con l’elettorato trasversale che ha puntato su Stefano Rodotà al Colle. Il giurista oggi sarà sul palco, insieme a Gad Lerner, democratico prodiano in dissenso con la linea delle larghe intese, Concita De Gregorio, l’ex direttrice dell’Unità dell’era Veltroni (l’era in cui la sinistra divenne extraparlamentare, orfana dell’alleanza con il Pd), Mapi Pizzolante dell’associazione Tilt (fra quelle che hanno raccolto le firme per il reddito di cittadinanza), l’ambientalista Gianfranco Bettin, lo scrittore Nicola La Gioia, la senatrice Pd Lucrezia Ricchiuti (che non ha votato la fiducia al governo), il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, la rete Seconde Generazioni e quella degli Esodati Salvatore Carpentieri. Per dare un esempio di «buona politica» ieri Sel ha reso pubblici i costi della manifestazione: 20.748,80 euro.
E non è un caso che ieri Vendola ha marcato bene le distanze da Grillo, nel frattempo impegnato in una polemica con i suoi deputati che non vogliono rinunciare a una parte della diaria. Lo ha fatto replicando duramente al comico genovese che per dire no alla legge che riconosce lo «ius soli» ai figli degli immigrati nati in Italia si è improvvisamente riscoperto europeista: ci vuole un referendum, ha detto, «una decisione che può cambiare la geografia del paese non può essere lasciata a un gruppetto di parlamentari e di politici in campagna elettorale permanente. Inoltre lo ius soli dovrebbe essere materia di concertazione con gli Stati della Ue». «Condivide le opinioni di La Russa. In un paese che ha conosciuto la vergogna delle leggi razziali e della Bossi-Fini Grillo non pensa che i diritti universali dei cittadini siano una bandiera da sventolare», ha risposto Vendola.
Ovvio che Sel la pensi così. Ma la reazione è anche un segnale anche verso quella parte del Pd che, consumato lo strappo dell’alleanza, ora medita sulla durata del governo e ricomincia a pensare al centrosinistra. «Inseguire Grillo», spiega il giovane turco Matteo Orfini, «potrebbe diventare motivo di rottura più profonda». «Nessuno ha vissuto bene la separazione con un pezzo di Italia Bene Comune, una separazione che non giudichiamo comunque irreversibile. Dobbiamo ritrovare una convergenza», dice Stefano Fassina, sottosegratario all’economia, alla festa dello Spi Cgil a Palermo.
Ma Sel punta ancora sull’alleanza di centrosinistra. Tant’è che non incoraggia l’arrivo nel nuovo cantiere della sinistra che alle elezioni di febbraio era contraria alla coalizione con il Pd. «Quando pensiamo a una ricostruzione, non pensiamo ai ceti politici ma ai soggetti in carne ed ossa. Facciamo appello alla sinistra che crede che il governo sia un tema all’ordine del giorno, nel solco del socialismo europeo. Non c’è nessun veto, ma una precisa posizione politica», ha spiegato qualche giorno fa al manifesto il responsabile organizzazione di Sel Francesco Ferrara.
E non è un caso che martedì a Roma Massimiliano Smeriglio, vicepresidente di Sel nella giunta laziale di Zingaretti, ha invitato a discutere due esponenti della sinistra Pd, Fabrizio Barca e Marta Leonori. In un luogo simbolico per la capitale: la Villetta, gloriosa zona Garbatella, glorioso quartiere di memoria di piccista.

 

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