Non parlo solo della giu­sti­zia dei tri­bu­nali — anch'essa peral­tro abba­stanza ina­de­guata, dalla fuga di Kap­pler con le com­pli­cità sta­tali fino alle vicis­si­tu­dini del pro­cesso Prie­bke e alla farsa seguita alla sua morte.

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Dopo settant’anni, è stata fatta giustizia?

Non parlo solo della giu­sti­zia dei tri­bu­nali — anch’essa peral­tro abba­stanza ina­de­guata, dalla fuga di Kap­pler con le com­pli­cità sta­tali fino alle vicis­si­tu­dini del pro­cesso Prie­bke e alla farsa seguita alla sua morte.

Non parlo solo della giu­sti­zia dei tri­bu­nali — anch’essa peral­tro abba­stanza ina­de­guata, dalla fuga di Kap­pler con le com­pli­cità sta­tali fino alle vicis­si­tu­dini del pro­cesso Prie­bke e alla farsa seguita alla sua morte.

Que­sta giu­sti­zia può, qual­che volta, punire i col­pe­voli, ma non ren­dere giu­sti­zia alle vit­time per­ché ha comun­que un ambito neces­sa­ria­mente e giu­sta­mente limi­tato: tratta il “caso” da un punto di vista stret­ta­mente penale e indi­vi­duale e lascia a noi la respon­sa­bi­lità di una giu­sti­zia più vasta, che riguarda i sen­ti­menti, la società e la sto­ria. Su que­sto piano, l’ingiustizia continua.

Ci si aspetta a volte che la con­danna dei col­pe­voli ponga in qual­che modo fine alla sof­fe­renza delle vit­time dirette — le fami­glie, le comu­nità, le per­sone care degli uccisi. Ora, a parte il fatto che que­sta con­danna è stata rilut­tante e insuf­fi­ciente, que­sto non è comun­que vero: dopo la con­danna ci si accorge che nes­suno ti resti­tui­sce quello che hai per­duto. In più, se è vero che la strage delle Fosse Ardea­tine è un cri­mine con­tro l’umanità, allora — in modo certo meno vio­lento e imme­diato — vit­time siamo anche noi, ed è su que­sto piano che l’ingiustizia soprat­tutto continua.

Si discute in que­sti giorni dell’introduzione di una legge con­tro il nega­zio­ni­smo sulla Shoah. Ora, a parte le per­ples­sità dif­fuse su que­sta ipo­tesi, resta il fatto che il nega­zio­ni­smo è in larga misura un feno­meno di nic­chia, e che una sen­si­bi­lità di gran luna mag­gio­ri­ta­ria non solo non nega lo ster­mi­nio ma lo rico­no­sce come una delle colpe più spa­ven­tose che l’umanità ha com­messo con­tro se stessa. Sulle Fosse Ardea­tine, invece, per­mane un nega­zio­ni­smo che si fa senso comune: nes­suno andrebbe in tele­vi­sione a dire che la Shoah non è mai avve­nuta, ma per­so­naggi igno­ranti, pro­tervi e molto influenti hanno con­ti­nuato spac­ciare men­zo­gne su via Rasella e le Fosse Ardea­tine senza che su loro si abbat­tesse lo sde­gno della mag­gio­ranza (e senza che venis­sero sbat­tuti fuori per mani­fe­sta incom­pe­tenza professionale).

Fino a quando que­sto sarà pos­si­bile — fino a quando le isti­tu­zioni, la scuola, il sistema dell’informazione non sen­ti­ranno loro la ferita delle Fosse Ardea­tine, fino a quando con­ti­nue­remo a non guar­dare in fac­cia la mate­ria­lità del mas­sa­cro per inven­tare e ali­men­tare leg­gende nere sui par­ti­giani, non baste­ranno corone appo­ste per dovere d’ufficio e com­me­mo­ra­zioni di rou­tine. Fino a quando la verità non diven­terà senso comune e il dolore per le Fosse Ardea­tine non diven­terà dolore di noi tutti, le vit­time con­ti­nue­ranno ad essere sole, e giu­sti­zia non sarà stata fatta.

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