"Non sembra esservi stato sinora adeguato ascolto della disperazione individuale e neppure della protesta sociale ed elettorale. Il governo Letta, definito da alcuni osservatori 'ircocervo', un ibrido Pd-Pdl con qualche foglia di fico tecnica, non pare certo rispondente all'ampio disagio emerso dalle urne: a fronte dei tanti drammi legati alla perdita del reddito e del lavoro nulla è stato predisposto sul piano di specifici servizi di sostegno psicologico e di attività di prevenzione". Così Sergio Segio, nel Rapporto sui Diritti globali 2013, presentato oggi a Roma denuncia la politica dei tagli e del rigore e chiede "un nuovo modello di sviluppo".

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Rapporto diritti globali: “Italia più povera, il governo non risponde all’ampio disagio sociale”

 

“Non sembra esservi stato sinora adeguato ascolto della disperazione individuale e neppure della protesta sociale ed elettorale. Il governo Letta, definito da alcuni osservatori ‘ircocervo’, un ibrido Pd-Pdl con qualche foglia di fico tecnica, non pare certo rispondente all’ampio disagio emerso dalle urne: a fronte dei tanti drammi legati alla perdita del reddito e del lavoro nulla è stato predisposto sul piano di specifici servizi di sostegno psicologico e di attività di prevenzione”. Così Sergio Segio, nel Rapporto sui Diritti globali 2013, presentato oggi a Roma denuncia la politica dei tagli e del rigore e chiede “un nuovo modello di sviluppo”.

 

“Non sembra esservi stato sinora adeguato ascolto della disperazione individuale e neppure della protesta sociale ed elettorale. Il governo Letta, definito da alcuni osservatori ‘ircocervo’, un ibrido Pd-Pdl con qualche foglia di fico tecnica, non pare certo rispondente all’ampio disagio emerso dalle urne: a fronte dei tanti drammi legati alla perdita del reddito e del lavoro nulla è stato predisposto sul piano di specifici servizi di sostegno psicologico e di attività di prevenzione”. Così Sergio Segio, nel Rapporto sui Diritti globali 2013, presentato oggi a Roma denuncia la politica dei tagli e del rigore e chiede “un nuovo modello di sviluppo”.

Segio definisce “una scelta paradossale” (“una bomba a orologeria”) aver inserito il pareggio di bilancio nella Costituzione italiana, perché “fiscal compact significa manovre e tagli per 40-50 miliardi l’anno per il prossimo ventennio”.

 

Tagli alla salute – Una “bomba pericolosamente innescata”, secondo il curatore del rapporto, sono anche i tagli alla salute “di oltre 30 miliardi di euro”, che arrivano in un momento in cui anche “le risorse destinate all’inclusione sociale sono rimaste tra le più basse d’Europa”: “la distanza tra ultimi e nuovi penultimi, già breve, si è ulteriormente accorciata. Basti pensare che su un totale di 16,7 milioni di pensionati , quasi 8 milioni percepiscono meno di 1.000 euro al mese, oltre 2 milioni meno di 500 euro”.

 

Non lavoro dramma sociale – Il non lavoro, aggiunge Segio, “é divenuto un dramma sociale di notevoli dimensioni” e in Italia “le anomalie democratiche sono diverse e vistose, eppure ormai metabolizzate come normalità”. “Nelle urne della democrazia 2.0 – conclude Segio – si finirà per votare direttamente con il bancomat (chi non avrà il conto in banca ben fornito perderà le prerogative e i diritti di cittadino), anziché mediante la scheda elettorale. Ma occorre avere consapevolezza che le soluzioni vanno pensate, organizzate e perseguite a livello globale. Lì si gioca la partita per una nuova democrazia, per nuovi percorsi di eguaglianza e di giustizia sociale e ambientale: a livello macro e di sistema”.

 

Meno welfare si abbatte sui più bisognosi – Aumentano in Italia le persone a rischio povertà e cresce la deprivazione materiale (+4,3% dal 2010 al 2011). Nei primi nove mesi del 2012 le famiglie indebitate sono passate dal 2,3% al 6,5% e il paese ha speso poco più dell’1% del Pil per i nuclei con minori (2,2% dato Ocse). Nel triennio 2010-2012 il welfare è stato la “vera vittima sacrificale dell’economia italiana”, sostiene il rapporto. A partire dal 2012 a pagare i tagli in modo incisivo, rileva il Rapporto, sono stati i trasferimenti agli enti locali e dunque il welfare (meno 2,2 miliardi nel 2013). Nel 2010-2011 i bambini di età 0-2 anni che hanno la possibilità di frequentare un servizio pubblico per l’infanzia non superano l’11,8% (solo +3% sul 2004). La cooperazione (sociale e non) tra il 2007 e il 2011 ha visto crescere l’occupazione dell’8% (mentre il mercato del lavoro perdeva l’1,2% e le imprese profit il 2,3%): la cooperazione sociale è stata il settore trainante, con +17,3% lavoratori, ma rimane “inchiodata a gare al ribasso e pagamenti pubblici in grave ritardo: alla fine del 2012 il credito dagli enti pubblici si aggira sui 6 miliardi di euro”.

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