Caro Sindaco, cosa faresti con i soldi sprecati del Tav?

Il movimento ha realizzato un video in cui domanda ai sindaci della Val di Susa cosa farebbero con cifre equivalenti a qualche metro di super ferrovia

Un metro di Tav costa quasi 160 mila euro. Lo hanno cal­co­lato i No Tav atte­nen­dosi ai docu­menti uffi­ciali e alle stime – con­fer­mate pochi mesi fa in Senato dai ver­tici delle Fer­ro­vie – della parte tran­sfron­ta­liera della linea, quella che da Saint Jean de Mau­rienne va a Bus­so­leno: 10 miliardi e 600 milioni di euro per 67 chi­lo­me­tri. Un conto rife­rito solo alla tratta inter­na­zio­nale tra Ita­lia e Fran­cia e non al pro­getto com­ples­sivo che la Corte dei conti fran­cese valuta di 26,1 miliardi di euro.

Il movi­mento ha rea­liz­zato un video in cui domanda ai sin­daci della Val di Susa cosa fareb­bero con cifre equi­va­lenti a qual­che metro di Tav. Ema­nuela Sarti, sin­daco di Con­dove, ha rispo­sto che con 10 metri (un milione e mezzo di euro) rico­strui­rebbe la scuola materna e cam­bie­rebbe lo scuo­la­bus; con la stessa cifra Ombretta Ber­tolo di Almese rea­liz­ze­rebbe «un cen­tro cot­tura per le mense sco­la­sti­che che potrebbe dare lavoro a 20 per­sone». Con 50 metri, Mauro Carena di Vil­lar­dora ripor­te­rebbe in mano pub­blica l’acquedotto municipale.

Oltre venti sin­daci della Valle, sabato, saranno in piazza a Torino per la mani­fe­sta­zione No Tav che per­cor­rerà le strade del capo­luogo per dire no «a un immane spreco di risorse». Con loro saranno in tra­sferta ven­tuno con­si­gli comu­nali «che – spiega San­dro Plano, primo cit­ta­dino di Susa – deli­be­re­ranno in piazza Castello un docu­mento affin­ché i soldi dei cit­ta­dini non ven­gano spre­cati, men­tre si chie­dono sacri­fici su ser­vizi essen­ziali come scuola e sanità e non si risol­vono i pro­blemi del dis­se­sto geo­lo­gico». Plano, che guida l’Unione dei Comuni, chiede al governo Renzi di fer­mare i lavori come per il ponte di Mes­sina. E insieme ai sin­daci dif­fida il Cipe ad appro­vare il pro­getto defi­ni­tivo della Torino-Lione e il tun­nel di base, per­ché non c’è cer­tezza né di costi, che lie­vi­tano ogni giorno, né di tempi.

Lunedì sera, al Cec­chi Point di Torino, il movi­mento si è ritro­vato in assem­blea in vista della mar­cia popo­lare di sabato.

L’avvocato Clau­dio Novaro del legal team No Tav ha fatto il punto sul ver­sante giu­di­zia­rio, che recen­te­mente ha visto la con­danna di 48 atti­vi­sti al maxi-processo svol­tosi nell’aula bun­ker del car­cere delle Val­lette, sof­fer­man­dosi sull’atteggiamento discu­ti­bile della Pro­cura. «Nelle noti­zie di reato è nata una nuova casella “Tav” che, impli­ci­ta­mente, cor­ri­sponde a un pro­ce­di­mento acce­le­rato. I pro­cessi No Tav si svol­gono con tempi anche sei volte più veloci di altri simili per numero di impu­tati e con reati d’entità più grave».

Luca Giunti guar­dia­parco e mem­bro della com­mis­sione tec­nica ha rac­con­tato come la que­stione costi sia ancor meno chiara sul fronte fran­cese, tanto che l’organismo anti-frode euro­peo (Olaf) ha recen­te­mente avviato inda­gini sul progetto.Alberto Perino, lea­der sto­rico dei No Tav, ha, infine, annun­ciato che il 14 marzo si aprirà a Torino un pro­cesso diverso: «L’accusa di aver vio­lato i diritti fon­da­men­tali di un’intera comu­nità sarà giu­di­cata dal Tri­bu­nale per­ma­nente dei Popoli, erede del Tri­bu­nale Russel».

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